La mostra che non abbiamo visto #41. Laboratorio Saccardi

Laboratorio Saccardi (Vincenzo Profeta e Marco Leone Barone) in un autoritratto fotografico
Laboratorio Saccardi
(Vincenzo Profeta e Marco Leone Barone)
in un autoritratto fotografico

Anima Aliena.

Adolfo Wildt in una splendida mostra dal titolo “L’ANIMA E LA FORMA TRA MICHELANGELO E KLIMT” presso i Musei San Domenico a Forlì che ne celebra il genio, ed è il momento di conoscerne la grandezza visto che, famoso in vita e dimenticato dopo la morte, Adolfo Wildt probabilmente pagò ai critici il suo essere non conforme.

Mai sceso a compromessi con l’avanguardia, dotato di una tecnica superiore non rinunciò mai allo sperimentalismo; demolito dagli avanguardisti e odiato dai classicisti, Adolfo Wildt non ebbe vita facile.

Il suo lavoro caratterizzato da un mix sapiente di gotico ed espressionismo oggi emana una poesia lirica ed aliena – aliena nel senso di extraterrestre -.

Sapeva qualcosa Adolfo Wildt, qualcosa che noi non sappiamo? Non si sa, ma le sue sculture sono lì a testimoniarlo. Il suo esile san Francesco, il suo possente busto del Duce, tutte maschere pronte ad essere indossate come identità mutanti. Forme eleganti e graziose, classiche e gotiche realizzate in salsa egizia e per questo ancora più fanta-scientifiche. Poi le statue di Vittorio Emanuele III, Pio XI, Margherita Sarfatti, Toscanini, icone del suo tempo rappresentate come alieni, ultra umani, umanoidi, madonne con le sembianze da E.T. e facce dai muscoli guizzanti, quasi in preda a trasformazioni facciali in una sorta di prefigurazione aliena.

Di pochi anni dopo la sua morte sono infatti i documenti che dicono di un avvistamento e sequestro, in seguito ad uno schianto tra Milano e Varese, di una aereonave aliena da parte del regime fascista, il famoso progetto ORVA/RS 33 creato da Benito Mussolini in persona.

C’è un sottile filo rosso che collega le sue opere a questi avvenimenti? Di certo c’è un sottile filo rosso che lo collega alle teorie dello scrittore fanta-scientifico Peter Kolosimo, non sappiamo quanto esplicito, ma c’è, in un controverso filone che unisce le origini delle antiche religioni alla teoria degli antichi astronauti, dove si ipotizza il contatto tra civiltà extraterrestri e cattolicesimo.

Restano comunque oscuri i motivi per cui Adolfo Wildt famosissimo in vita fu quasi dimenticato dopo la morte. La sua adesione al fascismo non può essere il solo ed unico motivo di questa inclusione in una nicchia storica. Di certo la sua padronanza tecnica e maestria, la sua genialità virtuosistica (scolpiva con attrezzi da lui stesso inventati ed usava l’ammoniaca del suo piscio per levigare il marmo) non piacquero allo scultore Arturo Martini che definì orribile e degenerata la sua arte, a suo avviso simbolo di decadenza e perversione, di arte che si piega alla tecnica.

In pochi sono stati in grado forse di capire la grandezza di Wildt in passato. In futuro probabilmente gli Alieni gli faranno il giusto omaggio, per adesso accontentiamoci della completa mostra di Forlì.

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Nato mezzo secolo fa a Roma e morto nel futuro, non attraversa di buongrado la strada senza motivo. Impiegato prima in un forno in cui faceva arte bianca poi del terziario avanzato, da mancino dedica alle arti maggiori la sola mano sinistra. Allestisce, installa, fa deperire, dimostra, si confonde, è uno scadente imbonitore, intelligentissimo ma con l’anima piuttosto ingenua. Ha fondato in acqua gli artisti§innocenti, gruppo di artisti e gente comune, che improvvisa inutilmente operette morali. Tra suoi progetti: la Partita Bianca (incontro di calcio uguale), una partita notturna tra due squadre vestite di bianco, a cura di ViaIndustriae, Stadio di Foligno 2010 e, in versione indoor, Reload, Roma 2011 e Carnibali (per farla finita con i tagliatori di carne), Galleria Gallerati, Roma 2012.
Ha contribuito alla performance collettiva TAXXI (Movimento di corpi e mezzi al riparo dalle piogge acide contemporanee) prodotto dal Dipartimento Educazione del Maxxi nel 2012. Sua la cura del Premio città etica (per l’anno duemilae...) e del Premio Retina per le arti visive.

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