Addio Franca Rame, energia e passione del teatro e della lotta

Quel fascio di rose rosse, tantissime, che avevo regalato per la liberazione di Petra Krause ti nascondevano  il viso a metà quel 24 agosto di trentasei anni fa, a Napoli, quando presentasti al mondo quella donna minuta, svuotata da anni di detenzione preventiva e di torture, che riemergeva dopo uno sciopero della fame, finalmente libera.

Eri emozionata: avevi lottato e avevi vinto e questo era importante negli anni in cui il terrorismo spesso serviva (anche)  a controllare il pensiero della gente ed andavamo avanti con attenzione, passo dopo passo, certi che con questo impegno prima o poi qualcosa sarebbe cambiata.

E tu, Franca Rame, maestra e modello non soltanto mio, ma di più generazioni, di passi non hai mai smesso di farne. Con la tua arte, certamente, e con la tua presenza. Fino all’ultimo.
Passi che erano spettacoli, monologhi, lettere, politica attiva, partecipazione, spine nel fianco del potere.

Hai dato voce alle donne mescolando la rabbia alla comicità, parlando in prima persona delle esperienze che erano di tutte, hai costruito un mondo dove si poteva urlare la rabbia, il dolore e la ribellione.

In realtà, da quando sei nata, hai costruito mille mondi: mondi fatti di teatro e di storie sempre in divenire, sei passata attraverso le epoche mentre si facevano sempre più sorde e cupe, disattente e volgari, epoche che arretravano e lasciavano l’amaro in bocca.
L’hai fatto insieme a Dario Fo, tuo compagno in tutto, lo hai fatto con la tua compagnia, con i collettivi, con La Comune, con Soccorso Rosso; lo hai fatto scrivendo testi che, allora, nessuno avrebbe mai potuto immaginare e che invece sono diventati pensieri collettivi, basi su cui gettare ponti  ed idee.
Lo hai fatto come ormai non lo sa fare più nessuno, con la passione e la certezza che sarebbe stato per tutti e, forse, non sarebbe mai più cambiato…

Ed ora che sei altrove a noi resta questo tesoro fatto di certezze, ricordi, pièces teatrali, appunti, archivi, frammenti di video, interviste, schizzi, quaderni, scatole magiche, che pur se ti fanno presente, non riescono a ricreare fino in fondo la forza che ti attraversava.
Anche se noi la ricordiamo così vivamente che oserei dire che di certo ce ne hai trasfusa qualche stilla. Magari soltanto con un tono di voce, con una frase, con uno sguardo.

Ciao Franca e grazie di aver cambiato un pezzo di questo mondo.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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