Il valore di una Residenza e di un’esperienza non solo fotografica – MurgiAMO in tutti i sensi

La parola “residenza” ha un’interessante assonanza con la parola “resilienza”: in effetti, tra le due, almeno nel caso di MurgiAMO – in tutti i sensi, c’è più di un suono in comune.

Nella Psicologia, ma diciamo anche nella realtà di tutti i giorni, la resilienza è la capacità di affrontare in maniera propositiva agli eventi critici, di riorganizzare positivamente la propria vita restando sensibili alle opportunità che la situazione offre, senza perdere la propria umanità e la voglia di tentare e di fare. In una residenza artistica, fotografica e creativa che dr si voglia, chi partecipa ha l’opportunità di soggiornare nel territorio prescelto – da chi organizza, dal curatore, da una struttura, raramente dalle istituzioni, lontane da queste lodevoli iniziative – e di condividere un’esperienza con le persone che a vario titolo ne fanno parte; ha, soprattutto, modo di conoscere luoghi, tradizioni, realtà e persone senza quei filtri e quella superficialità che si manifestano inevitabilmente quando si è solo “turisti”  e non “viaggiatori” e senza assumere quella posizione più tesa e utilitaristica che contraddistingue un po’ tutti quelli che si recano in un posto per lavorare: per tenere un convegno, una mostra, per un festival o una fiera… Il proprio operare professionalmente, invece, in una residenza è fatalmente più spontaneo, meno opportunistico, perché si vive. Si fa ricerca, si scopre, si conosce, ci si confronta, si fa convivio ed è questo che rende tale format – da qualche tempo ancor più praticato nel Sistema dell’Arte, ad esempio – così riuscito. Come nel caso di MurgiAMO – in tutti i sensi, che ha saputo raccogliere attorno a sé 12 fotografi (Nicola Auciello, Eliana Bambino, Federica Campochiaro, Danilo Cannone, Elisa Castoro, Stefano Esposito, Franz Gustincich, Luigi Ieluzzo, Emanuele Mancini, Vito Martimucci, Anna Maria Mazzei, Andrea Miconi), addetti-ai-lavori e accompagnatori in una sorta di bauhaus fotografica. Al di là delle dovute differenze, anche in quella storica esperienza tedesca – Scuola, fenomeno, esperienza diffusa – la creatività era al centro di tutto, ma condita dalle non secondarie attitudine alla condivisione, alla collaborazione e, appunto, alla convivialità. Sono questi gli elementi che rendono la residenzaresilienza qualcosa di speciale, capace di esaltare le doti degli artisti partecipi e dei curatori che si mettono in gioco. Giorno dopo giorno l’impegno e la fatica – perché le tabelle di marcia di una residenza sono accelerate, almeno a considerare MurgiAMO e l’organigramma imposto da Vittorio Cavaliere e la sua squadra – permettono scantonamenti nel privato di ognuno e quelle endemiche ritrosie si stemperano e se il make up cola, se il vestito s’è macchiato, nessuno ci farà caso: sei lì per ballare, bellezza… e non sei da sola né solo.

“Mi presti il cavalletto?” chiede un fotografo all’altro che, generosamente, lo fa; “mi dai una mano?” dice quella a lei o a lui, che corre sollecito; “che ti pare di quest’inquadratura?”; “che ne pensi?”; “hai letto quel tal libro?”; “hai visto quella mostra?”, “Che t’è sembrata?”; così, di passaggio in passaggio, anche guardando il lavoro di ognuno a vicenda, ci si rafforza, e proprio il lavoro ci guadagna; poi, l’umore si alza: ogni mattina, tanto che la sera può diventare monumentale, spingendo a far sempre meglio, e più intensamente. Tarallucci e vino fanno parte anch’essi del contesto (a MurgiAMO, per la verità, s’è trattato di colazioni, pranzi e cene luculliane, in location strabilianti e servizio sollecito, e con chef stellati a creare magnificenze a Km 0, talvolta rinnovate o ingentilite da tocchi originali, o con la mission di portare messaggi di pace – con Taste of Peace).

In residenza si rivive un’atmosfera come quella che accomunava le école, quelle poco accademiche e molto sperimentali, talvolta bohémien, molto genio e sregolatezza, altre più serenamente gestite. Quel che ne derivava e ne deriva sempre sono rapporti umani che riconciliano con la durezza del mondo (se non con tutto il Mondo – con la maiuscola -, con i singoli mondi professionali e personali).

Con la recessione che ha duramente colpito le Arti, l’Istruzione e il Sapere che fecero grande l’Italia, ma con le nostre Istituzioni miopi, sciatte e stolte a tal punto da non comprendere che, invece, quelle ricchezze (queste: ci sono ancora, seppure crollano…) vanno protette, valorizzate e sostenute poiché possono portare anche benessere economico reale (come avviene in altre Nazioni, che infatti si stanno rafforzando nel campo – Cultura e Turismo), oltre che un argine alla barbarie e alla bruttezza, ebbene: la residenza è un escamotage che non costa molto e porta risultati immediati anche in termine di creatività e produzione artistica e culturale. Una, cento, mille Residenze, quindi, come uno, cento, mille tentativi di Resistenza, pardon: Resilienza.

Il CONTEST-RESIDENZA, bando per fotografi e per artisti che scelgono la Fotografia come mezzo privilegiato per il proprio lavoro (due le categorie: Under 35 e Senior) si è tenuto dal 18 al 21 luglio nell’ambito di “MurgiAMO – In tutti i sensi”, manifestazione di promozione e sviluppo delle risorse ambientali e artistiche del territorio della Murgia. E’ stato ideato e curato da Barbara Martusciello per Rotarian Gourmet presieduto da Ciriaco Acampa, con www.artapartofculture.net a far da Mediapartner, si è svolto nel territorio murgiano nelle località che hanno aderito all’iniziativa (in Puglia: Corato, Andria, Altamura; in Basilicata: Matera). Fortemente voluta da Vittorio Cavaliere, anima della manifestazione “MurgiAMO – In tutti i sensi”, la RESIDENZA e il PREMIO sono stati parte di un programma ricchissimo di appuntamenti ed eventi mirati a far conoscere ed esaltare il territorio, le sue bellezze naturali e artistiche: con il Food a fare da protagonista e da magnifico collante.

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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