Festival della Letteratura #13. Insegnare a scrivere ha bisogno di molta sensibilità

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Elisabetta Bucciarelli

Un incontro molto particolare sempre al Festival della Letteratura di Mantova ha visto il coinvolgimento di due affermati scrittori, che ormai da qualche anno mettono a frutto la loro esperienza con corsi riservati a chi desideri provare a scrivere.
Paolo Nori e Elisabetta Bucciarelli si dividono equamente l’ora, prendendo spunto da loro recenti libri per raccontare come si svolgono questi corsi.
Paolo Nori è simpatico e ammiccante: il particolare tono che usa e il marcato accento bolognese coinvolgono il pubblico in risate a cuore aperto.
Elisabetta Bucciarelli emoziona e insegna: ha veramente il dono del sapersi donare agli altri, di riuscire ad aprire una breccia empatica in chi la ascolta.

Ho posto delle domande ai due scrittori, di cui riporto fedelmente la risposta.

Siete entrambi scrittori affermati e insegnanti di scrittura creativa, e ascoltandovi noto differenze e somiglianze, posso chiedervi cosa vi ha spinto all’insegnamento?

Elisabetta Bucciarelli: Cerco parole, linguaggi e storie, in continuazione. Chi si iscrive ai miei laboratori è spesso alla ricerca di ascolto e io so ascoltare. Non insegno nel senso proprio del termine, cerco piuttosto di spostare i punti di vista, di sollecitare i sensi con l’azione, di proporre una forma di artigianato della parola. Faccio il punto sui linguaggi degli altri e nel frattempo scompongo e ricompongo il mio.

Paolo Nori: Non credo di fare un corso di scrittura creativa, non capisco nemmeno cosa voglia dire, l’aggettivo creativo se collegato al sostantivo scrittura, credo sia un calco dall’inglese che non mi sembra abbia niente a che fare con le cose che provo a fare io: nella scuola elementare di scrittura emiliana, che faccio da qualche anno a Bologna, e della quale è uscito adesso un manuale per non frequentanti, non c’è niente di creativo, secondo me, ma magari mi sbaglio. La scuola è venuta fuori nel 2007 su sollecitazione dell’Arci dei Reggio Emilia, ho provato a farla, mi è piaciuta, e ho continuato a Bologna, dove, ormai da sei anni, facciamo tre corsi l’anno.

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Paolo Nori

Tantissime persone sono venute ad ascoltarvi: cosa spinge secondo voi le persone? Curiosità, interesse o altro? Tornano a casa soddisfatte, incuriosite, incredule?

Elisabetta Bucciarelli: Sono felice quando qualcuno mi scrive dicendomi che sono riuscita a stimolare passione e voglia di scrivere. L’ambizione è di provocare piccoli stupori e qualche consapevolezza nuova.

Paolo Nori: Non ho idea né dell’una, né dell’altra cosa; non mi permetto di darle dei consigli ma mi vien da pensare che, se la cosa le interessa, avrebbe forse dovuto chiederlo a loro, alle persone che erano lì.

Dove sta andando la letteratura in Italia?
Domanda difficilissima ma che sommerge di dubbi i lettori…

Elisabetta Bucciarelli: Domanda affascinante e complessa. Credo sia un momento storico, sociale, politico ma soprattutto immaginifico, molto difficile. Serve coraggio, una merce rara, e senso di responsabilità nei confronti dei lettori, perché continuino a fidarsi. Dobbiamo averne cura.
Vedo autori, ma anche editori, che si muovono in questa direzione e spero siano sempre di più. E ci sono luoghi, come il recente Festivaletteratura di Mantova, dove l’attenzione per la parola è massima.
Da lettori abbiamo un potere immenso, più che in altri momenti il nostro parere è fondamentale, ma dobbiamo fare un po’ di fatica: imparare a cercare l’eccellenza, le parole giuste e migliori per noi, che non sempre corrispondono con la potenza del marketing.

Paolo Nori: Ho un’idea vaghissima di dove sto andando io, si figuri la letteratura.

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Angela Catrani vive a Bologna e si occupa di libri da quando aveva sei anni. Alla classica domanda su quale lavoro avrebbe fatto da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l'editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico, che tra le altre sue attività produce libri per bambini per conto di Bacchilega editore di Imola.

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