Questo non è un paesaggio. Esperienze di ricerca condivisa a Matera il 22 e 23 maggio

Locandina
Locandina

Si sente parlare di multidisciplinarietà e integrazione tra discipline diverse. Nonostante la sua apparente semplicità questo percorso non è esente da contraddizioni e difficoltà.

Il modo tradizionale di operare, di tipo settoriale, che ancora esiste, anzi è ancora prevalente, cozza contro l’esigenza sempre più sentita di affrontare i complessi problemi ambientali e territoriali di un mondo che è cambiato rispetto a quando sono state fondate le basi conoscitive delle discipline. Il futuro, a detta di molti, non sarà più appannaggio di discipline singole e settoriali, ma richiederà integrazione e capacità di dialogo tra esperti diversi, orientati alla soluzione di problemi comuni, con obiettivi comuni.

Laboratorio di questi incroci interdisciplinari è il progetto Walking on the line avviato a Matera da docenti di architettura e antropologia dell’Università della Basilicata, iniziato con approcci pilota nel rione Piccianello di Matera da dicembre 2012 e che prosegue oggi con il percorso Questo non è un paesaggio di seminari ed esplorazione delle zone di interferenza e intreccio fra le varie discipline, con il coinvolgimento di città, studenti e docenti di questo composito dipartimento dell’Università degli studi della Basilicata nato anch’esso nel 2012, che ha al suo interno competenze che vanno da antropologia ad agraria, ingegneria industriale, scienze del turismo, archeologia e urbanistica.

Questo non è un paesaggio – conversazioni

Onde iniziare a sviluppare dialogo fra discipline, coniugando sensibilità critica, abilità a connettere media differenti (scrittura, immagini, suoni), sperimentazione, esperienza e immaginazione s’è cercato un tema che potesse essere di interesse per tutti, dagli urbanisti agli storici agli ingegneri industriali, s’è scelto il paesaggio.

L’avvio del percorso è stato volutamente eccentrico rispetto alle discipline già presenti nel dipartimento, sono stati invitati docenti ed esperti esterni in un percorso, prima di conversazioni cadenzate nel tempo, una al mese per i primi 4 mesi del 2014, approdando poi ad un evento, il prossimo 22 e 23 maggio 2014, in cui esperti esterni e docenti del dipartimento potessero confrontarsi sullo stesso piano e trarre le prime fila di un progetto di ricerca condivisa. Tutto il processo è stato chiamato Questo non è un paesaggio.

Unnamed
Illustrazione di Toni Demuro

L’intenzione che ha guidato la scelta degli interlocutori è stata la volontà di promuovere un confronto interdisciplinare sottoponendoci ad uno sguardo esterno e ad una riflessione generativa.

Questo percorso è da intendersi come un esercizio propedeutico, e pilota, un percorso di allontanamento dalle singole discipline e dalle loro specificità, evitando discorsi autoreferenziali e alimentando la riflessione con suggerimenti che possono arrivare da lontano. F. Faloppa, linguista; T. Puleo, geografo; B. de’Liguori e N. Capone, editori; F. Arminio, poeta; A. Tarpino, scrittrice ed editor; A. C. Scardicchio, pedagoga; L. Chiesi, sociologo urbano, sono stati invitati a rispondere alla domanda Cos’è un paesaggio? e a dialogare sul tema con i moderatori e i partecipanti presenti nei quattro interventi scanditi a partire da gen 2014. Mettere a confronto ambiti disciplinari differenti e osservare in particolare come ciascuno di loro pensi al paesaggio, obbliga a lasciare da parte le specificità e le peculiarità tecniche e a concentrarsi su spazi condivisi in cui si intrecciano temi comuni. Attraverso i dialoghi sono emerse famiglie di questioni che verranno poi ridisegnate e riconsiderate nell’evento collegiale fissato a maggio come un confronto fra esperti esterni e componenti del dipartimento. Certo il metodo usato non è nuovo in assoluto essendo anche intuitivo ma è nuovo per il nostro contesto e qui del tutto sperimentale.

Ognuno dei seminari realizzati aveva un titolo basato su detti popolari che ne rispecchiavano il tema, Vita morte e miracoli del paesaggio, Nessuno nasce imparato, Ogni luogo è paese, Anche l’occhio vuole la sua parte. Le questioni emerse si possono forse sintetizzare nella necessità di individuare parole nuove, una sorta di nuovo vocabolario anche per definire presenza e responsabilità umana di chi vive e progetta i luoghi, la necessità di intimità e distanza allo stesso tempo per una loro buona amministrazione e progettazione; restituire ai luoghi la narrazione delle persone che li hanno abitati, ma anche dei nuovi abitanti immigrati; paesaggio come visione tanto storica che politica, dove le marginalità possono assumere un ruolo di centralità; bisogno di una scienza dell’osservazione a partire da sé abbandonando il delirio di poter approdare ad una realtà oggettiva, forse la sfida alla prassi architettonica può venire solo dalla periferia e da altre discipline.

L’evento finale previsto per 22-23 maggio 2014, conversazioni fra colleghi dello stesso dipartimento con provocazioni degli esperti esterni già incontrati nei seminari, si propone di innescare positive frizioni tra discipline differenti, onde ragionare poi nel prossimo anno accademico sulla efficace combinazione di urbanistica, antropologia, energetica, arte, narrativa, video e via dicendo nell’articolare progetti di ricerca. È previsto anche un laboratorio di paesaggio sonoro che gli studenti svolgeranno nel quartiere, letture e proiezioni di foto.

Come cambierà il dibattito interdisciplinare? Che cosa ci guadagneremo e, cosa più importante, che cosa scopriremo sul progetto dell’interazione in generale? Quali altre discipline e quali altre visioni del mondo inglobare?

Il 22 e 23 maggio siete tutti invitati in via San Rocco, sede dell’Università, a Matera. Seguirà un resoconto. Stay tuned!

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Silvana Kuhtz è ricercatrice e docente al DICEM dell’Università degli studi della Basilicata a Matera, ha creato i progetti myrevolution.it e poesiainazione.it, di disseminazione di comportamenti sostenibili e diffusione della lettura.

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