Street Art in una stanza. Principia di Giorgio Bartocci

Principia, immagine del muro

Si sarebbe dovuta chiamare FINIS – giocando con il cognome del curatore e anche con il fatto che questa è l’ultima stanza della 1 art gallery -, invece si è voluto chiamarla PRINCIPA: sorta di wunderkammer pittorica realizzata dallo street artist Giorgio Bartocci nello spazio underground della Casa dell’Architettura di Roma, nato tre anni fa e diretto da Giorgio de Finis che accoglie quella che gli organizzatori definiscono:

“stanza senza tempo, dove figurativo e astratto, passato e futuro, sincronico e diacronico, uguale e diverso, convivono al di là del principio aristotelico di identità e non contraddizione.”

Quella di Bartocci è:

“Lascaux contemporanea, dove il mondo tutto è rappresentato nelle sue forme geografiche, animali e umane. Sebbene le forme siano frammentate, smembrate, mimetiche, vince su tutto il legame che le tiene insieme, collante universale”.

Una visionaria ambientazione, questa di Giorgio Bartocci, che è arte vera, potentemente comunicativa, bella da vedere e soprattutto esternazione di una ricerca con un suo senso, che nulla ha a che fare con bolse, sgraziate, sciatte forme di pseudo street art che oggi sempre più imbrattano le città, Roma più di altre, e si rivelano vandalismo a cui è sconosciuta la valenza antagonista del Graffitismo e affini pratiche di protesta e / o (r)esistenza.

Che in parte ci sia sempre un po’ di autocelebrazione, in questa forma espressiva, è fuor di dubbio: ma in quale esternazione creativa non c’è mai? Qui ne condividiamo lo spirito ed apprezziamo la capacità di tradurre un linguaggio “da esterno” in uno “da interno”, seppure disagevole, sotterraneo, un po’ claustrofobico.

Dice lo stesso artista:

“PRINCIPIA è un linguaggio inventato multiforme, multi-specie, una fitta rete di complesse entità vive, tutte diverse ma tutte uguale, esseri umani animali e extra, tra radici nature e fibre ottiche, contenuti in un universo parallelo che li tiene stretti alla vita come unica virtù della specie.”

Che tipo di panoramica sul mondo, sull’Uomo, sulla vita, sulla realtà (concreta o immaginifica), è questa?

“Non nascondo le mie perplessità sul futuro dell’uomo e della terra ed è per questo che ritraggo figure meticce che fluttuano nel vuoto del futuro. Il collegamento non è artificiale è la realtà. Tutto e tutti siamo uniti in un ciclo continuo”.

Ouroborus?

“Ciclico il tempo, ad anello lo spazio…”

Nessun percorso obbligato, dunque:

“Il visitatore potrà liberamente entrare dall’uscita. E viceversa.”.

Info:

  • Inaugurazione: venerdì 12 settembre 2014, ore 18,30
  • Durata: 12 settembre 2014 – 12 gennaio 2015
  • 1 art gallery, Casa dell’Architettura di Roma _ ex Acquario romano
  • Piazza Manfredo Fanti 47, 00185 Roma
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Paolo Di Pasquale si forma studiando prima Architettura poi Disegno Industriale a Roma, specializzandosi in Lighting design. Nel 2004 è co-fondatore dello STUDIOILLUMINA, dove si occupa principalmente di Architectural Lighting Design e Luce per la Comunicazione: lo Studio progetta e realizza allestimenti espositivi e museali, ideazione della luce, corpi illuminanti, scenografia notturna - nel settore della riqualificazione urbana e in progettazione di arredi (porti turistici, parchi, giardini, piazze etc.)-, piani della luce per alcuni Comuni italiani e spettacoli di luce. Nel 2007 fonda lo Studio BLACKSHEEP per la progettazione di architettura di interni e di supporto alla pianificazione di eventi, meeting e fiere. E' interessato alla divulgazione della cultura della luce e del progetto attraverso corsi, workshop, convegni e articoli. Ha insegnato allo IED e in strutture istituzionali. E’ docente di Illuminotecnica presso l’Istituto Quasar - Design University Roma di nel corso di Habitat Design e in quello di Architettura dei Giardini. E' Redattore di art a part of cult(ure) per cui segue la sezione Architettura, Design e Grafica con incursioni nell'Arte contemporanea. Dal 2011 aderisce a FEED Trasforma Roma, collettivo di architetti romani che si interroga sul valore contemporaneo dello spazio pubblico esistente, suggerendone una nuova lettura e uso con incursioni e azioni dimostrative sul territorio metropolitano.

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