Arte e creatività del Governo. La tassa sulle possibili intenzioni

GigaTax_MG_8820Immaginatevi di andare a comprare una valigia e scoprire che vi costa il doppio di quanto avevate visto pochi giorni prima. E’ a causa di una tassa, appena entrata in vigore, su quello che potreste metterci dentro. La faccenda non è affatto peregrina, la tassa sulle possibili intenzioni esiste ed è inflitta a tutti coloro che acquistano un oggetto tecnologico con capacità di archiviazione.

La diatriba è scoppiata quando la nota azienda mordimele di Cupertino, California, ha esposto il nuovo listino prezzi, specificando che gli aumenti erano dell’esatto ammontare dell’imposta Franceschini (il Ministro che ne rivendica la paternità) altrimenti detta “per copia privata” o “imposta per il diritto d’autore”.

In pratica, il denaro raccolto con questa bizzarria, sarebbe un “equo compenso” alla SIAE per le royalties vanificate a causa di pirateria e contraffazione. Sarebbe troppo facile, ora, sparare contro a SIAE raccontando delle assunzioni parentali, dello sperpero del denaro e delle briciole che arrivano a certi autori e delle grandi pagnotte che ne ricevono altri. Si potrebbe anche ricordare, come ha fatto Radio 24, che la SIAE assorbe il 25% dell’importo totale dei diritti che si raccolgono in Europa . Diremo, invece, che l’iniquo balzello si somma all’imponibile per determinare il valore aggiunto (in sostanza si paga l’IVA sulla tassa!).

Da un punto di vista politico l’orrore si è consumato: Francesco Boccia, di Bisceglie, Presidente della commissione Finanze della Camera, eletto nella circoscrizione Barletta-Andria-Trani, ha scagliato tuoni e fulmini contro la Apple e gli aumenti di prezzo, arrivando persino ad accusare certe aziende che “si sentono legittimate ad operare nel mercato come più conviene”

La memoria di Nikolaj Briukhanov, che fu Commissario delle finanze di Iosif Vissarionovič Džugašvili (più noto con il nomignolo di Stalin) sembrerebbe avere un ruolo di primo piano nella costruzione della strategia economica di stampo sovietico del duo Franceschini-Boccia, e ciò riporta ad una necessità impellente: trovare qualcuno che abbia il coraggio e l’influenza di avvertire il governo che nell’economia reale del libero mercato le tasse sono un costo aziendale, ed è lapalissiano che vengano riversate sul costo finale, cioè sull’acquirente.

Ecco il testo del Tweet del Ministro:

“Firmato decreto copia privata. Il diritto d’autore garantisce la libertà degli artisti e i costi vanno sui produttori, non sui consumatori.”

Ora mi rivolgo agli artisti che utilizzano dispositivi di archiviazione digitale: vi sentite garantiti nella vostra libertà pagando 5 Euro ogni 100 Gigabyte (sembrano queste le cifre previste, ma ad ora non sono riuscito a trovare i decreti applicativi con le cifre esatte) per immagazzinare le opere sulle quali avete copyright esclusivo?

Dopo aver letto e commentato la fantaeconomia teorizzata in merito alla reazione della Apple, ed avere scoperto che l’Unione Europea impone alle aziende di specificare quale parte del prezzo è relativa alla tassa per copia privata (ma il nostro governo urla allo scandalo perché lo ha fatto), ho scoperto dal mio fornitore che persino le mie fotografie ed i miei filmati sono tutelati attraverso il raddoppio del prezzo dei supporti di archiviazione. Peccato che questa tutela sia intangibile e che sia impossibile farsela riconoscere; infatti, non conosco nessun autore fotografo ne’ artista che sia o si senta tutelato dalla SIAE: voi pensate che se mi iscrivo alla SIAE mi ridanno indietro almeno i soldi pagati in più per i miei dischi rigidi?

Temo di no. Infatti compro i miei supporti via web all’estero, dove gli autori non sono tutelati, ma io lo sono un po’ di più.

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Franz Gustincich è fotografo e giornalista, ha insegnato reportage per sette anni presso l'Università Sapienza di Roma; ha pubblicato sei libri fotografici. Vorrebbe trasferire tutto il suo archivio in pellicola su supporti digitali, senza però pagare una tassa a quei musicisti che di solito non pagano i fotografi.

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