La mostra che non ho visto #48. Uemon Ikeda

Uemon Ikeda in un ritratto fotografico di Eugenio Cominetti
Uemon Ikeda
in un ritratto fotografico
di Eugenio Cominetti

Mezza ora dopo

Ho bisogno di cominciare a vestirmi per uscire dalla stanza. Metto
la sveglia per riposarmi
Ho preso una pillola di cardioaspirin dopo il pasto
Viene sempre una strana sonnolenza che mi porta 15 minuti di disagio
corporale: ok vado a letto
Prima metto mezz’ora alla sveglia poi anche il cronometro. Dormo con
il mio cuore affaticato
dalla memoria accumulata in questi giorni tiepidi.

Un ricordo: batteva il suo cuore,
Nulla si ferma davanti a lui
Donna: come se il mio cuore avesse…
Ma … chi? che cosa?
come se il suo cuore avesse una memoria
nel suo muscolo, una memoria cardiaca.

Prima di lasciare la conferenza di Renato Mambor l’ho salutato con la mano,
il suo lavoro di pittura è diventato un’opera permanente esposta nel museo.
Un addetto del museo, una ragazza trentenne, mi si presenta
dicendo che lei è una delle responsabili della mostra “Arte in Giappone

1868-1945” organizzata dall’Istituto Giapponese per festeggiare
il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Istituto.

Mi racconta che durante la preparazione della mostra mi ha visto
spesso sul tram 2:
portavo una cartella di disegni.

Mi ha chiesto purché non sono andato all’inaugurazione della mostra.

Non volevo essere sgarbato .. lei era sincera.

Allora la data 1968-1945 per me significava il periodo dell’Imperialismo Giapponese.
Per non ferirla ho detto:
“Non mi hanno invitato all’inaugurazione”.

Un attimo di silenzio dopo …

Posso accompagnarla!?
Ho deciso di seguirla, le stavo dietro.

Il museo della mostra dell’ “Arte in Giappone 1868-1945”
negli anni novanta ha presentato una mostra di artisti giapponesi
operanti in Italia
ed io ero uno degli artisti esclusi.
Ho raccontato della mia esclusione ad una critica

con la quale abbiamo organizzato a Roma la mostra:

“Simultaneità-Nuove Direzioni dell’Arte Contemporanea Giapponese”
… non puoi fare sempre tu una mostra, delle volte la fanno altri

…  Mi ha consolato.

Dopo questa esclusione mi ha inserito sempre in mostre del suo ambito.
Nel 2011 in un museo di Roma è stata presentata una mostra di “artisti
orientali operanti in Italia”.

Sono stato escluso non solo io ma tutti
gli artisti giapponesi e coreani.

In pratica c’erano soltanto vietnamiti e cinesi della grande Cina.
Ho pensato che loro ci considerassero giapponesi non extracomunitari…
Ho chiesto una spiegazione a un addetto del museo tramite conoscenti:
lei ha risposto che io avrei potuto partecipare tranquillamente perché
avevo tutti i requisiti per la mostra
ma purtroppo avevano già scritto il comunicato stampa, perciò non c’era
niente da fare. In fine ha detto che lei era figlia di un gran
giornalista.
Ho pensato … che c’entro io, artista straniero e di Roma, con la
figlia di un grande giornalista?
Ho raccontato di questa esclusione ad una critica e lei mi ha detto:
I Vietnamiti erano interessanti ma i cinesi no.

Dopo questa esclusione Roma mi ha adottato come suo straniero.

2012 Personale presso lo Studio di Carlo Severati
2012 Installazione Filo di Arianna in piazza Trilussa a Roma
2012 Installazione Post strutture presso i giardini del Tempio Maggiore, principale Sinagoga di Roma
2013 Installazione Avere o non Avere in Piazza del Campidoglio a Roma
2013 Installazione in piazza Farnese a Roma
2013 Ritratto di una città #2 per  Arte a Roma 1960 – 2001
2013 Installazione Architetture aeree: linee, fili, webnet  sulla piazza del MAXXI, il 5 ottobre 2013, in occasione della Giornata del Contemporaneo.

A giugno incontro un critico che organizza “artisti orientali operanti in Italia” – 2011.

Mi ha detto che ..

Non mi conosceva, non sapeva che abitavo a Roma.

Gli ho chiesto di fare una foto insieme,
una foto con lui finalmente.

Questa è una storia di un ragazzo straniero a Roma e della sua emancipazione.

Suona la sveglia della mezza ora passata mentre il cronometro indica 32 minuti.
C’è stato uno slittamento di 2 minuti. Mi alzo per vestirmi e vado ad
incontrare la mia compagna MB.
Non so quanti minuti mi può aspettare al binario
della linea B della Metropolitana, Stazione Castro Pretorio.

copyright ©2013 Uemon Ikeda – Studio MB

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Nato mezzo secolo fa a Roma e morto nel futuro, non attraversa di buongrado la strada senza motivo. Impiegato prima in un forno in cui faceva arte bianca poi del terziario avanzato, da mancino dedica alle arti maggiori la sola mano sinistra. Allestisce, installa, fa deperire, dimostra, si confonde, è uno scadente imbonitore, intelligentissimo ma con l’anima piuttosto ingenua. Ha fondato in acqua gli artisti§innocenti, gruppo di artisti e gente comune, che improvvisa inutilmente operette morali. Tra suoi progetti: la Partita Bianca (incontro di calcio uguale), una partita notturna tra due squadre vestite di bianco, a cura di ViaIndustriae, Stadio di Foligno 2010 e, in versione indoor, Reload, Roma 2011 e Carnibali (per farla finita con i tagliatori di carne), Galleria Gallerati, Roma 2012.
Ha contribuito alla performance collettiva TAXXI (Movimento di corpi e mezzi al riparo dalle piogge acide contemporanee) prodotto dal Dipartimento Educazione del Maxxi nel 2012. Sua la cura del Premio città etica (per l’anno duemilae...) e del Premio Retina per le arti visive.

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