Tina Modotti. L’obiettivo della passione

A Torino, Palazzo Madama rende omaggio a Tina Modotti (1896 – 1942) con una mostra retrospettiva nata dalla collaborazione tra la Fondazione Torino Musei, l’associazione culturale Cinema Zero e la casa editrice Silvana Editoriale.

Fotografa, attrice, musa di artisti e poeti, attivista politica, pasionaria e passionale,Tina Modotti è stata una delle personalità più eclettiche del secolo scorso e, in qualche misura, le stimmate dell’esuberanza ed eccezionalità della biografia hanno finito per sovrapporsi alla qualità del suo lavoro come fotografa, anche se ne hanno amplificato il mito e la celebrità.

L’esposizione torinese, accompagnata da un bel catalogo, a cura di D. Cimorelli e R. Costantini, consente invece di apprezzare in dettaglio la specificità del suo iter artistico, essendo articolata lungo tutto l’arco della sua vita e organizzata sul doppio registro del suo rapporto con l’immagine fotografica e come modella e come autrice.

La vediamo infatti ritratta in compagnia del primo compagno, il pittore e poeta Rounaix de l’Abrie Richey, e la sua famiglia a Los Angeles, dopo aver lasciato San Francisco dove  era emigrata dal Friuli (era nata a Udine nel 1896). Sempre in California, ma a Hollywood stavolta, compare in foto di scena tratte dal film The Tiger’s Coat (1920) di Roy Clement in pose che ne esaltano la bellezza scultorea e la modernità seducente nel porsi di fronte all’obiettivo. Tramite Rounaix (detto Robo), entra in contatto con l’ambiente artistico e intellettuale californiano e conosce il fotografo Edward Weston, di cui diverrà discepola, modella e amante. Nel 1923, dopo la morte improvvisa per vaiolo di Robo un anno prima, Tina si reca in Messico con Weston e come sua assistente si fa insegnare i segreti del mestiere per intraprendere la carriera di fotografa. In mostra, abbiamo 5 incredibili foto di nudo fattele da Weston nel 1924, che colgono la sua solare fisicità e nello stesso tempo, attraverso il nitore formale delle inquadrature, ne individuano i recessi psicologici più segreti.

Nel frattempo, inizia a fotografare lei stessa ed espone con Weston nel Palacio de Mineia di Città del Messico. I suoi scatti, pur influenzati ancora dalla poetica distaccata del compagno, mostrano maggiore empatia verso l’elemento umano e psicologico anche nelle prime nature morte e negli scorci architettonici del paeaaggio messicano. La conoscenza di pittori come Diego Rivera (tramite cui diverrà amica della moglie, la grande artista Frida Kahlo), Siqueiros e Orozco, di cui fotograferà i murales, e la partenza di Weston per gli USA nel 1926, la convincono ad abbracciare sempre più l’impegno politico e la militanza nel partito comunista messicano. Alla collaborazione con le riviste Mexican Folkways, Creative Art e Forma,  aggiunge quella a giornali dichiaratamente di sinistra come El Machete e New Masses, cui fornisce copertine di incisiva forza espressiva e propagandistica, ritraendo la realtà della lotta tra proletari e campesinos contro le forze reazionarie del paese. Nello sguardo verso questi soggetti ‘sociali’, l’obiettività delle inquadrature si ammanta talvolta di simbolismo politico senza rinunciare tuttavia alla leggibilità immediata e precisa del messaggio.

Nel 1929, con l’assassinio del suo ultimo amante, il rivoluzionario cubano Julio Antonio Mella (che fotografa, straziata dal dolore, sul letto di morte), deve difendersi dalle accuse di complicità nell’omicidio. Scagionata, intraprende un viaggio nell’istmo di Tehuantepec dove immortala soprattutto le donne di quella regione, fiere e dignitose rappresentanti di una cultura matriarcale protrattasi nei secoli.  Nello stesso anno, presso la sede dell’UNAM a Città del Messico una sua personale fa dire a Siqueiros:
“si tratta della prima mostra della fotografia rivoluzionaria in Messico”.

Tuttavia, nel 1930, Tina viene accusata di aver complottato contro il presidente messicano Rubio ed espulsa dal paese. Comincia per lei una stagione di continui trasferimenti da una nazione all’altra, dove si sposta come rappresentante del Soccorso Rosso Internazionale e l’appoggio di Mosca in compagnia di Vittorio Vidali (alias Carlos J. Contreras, rivoluzionario di professione al soldo del Comintern), la cui indole avventuristica ben coglie in un ritratto magistrale. Da Berlino, (in mostra vi sono alcune foto della città in cui scorci monumentali e figure borghesi sembrano già sospesi nell’atmosfera inquieta di una attesa minacciosa) dove rimane sei mesi, si trasferisce a Mosca, collaborando con il giornale di Soccorso Rosso Internationalnij Majak.

Nel 1933 è a Parigi e, allo scoppio della guerra civile spagnola, a Barcellona, sempre con Vidali, che dirige il Quinto Reggimento dei combattenti internazionali antifranchisti (in cui si arruola col nome di Maria, facendo assistenza negli ospedali). Nel 1939 con la disfatta delle forze repubblicane, ripara a Parigi e non rientra a Mosca, stabilendosi in Messico con Vidali, dopo il rifiuto delle autorità americane a concederle il rimpatrio.

Muore nel 1942 in circostanze che molti intesero misteriose in un taxi, dopo una serata in casa dell’architetto Hannes Meyer.

Info mostra

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Pagliasso, Giancarlo (Torino, 1949). Estetologo, scenografo, artista e scrittore. Fondatore, nel 1976, del G.R.M. e direttore dello Studio 16/e (Torino, 1977-90). Teorico e artista dell’Arte Debole (1985-96). Direttore dal 1997, dell’agenzia d’arte Figure. Caporedattore della rivista www.Iride.to. (2002-2004). Ha pubblicato: Déjà Chimera Saggi/Writings, 1987-90 (Tangeri, 2001); La retorica dell’arte contemporanea (Udine,Campanotto, 2011); Il deficit estetico nell’arte contemporanea (Cercenasco, Marcovalerio, 2015); Fotografia 2 (Udine, Campanotto, 2015); Il nuovo mondo estetico (con Enrico M. Di Palma) (Cercenasco, Marcovalerio, 2020). Ha curato: Sheol (Torino, Marco Valerio, 2003); Collins&Milazzo Hyperframes (Udine, Campanotto, 2005); Julian Beck. Diari 1948-1957. (Udine, Campanotto, 2008); Julian Beck. In the Name of Painting (Pordenone, 2009). Curatore di mostre in Italia e all’estero, è uno dei redattori di Zeta (Udine), con cui collabora dal 2005.

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