Estetica. L’esperienza dell’arte, la conoscenza delle emozioni

esteticaEstetica. Non è certo una parola poco diffusa, soprattutto insieme ai suoi derivati.

Di «estetica» sono piene le strade, perché è la parola che contraddistingue precise categorie professionali e commerciali; estetico è quindi un aggettivo diffusissimo in tutti quei discorsi che riguardano l’aspetto esteriore delle persone o delle cose. Certamente molto più raro è l’uso di questa parola per indicare specificatamente la riflessione filosofica su determinati argomenti.

«L’estetica nasce come tentativo di fondare criticamente, elevandolo a normatività, ciò che appare da principio votato all’accidentale e all’irrazionalità. Essa è quella disciplina filosofica che mira a dettare le condizioni di universalità e necessità per un’esperienza che, a prima vista, ne è priva» (Gianni Carchia).

L’estetica affronta cioè tutta una serie di conoscenze chiare ed evidenti a tutti (emozioni, sentimenti, percezioni, gusti, sensibilità, empatie, atmosfere) che sono difficili se non impossibili da determinare con esattezza empirica o scientifica, ma che sono importantissime nell’esperienza quotidiana di chiunque. Lo fa tentando una critica di tutte queste esperienze, cioè non misurandole o cercandone le cause, ma chiedendosi: che senso hanno? E come si può attribuirne uno loro? A quali condizioni queste esperienze hanno quel senso?
Sono domande che, certamente, non ci si pone tutti i giorni e tutti i momenti. Anzi, moltissime persone, invitate a riflettere sul senso delle proprie esperienze da fatti più o meno tragici, da altre persone più o meno vicine a loro, evitano quasi a tutti i costi di farlo, percependo nello stesso porsi la domanda un sintomo di crisi, di problema abissale – o una perdita di tempo.
Rimane il fatto che comunque, anche se non esplicita, una risposta a questa domanda nei fatti si dà, tutti la danno, consapevolmente o meno: il senso delle nostre esperienze, per quanto private, è sia determinato che visibile anche da ciò che ne è espressione, verso un contesto sociale e storico del quale non possiamo fare a meno. Ma mentre l’esperienza quotidiana, negli infiniti commerci col mondo, va in gran parte perduta e non conservata – e certo sarebbe un bel problema pretendere di conservarla integralmente – esiste un luogo, un campo, una congerie di prodotti materiali che da sempre tentano di conservare il senso dell’esperienza di qualcuno, di un’epoca o di un momento storico particolare per farne esempio comune: l’arte.

«Ciò che chiamiamo “estetica” è essenzialmente uso critico del pensiero, che ha nell’arte un referente privilegiato. In un certo senso l’arte e il bello sono per l’estetica occasioni di riflessione. L’estetica si riferisce all’arte e all’esperienza dell’arte perché attraverso di essa si sforza di comprendere meglio la possibilità stessa dell’esperienza in genere» (Emilio Garroni).

L’estetica, molto onestamente, vuole criticare (nel senso detto sopra) l’esperienza da dentro l’esperienza stessa. Non potendo uscirne per esaminarla “oggettivamente” (e come si potrebbe?), cerca senso e fondamenti dei fenomeni approfittando di alcuni oggetti molto particolari che si pongono molto spesso al limite dell’esperienza: le opere d’arte. E, da lì, tenta di dire qualcosa sulla comune esperienza.
Il legame con quegli usi linguistici, spesso non propriamente pensati, della parola «estetica» e dei suoi derivati, è un legame, se vogliamo, etico: il compito dell’estetica è porre sempre di nuovo una domanda di comprensione di tutto ciò che appare già detto, già pensato, già stabilito, già sensato.
Ed è in questo che si dimostra propriamente filosofia.

+ ARTICOLI

Lorenzo Gasparrini Dottore di ricerca in Estetica, dopo anni di attività universitaria a Roma, Ascoli, Narni in filosofia, scienze della formazione, informatica, ora è editor per un editore scientifico internazionale. Attivista antisessista, blogger compulsivo, ciclista assiduo, interessato a tutti gli usi e costumi del linguaggio.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.