Otto artisti a Roma con Almost All

Davide Bramante " Rizzoli Isles" Foto più esposizioni 100x150 cm
Davide Bramante " Rizzoli Isles" Foto più esposizioni 100x150 cm

A conclusione del 2013 la galleria Rosso20sette festeggia il natale con la mostra Almost All, una ricognizione su otto fra gli artisti con cui lavora la galleria, come si può dedurre anche dal titolo dell’esposizione. Gli autori coinvolti hanno ognuno il proprio linguaggio, la propria tecnica ed il proprio stile e li accomuna il legame con il gallerista Stefano Ferraro.

Entrando nella sala principale, sulla sinistra ci accolgono le opere di Sergi Barnils. La tecnica della Barnils unisce l’utilizzo del pastello a quello della cera: il risultato si risolve in tratti neri che manifestano un universo segnico unico e imprevedibile e che ha in se stesso un’armonia intrinseca, sotto cui traspare la materia cromatica. Spesso nei suoi quadri i colori ricordano quelli di Mirò: nato in Africa Equatoriale Sergi vive e lavora a Barcellona, da cui l’influenza che il maestro spagnolo ha potuto avere su di lui. Il colore crea zone riconducibili a forme allusive ad una geometria immaginaria in cui è palese la libertà di espressione che avvicina a percorsi infiniti accompagnati dalla fantasia che ciascuno può sperimentare a seconda del proprio sé.

Di fronte a queste opere ci sono le fotografie di Davide Bramante che sono ottenute con sovrapposizioni di più immagini. Si nota come Bramante usi il linguaggio fotografico nella stratificazione fino a giungere ad un equilibrio sia nella struttura compositiva sia nella struttura cromatica: la realizzazione ultima è stabile e multiforme allo stesso tempo. Nell’opera più grande in mostra, Rizzoli Isles, il volto di una donna su di un cartellone pubblicitario, volto posizionato sulla destra, è accompagnato dal paesaggio metropolitano newyorkese, che si trova prevalentemente sulla sinistra, disposizione dal sapore classico che nell’immaginario comune può far pensare ai ritratti rinascimentali. Sempre New York è protagonista ne La città che sale: qui il bianco e il nero dei grattaceli sovrapposti si dirada fino al bianco del cielo. Il titolo di quest’ultimo lavoro è il medesimo del famoso quadro di Boccioni: il richiamo al futurismo, nel dinamismo, si può trovare anche alla sua opera in esposizione, Stazione, in cui la stazione ferroviaria di Basilea è smembrata e ricostruita con più tracce di rotaie di treni.

Sulla parete sinistra della seconda sala sono presentate le illustrazioni di Marco Cazzato tutte pubblicate su “La Stampa” nella rubrica di Massimo Gramellini. Anche Cazzato si nutre di equilibrio compositivo: le sue figure sono quasi tutte centrali e quando vi sono più figure, esse si dispongono sempre secondo un’armonia visiva. I soggetti principali sono donne dai contorni netti e delicati, quasi fiabeschi, di una levità che porta al sogno. Una delle opere, Tosca, è stata utilizzata come manifesto della Stagione Lirica di Spoleto del 2012: una donna cade verso il basso mentre accanto a lei si trova un muro con archi che ricorda le piazze di De Chirico; anche qui si esprime equilibrio, fra la donna e il muro, come fossero due personaggi.

Dall’altro lato della stanza le opere di Diamond: la più grande, Stencil Araldica, raffigura un volto femminile realizzato con tecnica mista su tela; le quattro più piccole, invece, sono state concepite con un procedimento particolare: prima Diamond ha bruciato in parte fogli A4, poi li ha immersi nel caffè ed infine vi ha disegnato sopra. Queste ultime rappresentano la sua produzione più recente: ironico il lavoro in cui una donna è rinchiusa in una gabbia mentre fuori si trova una colomba con un ramoscello d’ulivo; l’immagine si completa con due scritte in alto e in basso: “Another conception” e “of freedom”, che insieme formano il titolo dell’opera. Il volto di Stencil Araldica appartiene ad un’altra fase della sua produzione, in cui Diamond indaga il mistero del fascino femminile unendolo ad una leggerezza decorativa che ricorda l’Art Nouveau.

