Fantasmi e realtà sul cammino di Axel Hütte

Axel Hütte - Fantasmi e Realtà - Fondazione Fotografia Modena - ph. Federica Casetti

Lo immaginiamo, il fisico asciutto e caparbio e lo sguardo azzurro intenso di chi è abituato o comunque disposto alle sfide e alla fatica, percorrere i sentieri fra la nebbia e l’erba gelata, o con lo stesso passo, tra le calli e i saloni dei palazzi. Sappiamo di lui che realizza i suoi scatti dopo attenti e ripetuti sopralluoghi, per conoscere e trovare IL momento.

Parliamo di Axel Hütte (Essen, 1951), allievo come Thomas Ruff, Andreas Gursky, Thomas Struth e Candida Höfer, di Bernd Becher all’Accademia di Düsseldorf.

Il fotografo tedesco è in mostra con una selezione di 20 opere intitolata Fantasmi e realtà, a Fondazione Fotografia di Modena, negli spazi di Foro Boario (che sostituisce la sede dell’ex Ospedale di Sant’Agostino, dove nel prossimo giugno si avvieranno i cantieri per la realizzazione del nuovo polo culturale). Le grandi pareti dell’attuale sede espositiva ben si sposano con le immagini in grande formato usate da Hütte per un progetto che vede associati i passi alpini, le cime dell’Appennino Tosco-Emiliano e Venezia, il tutto in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa, che a giugno ospiterà la seconda parte di opere, in occasione della Biennale di Architettura.

Ma cosa accomuna le Alpi e Venezia? Prima di tutto la precisione tecnica applicata, caratteristica degli artisti provenienti dalla cosiddetta Scuola di Düsseldorf, poi la luce, fredda e cruda, che ci restituisce tonalità quasi da bianco e nero, l’assenza pressoché totale della figura umana, sostituita da presenze oniriche o solo vagamente tratteggiate. Non dimentichiamo, inoltre, che dalla laguna, nelle giornate terse, si distinguono chiaramente le Dolomiti innevate e che tutta la città poggia sui tronchi degli alberi provenienti da quegli stessi boschi.

La scelta dell’artista, dopo numerose visite ai luoghi montani nelle diverse stagioni dell’anno, cade sul paesaggio invernale, con neve e ghiaccio, rocce scure, nuvole e nebbia, rara vegetazione, che si tratti delle vette altissime dei passi alpini o dell’Appennino, a poca distanza da dove ci troviamo. E Venezia? In teoria si dovrebbe trovare all’estremo opposto, almeno per come siamo abituati a pensarla e a vederla.

Invece, come i sentieri che portano ai ghiacciai, anche la sua Venezia è silenziosa e deserta, pur nei luoghi più famosi, gli interni regali, i saloni, i colonnati; va a cercarla di notte, quando la città prende distanza e riposa dopo l’invasione dei turisti, oppure nei Campi più appartati, che si trovano dietro ad un angolo apparentemente anonimo.

Axel Hütte, in questo progetto realizzato tra il 2011 e il 2013, riesce a coniugare la monumentalità dei monti con l’architettura dei palazzi. Dice di lui Filippo Maggia, curatore della mostra e direttore di Fondazione Fotografia:

“Veder lavorare Axel Hütte riconcilia con la fotografia tradizionale, il grande formato, i tempi lunghi, le attese, i sopralluoghi di giorni, senza mai scattare, l’attesa del tempo. Il tempo è l’elemento fondamentale.”

L’opera di Hütte è enigmatica e misteriosa, dà allo spettatore l’opportunità di liberare il proprio immaginario; afferma:

“La verità risiede nello sguardo dell’osservatore”.

Decisamente non ci troviamo di fronte ad un fotografo da cartolina, nemmeno nei riferimenti. Lui stesso ci racconta di ammirare l’alpinista e fotografo Vittorio Sella (1859 – 1943) e l’opera del regista Werner Herzog e a proposito dei suoi progetti dice:

“Ricerco la Danger Zone, amo la foresta tropicale e le montagne, paesaggi che ci allontanano dalla realtà e lasciano spazio all’immaginazione. Credo che, per questo, mi si possa definire un sognatore”.

Assieme a Fantasmi e realtà, Foro Boario ospita anche la seconda tappa della mostra Modena e i suoi fotografi, con la produzione che va dal Dopoguerra agli anni ’90 in un’esposizione che ripercorre le vicende di ventidue fotografi e della vita culturale cittadina, inizialmente animata dalla Sala di Cultura e poi dalla Galleria Civica. Alcuni nomi: Olivo Barbieri, Franco Vaccari, Franco Fontana; naturalmente, c’è anche Luigi Ghirri che, come spiega Chiara Dall’Olio, curatrice insieme a Stefano Bulgarelli:

“inizia a fotografare a Modena e frequenta qui l’ambiente culturale degli artisti concettuali. Alla sua prima mostra, introdotto da Vaccari, viene immediatamente notata la straordinarietà del giovane fotografo che indirizza l’obiettivo verso lo scenario emiliano, apparentemente banale, mai stato in precedenza soggetto di importanti campagne fotografiche perché considerato di poco interesse. Ghirri, al contrario, lo mette al centro e pone interrogativi, rovesciando completamente la visione del classico paesaggio italiano della scuola artistica pittorica dal ‘400 in poi, il suo sguardo sui viaggi minimi e la definizione di fotografia come di un’arte che deve stimolare domande e non per forza descrivere la realtà, vengono assorbiti da altri fotografi italiani. Riconosciamo a Ghirri la grande capacità di circondarsi di giovani, coinvolti prima nell’esperienza della casa editrice Punto e Virgola poi in progetti come Viaggio in Italia. Abbiamo scelto come filo conduttore della mostra la differente rappresentazione della figura umana”.

Le letture sono davvero svariate: Vaccari ad esempio annulla la distanza tra fotografo, soggetto e spettatore, lasciando alle macchine automatiche il compito di scattare, mentre per Cesare Leonardi resta letteralmente in ombra, perché proprio questa diviene il soggetto ritratto. Sul finale una sezione è dedicata al reportage e alla documentazione con le narrazioni per immagini di Roberto Brancolini, Francesco Cocco, Bruno Marchetti, Antonella Monzoni, Luigi Ottani, Ghigo Roli e Gianni Volpi.

Info mostre

Axel Hütte. Fantasmi e Realtà

  • 12 aprile – 29 giugno 2014
  • Foro Boario
  • via Bono da Nonantola, 2
  • 41121 Modena, Italia
  • a cura di Filippo Maggia
  • in collaborazione con Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
  • Catalogo Skira con testi di Andrea Landi, Heinz Liesbrock, Filippo Maggia, Angela Vettese
  • orari: lunedì e martedì chiuso; dal mercoledì al venerdì 15-19; sabato e domenica 11-19
  • Fondazione Fotografia Modena – tel 059 239888 | 335 1621739 mostre@fondazionefotografia.org
  • www.fondazionefotografia.org

Modena e i suoi fotografi. Dal dopoguerra agli anni novanta

  • 12 aprile – 25 maggio 2014
  • a cura di Stefano Bulgarelli e Chiara Dall’Olio
  • Catalogo a cura di Stefano Bulgarelli, Chiara Dall’Olio Skira, 2014
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Vive a Bologna, dove lavora come logopedista al Servizio di Neuropsichiatria Infantile occupandosi prevalentemente di disturbi della comunicazione, del linguaggio e dell'apprendimento, è appassionata da sempre di Arte, in qualunque forma si presenti. Da alcuni anni ha iniziato un percorso nel campo della fotografia

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