Ischia. Il Giardino musicale

La Mortella, Ischia
La Mortella, Ischia
La Mortella, Ischia
La Mortella, Ischia

Affacciato al promontorio più a nord ovest dell’Isola di Ischia, a Forio, lungo la spiaggia di S. Francesco si schiude uno dei giardini più belli del mondo, La Mortella, un giardino tropicale esotico che circonda quella che è stata la casa di uno dei più importanti musicisti del ‘900, Sir William Walton e di sua moglie Susana che hanno saputo trasformare un’arida cava di pietra in un giardino ricchissimo di fiori, piante, uccelli e musica.

Nel visitarlo si perdono i passi e le realtà fra gli incanti di un giardino sospeso sul mare dove, fra tronchi e steli, troneggia l’ulivo dell’accoglienza, anni mentre attorno, a perdita d’occhio solo piante, alberi, felci, fontane, zampilli, sentieri di scale che abbracciano i fianchi delle colline.

Percorrere, inoltrarsi, salire, scendere, guardare, respirare, immaginarsi, sono i verbi di un giardino che si declinano in colori, profumi e rumori imprevisti.

Ogni pianta ha il suo suono.

Un giardino nato dal sogno di un musicista.

Sorprendente è questo accordo perfetto fra musica e natura, steli leggeri, ram e foglie lanceolate risuonano armoniosamente come fiati delicati.

Oboe o clarini.

Occorre avere un buon orecchio per udirli, ma quando giungono fino all’anima,ha inizio il dialogo.

Dall’ulivo proviene il suono ritmato del tamburello: mani che tendono le pelli appena conciate su grandi telai rotondi e poi battono forte, leggero, dolce e poi ancora follemente mentre l’albero muta il colore delle sue foglie seguendo la saggezza del vento.

S’aprono fiori carnosi od impalpabili, petali crestati o lobati dal cuore sfumato; sottili antenne flessibili di un rosso pulsante. S’aprono e poi si chiudono; ospitano libellule che, colpite dal sole, sembrano raggi di luce trasparenti ed impazziti che seguono traiettorie scritte da mille e mille anni custodi di storie e di miti.

Nel gran disordine di questa natura selvaggia od aggiogata, si svelano i progetti dell’ineffabile.

Impossibili da catalogare, da tenere a freno, da ordinare.

Il suono di una palma inizia dal suo tronco: se liscio intona secco e sonoro ma l’ode solo l’orecchio che s’avvicina al tronco; se è a scaglie il suo suono è vibrante come quello di un salterio e spesso si confonde con quello delle foglie quando il vento le attraversa.

Gli hibiscus hanno un suono di flauto traverso che si raccoglie tutto nel calice e si palesa quando l’arbusto s’agita sfiorato da una mano o al passaggio di vite animate.

Silenziose, invece, sono le orchidee che s’innalzano nella loro fioritura esplosiva e carnosa e non si lasciano scuotere neppure dal passaggio sfrecciante delle ali di un colibrì azzurro o dalle piume verde dorato.

I gerani suonano una musica popolare e l’accompagnano con la danza che scompiglia le larghe foglie dal bordo ondulato come sottane di donne innamorate al soffiare dei desideri.

E mentre suonano profumano di limone e di mare: aspri, forti e medicamentosi come un bacio profondo.

Sciabordando le ninfee, al ritmo lento e navigante delle loro immense foglie, appaiono come zattere coronate di alghe. Sciaft, sciaft mentre aprono e chiudono quei petali guerrieri, così simili a lance e piccole rane verdi come fili d’erba s’incastonano fra i bordi delle foglie.

Ed il suono della passiflora, in un tintinnio di campane e campanelli, accompagna piccole danze fiorendo e sfiorendo in pochi istanti come una glassarmonica che sfiorando l’armonia di cristalli ricolmi d’acqua, accompagna in nuovi spazi impercettibili.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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