Ecco le immagini di alcuni degli incontri di sabato 16 marzo a “Libri Come” Festa del libro e della lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma: Umberto Galimberti che ha parlato di Cristianesimo e modernità rispetto al concetto del sacro per l’uomo moderno emancipato e insofferente verso gli obblighi morali; Ritanna Armeni, Stefano Fassina e Gabriele Polo che hanno parlato de L’Italia del lavoro negato; Lidia Ravera e Roberto Cotroneo che hanno presentato il libro di Sandra Petrignani Addio a Roma, Giorgio Agamben che ha presentato Come un legame: Charles Baudelaire e Walter Benjamin ed infine Massimo Cacciari ed il suo libro Come il potere: San Paolo e Il Principe che analizza come il Cristianesimo duemila anni fa, diede all’uomo una libertà tragica, spezzò ogni radicamento nella tradizione e gettò l’uomo nel mare in tempesta, lasciandogli un’etica nuova, fondata sul libero arbitrio.
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Romana, classe 1985, Canonista e laureata in Scienze Politiche si divide tra fotografia, diritti umani e questioni di genere. Le sue fotografie hanno viaggiato per varie testate nazionali (“Fatto Quotidiano”, “Ansa”, “La Lettura – Corriere della Sera”) per comporre poi il catalogo fotografico dell'installazione scultorea all'Ara Pacis di Roberto Pietrosanti (2012) e quello di Livia Crispolti “La cravatta fa l'uomo” per Gangemi Editore (2012). Curiosa e testarda, cerca sempre nuove prospettive. In qualsiasi cosa.
Il relativismo di Umberto Galimberti
da “Cristianesimo”, p. 142:
“[…] per la stessa ragione Endos interroga Davide con queste parole: Perché vuoi mettere un cappio intorno alla mia nefeš così da farmi morire? (1 Samuele, 28, 9).
Il filosofo di nome Galimberti “si impanca con arroganza” e predica che per affrontare “disagi”, “problemi” ecc., che vive il nostro tempo, “la cultura è la chiave di svolta”.
Ora, scrivendo “Endos interroga Davide”, il Galimberti non solo dà segno d’incultura, perché è un’asineria, ma è chiaro altresì che lui non ha mai letto il cap. 28 di 1 Samuele, altrimenti si sarebbe forse accorto che la negromante di Endor, nome di luogo geografico, e non “Endos” nome proprio, non ha mai detto queste parole a Davide, bensì a Saul, che in quel frangente era pure travestito e perciò irriconoscibile.
La stessa asineria è già presente in Psichiatria e fenomenologia, uscito nel 1979, alla p. 87, e tutto il cap. 2. La religione biblica e la maledizione della carne, della Parte prima, è fabbricato con plagi a H. W. Wolff, G. Barbaglio, A. Marranzini, O. Cullmann, ecc., documentato con il saggio Ezio Mauro e l’asinus in cathedra nel sito del sottoscritto http://www.altierivincincenzo.it, alla sezione “il paese dei ciarlosofi”.
La stessa asineria è pure presente in Orme del sacro, alle pp. 97-98, ecc.
Solo a fronte di questi piccoli esempi, il “relativismo culturale” di Galimberti non è l’“anticamera del nichilismo”, bensì un tragicomico nonché pernicioso nichilismo …
Vincenzo Altieri