Sulla parete centrale le quattro serigrafie di Gianluigi Toccafondo che, insieme, creano l’opera La sirena, ispirata all’omonimo cortometraggio di Toccafondo presentato al Festival di Venezia di quest’anno. Protagonista la sirena dalle fattezze di Asia Argento anche se il volto del’attrice compare solamente in basso a destra, mentre nelle altre parti del quadrittico si può vedere il corpo dell’essere immaginario immerso in un blu intenso, blu dipinto con diverse sfumature a creare un movimento cromatico: il mare avvolge la figura che fluttua fluentemente, figura le cui pose portano ad un sentire poetico e immaginifico.

Esseri fra l’animale, l’umano e il naturale si ritrovano nei lavori di Spider esposti nell’ultima sala. La sua fantasia ricorda i primi cartoni animati della Disney, ma in un contesto del tutto diverso dove si respirano il surreale ed il grottesco che si compenetrano in composizioni ricche di particolari, di articolazioni della realtà sognata. Spesso questi esseri comunicano con l’ambiente e con gli oggetti in una continuità che si fonde con la discontinuità, e spesso le prospettive si uniscono o si alternano in un tutto che trasmette oltre la bidimensionalità.

Di fronte alle opere di Spider i disegni di Lorenzo Mattotti, artista bresciano considerato uno di maggiori illustratori del mondo. È degli anni ’70 l’illustrazione di Hackleberry Finn che lo rende noto al grande pubblico e agli addetti ai lavori, mentre negli anni ’80 collabora con Jerry Kramsky a Doctor Nefasto, inoltre molte le copertine per il “New Yorker” e per “Le Monde”. Il suo successo lo porta ad essere protagonista di una mostra a Palazzo delle Esposizioni di Roma nel ’95. In Almost All presenta tre lavori, realizzati con la china su carta: due pubblicati sul libro La stanza, uno pubblicato sul libro Venezia. Nei primi coppie si adagiano sul foglio con andamento sensuale; il terzo raffigura l’Arsenale della città lagunare. Il tratto è deciso, ma contemporaneamente concede spazio alla sensibilità, inseguendo icone realistiche che si animano nel consesso della libertà creativa, fra intenzione evocativa e linguaggio essenziale che aprono una finestra sull’interiorità.

Infine Antonello Silverini disegna figure in digitale, le ritaglia e le applica su fogli di giornale su cui interviene con la pittura. Tema delle due opere in mostra è la guerra: in una un bambino accarezza, mandando verso l’alto, un piccolo aeroplano rosso, nell’altra il piccolo aeroplano rosso è sospinto da un soldato. Infanzia innocente ed età adulta consapevole si guardano e si rimpallano, e il colore dei due velivoli fa pensare ad un riferimento comune al Barone Rosso, famoso pilota della prima guerra mondiale. Inoltre il bambino sembra accompagnare verso il cielo il piccolo aeroplano, mentre il soldato sembra dirigerlo: due diverse concezioni che si possono riferire all’infanzia innocente e all’età adulta consapevole?

Info mostra

  • Fino 25 gennaio 2014
  • Galleria Rosso20sette vicolo del Governo Vecchio 8, Roma.
  • Info: 0668193237
  • www.rosso27.com
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Claudia Quintieri, classe ’75, è nata a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Lettere indirizzo Storia dell’arte. È giornalista, scrittrice e videoartista. Collabora ed ha collaborato con riviste e giornali in qualità di giornalista specializzata in arte contemporanea. Nel 2012 è stato pubblicato il suo libro "La voglia di urlare". Ha partecipato a numerose mostre con i suoi video, in varie città. Ha collaborato con l’Associazione culturale Futuro di Ludovico Pratesi. Ha partecipato allo spettacolo teatrale Crimini del cuore.

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