E non serve a nulla ricordare che il tempo ha, invece, una misura abbastanza precisa, scandita da meccanismi sofisticati come gli orologi, perchè da sempre il tema del tempo appassiona filosofi e storici, scienziati ed artisti.
Anche l’arte, infatti, si è spesso confrontata con la misura del tempo. Il primo quadro che viene alla mente quando si parla di questo è “La persistenza della memoria” di Salvador Dalì, con i suoi orologi liquefatti, anche se il fascino degli orologi nella pittura è ben più antico (dalle clessidre che trovano spazio nelle tele del Rinascimento, agli orologi dei campanili delle visioni acquatiche di Canaletto) e prosegue nel ‘900 con De Chirico e Kandinsky, fino a riversarsi nel secondo millennio con installazioni contemporanee come quella di Stefan Alber.
Così presente ed importante nella vita e nell’immaginario, l’orologio va dunque oltre la mera misurazione del tempo e si trasforma in oggetto d’arte, come ad esempio gli straordinari orologi della collezione Omega che anche nella loro contemporaneità mantengono sempre uno stile senza tempo, orologi amati dai grandi artisti e dagli scrittori e da tutti coloro che sanno trasformare il tempo in rappresentazione.O come i raffinati orologi Panerai, cronografi ufficiali della Marina Reale Italiana fin dalla proclamazione dell’Unità d’Italia. Gioielli che affascinano soprattutto per la loro linea pura, minimalista, e senza tentazioni retrò, che, nel corso dell’ultima Triennale di Milano hanno rafforzato il loro legame con l’arte, realizzando la mostra O’Clock. Design del tempo, tempo del design.
Insomma l’orologio è un gioiello che sa conquistare tutti: è versatile, nobile, ma anche democratico. Ci si può affezionare a lui come ad un amuleto oppure cambiarlo con il passare del tempo, magari prendendo come spunto il passaggio dall’ora legale a quella solare , o viceversa.
La cultura della contemporaneità nelle sue molteplici declinazioni
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