Il Festival di Santarcangelo quest’anno, con l’estate così ballerina e fresca, si caratterizza per il work in progress. L’inaspettata pioggia costringe gli artisti a rivedere le loro installazioni, a ripensare spazi e oggetti. E così in Piazza Ganganelli, fulcro della cittadina e centro nevralgico dell’organizzazione, i mobili in legno di pino costruiti da Maël Veisse, giovane architetto francese, vengono spostati e ricostruiti, usati e modificati. L’arredo urbano cambia fisionomia e crea spazi aperti e chiusi, luogo di riflessione e di scrittura, o solo un posto dove riposarsi e osservare.
Cosa può aver voluto dirci l’artista, invitato a costruire il suo spazio privato, con una opera potente ma anche respingente? Mi sono fermata davanti a questa opera, proseguendo oltre e tornando indietro, incapace di dare un senso, attratta e scossa. La struttura prevede la sovrapposizione di tante camerette, un grosso alveare, ma come rovinato dalle avversità del tempo. È dunque, forse, un ricordo dei terremoti dell’Aquila e dell’Emilia dove la sicurezza di un tetto sulla testa è stata completamente sradicata e messa a nudo.
Angela Catrani vive a Bologna e si occupa di libri da quando aveva sei anni. Alla classica domanda su quale lavoro avrebbe fatto da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l'editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico, che tra le altre sue attività produce libri per bambini per conto di Bacchilega editore di Imola.
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