Ritorno a Napoli e nel cuore Lucio Amelio. David Bowes Al Blu di Prussia

E’ con la mostra Ritorno a Napoli del pittore americano David Bowes  (nato nel 1957 a Boston, vive e lavora tra Torino e Newton nel Massachusett) che lo spazio multidisciplinare partenopeo Al Blu di Prussia, di Giuseppe Mannjolo diretto da Mario Pellegrino, sceglie di aprire la nuova stagione espositiva in collaborazione con la galleria parigina Pièce Unique di Marussa Gravagnuolo e Christine Lahoud.

Ventisei le tele di diverse dimensioni selezionate per questa occasione espositiva, accompagnate dalla presentazione di un video realizzato dalla regista tedesca Friederike Shaefer, nel quale l’artista parla del suo lavoro, del modo di concepire la pittura come uno spazio di meditazione:

“bisogna lasciare l’ansia della vita quotidiana fuori e vivere lentamente”.

Ci dice, anche, del suo rapporto con l’Italia, con Napoli, città che ha segnato profondamente il suo percorso artistico ed esistenziale e ricorda la sua collaborazione ed amicizia con Lucio Amelio:

“L’onnipresenza di una cultura popolare viva mi ha fatto una profonda impressione. Arrivando da fuori ed essendo condotto direttamente nel cuore della città e nel suo ritmo, ebbi la sensazione della vera vita quotidiana. E’ stato favolosamente misterioso per me e tuttavia i misteri in cui ero immerso erano molto intimi. Ho avuto la fortuna di scoprire Napoli con Lucio Amelio. Era così tanto parte della città e la città era parte di lui, nel corso di una giornata si passava dalla redazione di un giornale, o ci s’imbatteva per strada in un direttore d’orchestra e in questo modo completamente casuale ho avuto modo di conoscere la città.”.

Amelio nel 1986 gli commissionò un opera per la mostra Terrae Motus attualmente ospitata nella collezione stessa. L’ultima sua mostra personale nella galleria Lucio Amelio risale al 1992: La Commedia dell’arte il titolo.

Artista saldamente controcorrente, David Bowes, travalicando i limiti temporali, include nelle sue opere suggestioni magrittiane frammiste alle composizioni oniriche chagalliane, affollate visioni bruegeliane intrattengono un inaspettato dialogo con i capricci settecenteschi del Tiepolo. Scivola curioso e divertito attraverso codici iconici e generi, contaminandoli, creando un universo immaginifico in cui felicemente coesistono stili, soggetti e simbolismi, distanti nello spazio e nel tempo. Nelle sue opere ci si imbatte in dei Pulcinella danzanti su paesaggi torinesi, le figure della commedia dell’arte danzano accanto a motivi decorativi di derivazione orientale; o ancora, architetture metafisiche insieme a nature morte morandiane; l’aulico ed il popolare, l’iconografia storia dell’arte classica e l’ibridazione post-moderna compongono il suo codice visionario.

“Quando le avanguardie buttavano via tutta l’iconografia dell’arte dalla finestra, David Bowes era lì sotto, sul marciapiede a raccoglierle”

Così sostiene durante la presentazione dell’esposizione il critico americano Alan Jones, curatore del testo critico della mostra. Libero dalle strutture e dai condizionamenti delle correnti artistiche dei decenni precedenti, Bowes mantiene la sua postazione di outsider dell’arte, la sua espressione pura e libera, giocosa e sognante. Tiene workshop presso istituzioni d’arte, gli chiedo nelle sue lezioni cosa insegna ai ragazzi, lui mi guarda sorridendo e risponde:

“A non andare dietro a questa o quella corrente o tecnica, ad aprire le gabbie, insegno loro a trovare se stessi, ad essere liberi”.

Il cursore diretto sulle immagini visualizzerà le didascalie; cliccare sulle stesse per ingrandire.

Info mostra

  • David Bowes, Ritorno a Napoli
  • Dal 26 settembre al 16 novembre 2013
  • Galleria Al Blu di Prussia, Napoli
  • Via Gaetano Filangieri 42
  • Orari della mostra: dal martedì al venerdì 16.30-20.00; sabato 10.30-13.00 e 16.30- 20.00
  • Ingresso libero
  • Brochure della mostra con testo del critico americano Alan Jones in galleria.
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Marina Guida si laurea in Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali, presso L’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, (città natale dove vive e lavora) con una tesi sulla ricezione critica delle opere di Robert Mapplethorpe in Italia.
Frequenta i seminari e gli incontri dell’arte tenuti presso il centro di Documentazione Filiberto Menna di Salerno, moderati Dal Prof.Angelo Trimarco e dalla Prof.ssa Stefania Zuliani.
Critico militante, curatore indipendente, redattore free lance, collabora con diverse riviste d’arte contemporanea e periodici d’arte e cultura, scrivendo recensioni delle mostre ed articoli di approfondimento, firma saggi e testi critici per cataloghi di progetti espositivi in spazi privati.

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