Cortona on the Move: rassegna internazionale di fotografia di viaggio nel cuore della Toscana

Joel Meyerowitz, Christian Lutz, Zed Nelson, Allen Matthews, Gabor Arion Kudasz, Jeroen Toirkens sono solo alcuni dei nomi degli artisti che quest’anno hanno partecipato alla rassegna internazionale di fotografia di viaggio Cortona on the Move. Nel cuore della Toscana, si respira un’aria fresca, fatta di esperienze e di immagini provenienti da ogni angolo del mondo. Giunge così alla terza edizione il primo festival di fotografia contemporanea, che sviluppa il tema del viaggio in tutte le sue forme e sfumature, riempiendo i luoghi tipici di una piccola antica cittadina di tutte le esperienze dell’uomo contemporaneo.

Fino al 29 settembre, nel silenzio dei vicoli, nel vecchio ospedale o nell’antica fortezza medicea l’unica voce sarà quella dei fotografi, viaggiatori per eccellenza, che racconteranno terre lontane e profondi momenti di vita. Direttore artistico del festival è Arianna Rinaldo. Ma dietro si conferma una squadra vincente, come racconta Nicola Tiezzi, presidente dell’Associazione Culturale ONTHEMOVE, ente promotore e fondatore del festival che, insieme al direttore Antonio Carloni, lavora perché l’arte sia condivisione, divertimento e scoperta per tutti.

Tiezzi ci spiega così come le dinamiche relative al coinvolgimento internazionale si attivano su vari livelli:

 «il primo è senza dubbio quello della ricerca e della selezione dei fotografi e foto editors. Da ottobre a gennaio-febbraio lavoriamo, infatti, a stretto contatto con la Direttrice Artistica, Arianna Rinaldo, che identifica e propone lavori da esporre. Poi i fotografi vengono contattati e invitati. Di solito sono ben lieti di esporre e di venire a Cortona. I foto editors, invece, vengono invitati per le letture dei portfolio o per partecipare come speakers alle conferenze etc. E anche da parte loro la risposta è solitamente entusiasta. Il secondo step lo rappresentano i volontari: a primavera promuoviamo la ricerca di volontari tramite la newsletter e il nostro sito (http://www.cortonaonthemove.com/). La risposta è sempre entusiasmante, confesso anche per noi. La maggior parte dei volontari arrivano generalmente da tutta Italia, ma in questi tre primi anni abbiamo avuto volontari anche dall’Inghilterra, Irlanda, Spagna, Portogallo, Russia. Ultimi, ma non meno importanti – anzi! – sono i visitatori: la risonanza mediatica a livello internazionale è in crescita di anno in anno. Nel 2013 abbiamo avuto recensioni dal “TIME”, dal “New York Times”, dal “The Guardian” e molti altri, anche meno famosi. Abbiamo scoperto che molti stranieri arrivano a Cortona appositamente per il Festival».

L’entusiasmo guida il team che si interfaccia tutto l’anno con artisti di altissimo calibro.

«Fin dal primo anno abbiamo avuto i più grandi nomi del mondo della fotografia. E loro stessi promuovono il festival, sia perché sponsorizzano i lavori esposti, sia perché sono contenti dell’alto livello dell’organizzazione, della nostra ospitalità e simpatia (e questo lo dicono loro!)».

Fila tutto liscio, o quasi. In Italia, dove la Cultura viene continuamente mortificata con tagli e grosse limitazioni economiche – quando invece rappresenta la principale attrazione del turismo – non è facile muoversi. È di poche settimane fa la statistica uscita sui giornali per cui Italia e Grecia si alternano, tra ultimo e penultimo posto, per supporto a cultura e istruzione. Spiega ancora Tiezzi:

«Ci piacerebbe diventare il miglior festival del mondo e crediamo di essere sulla buona strada, ma ancora manca un po’ In generale diciamo che in Italia manca una politica di supporto alla cultura. In Francia manifestazioni tipo la nostra (come Arles, Perpignan, etc) hanno budget con molti più zeri e sono supportati in modo serio dal Ministero della Cultura. Mentre per noi la raccolta fondi è sempre durissima  La nostra credibilità comincia a essere molto elevata e molti degli sponsor e delle istituzioni che ci patrocinano stanno cominciando ad aumentare il supporto economica. Nonostante ciò tirar su oltre 150 mila euro (questo è il costo dell’edizione 2013, ndr.) è molto difficile. In fase di programmazione facciamo il “budget dei sogni”, come lo chiamiamo noi, in cui inseriamo tutte le attività che vorremmo fare e i giusti compensi per le persone che ci lavorano. Sulla base dei fondi individuati si passa poi al budget reale. A questo punto siamo costretti a tagliare e molte attività devono essere tolte dalla programmazione e i collaboratori devono accontentarsi di piccoli compensi o di fare volontariato come facciamo anche noi».

Il risultato è evidente:

«Il successo lo abbiamo ottenuto con tanto lavoro ed entusiasmo. Abbiamo tante idee e riusciamo di solito a tradurle in progetti che molto spesso si realizzano. Per quanto mi riguarda mi aiuta il background di 13 anni di cooperazione internazionale, che mi ha dato la capacità di elaborare idee e progetti; Antonio, poi, è un leader con un carisma naturale e spontaneo, riesce ad aggregare persone e farsi seguire, riuscendo a far sembrare facili anche le cose più complicate. Poi c’è il resto del gruppo fondatore, Alessio, Carmen e tanti altri che si sono aggiunti. Siamo un gruppo coeso, che lavora con entusiasmo anche nei mesi lontani dal festival. Senza di loro, senza la loro carica di bella energia, non si creerebbe quell’atmosfera magica, non potrebbe soffiare quell’aria fresca che tutti quanti possono respirare quando arrivano a Cortona».

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Se dovessi pensare a me, mi immaginerei in una sala bianca, col pavimento di legno, circondata di libri, pile di riviste e giornali sul tavolo e un portatile aperto davanti agli occhi, intenta a seguire il filo del discorso di un articolo che non vuole riuscire. Sarebbe un’immagine perfetta, che camufferebbe le folli corse di una giornalista trentenne prestata agli uffici stampa - per esigenza o per passione? - da sempre appassionata di letteratura, teatro, cinema, moda e arte. Se non avessi saputo scrivere non so chi sarei oggi, ma ripensando a ciò che scrisse Marinetti, dopotutto “l'arte è per noi inseparabile dalla vita”.

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