Festival della Letteratura #12. Il popolo che manca. Per ricordare le narrazioni e la visione del mondo di Nuto Revelli. Contributo di Marianna Borriello

Il popolo che manca, Nuto Revelli. Cover
Il popolo che manca, Nuto Revelli. Cover

Nuto Revelli (1919-2004) è stato ufficiale degli alpini in Russia, comandante partigiano; a dieci anni dalla scomparsa, il figlio Marco, Antonella Tarpino ed il giornalista Corrado Stajano, amico di una vita, raccontano a Festivaletteratura la figura e l’opera di Nuto Revelli attraverso letture, documenti fotografici e memorie personali di un uomo che ha dedicato la propria vita a raccogliere le voci dei dimenticati della montagna povera e della campagna cuneese negli anni del boom, ma che è anche di tanto Veneto, Lombardia, Abruzzo.

Il popolo che manca, Giulio Einaudi Editore, riunisce in un’inedita narrazione corale le testimonianze di Revelli raccolte in passato nel suo lungo lavoro. Il mondo del lavoro, la medicina popolare, il gioco d’azzardo, il regime alimentare, il parto e le pratiche matrimoniali. Tutte insieme queste storie ci consegnano un universo di valori e consuetudini che spaziano dal sacro al profano.

L’incontro dedicato a questo prezioso frammento di storia è coordinato da Marco Revelli, anima della fondazione Revelli di Cuneo, è introdotto da Antonella Tarpino, storica, pubblicista e curatrice del volume.

È possibile che da due classici del catalogo Einaudi di Nuto Revelli si generi, insieme al supporto di tanti testi mai pubblicati, un volume a sé stante? Non una raccolta antologica, insomma, né un testo di sintesi, ma un’opera che suona, alla fine di un complesso rimontaggio, come un «inedito»?” Si chiede Tarpino.

Il volume infatti propone, ma con una angolatura diversa, pagine note di Revelli, tratte dalle interviste de Il mondo dei vinti e de L’anello forte, così come testimonianze inedite che non vennero utilizzate nei due libri citati. Antonella Tarpino, infatti, oltre a dare una sistemazione per materie (nascita, lavoro, fede primordiale e universo soprannaturale, guerre, solitudini) ai testi, ha voluto cucire un senso di coralità, di identità culturale collettiva, ai racconti raccolti dall’autore negli anni Sessanta e Settanta.

Alla presentazione del libro interviene anche Corrado Stajano, senatore, giornalista, autore di documentari televisivi ma soprattutto amico di Nuto Revelli, legge commosso un intervento in cui ricorda il compagno ed il suo lavoro di storico del mondo povero e perduto dei “vinti” e delle “vinte”, il cantore degli umiliati e degli offesi, dei contadini e montanari delle sue vallate cuneesi. Ripropone temi revelliani che attraversano tutto il ‘900 e arrivano ai giorni nostri segnati dalla difficoltà politica e sociale di ordinare e guidare trasformazioni epocali.

Le letture di Silvana Kuhtz, PoesiainAzione, portano in scena le contadine ed i contadini del tempo ed il loro territorio. Durante la presentazione dalla sua voce prendono vita soldati, pastori, contadine, preti, streghe e-stregoni, i protagonisti di un mondo che non c’è più, un mondo arcaico, tenace, legato alla terra. Scene di fatica e sacrificio. Un universo ormai alla fine, distrutto da guerre, miseria, emigrazione. Immagini di un tempo in cui non si aveva niente e per appendere il vestito da sposa si piantava un chiodo e con esso, a diciannove anni, la propria gioventù.

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