Le ruspe sulla città si possono fermare dai cittadini uniti. La pineta di Villa Massimo a Roma

Gli alberi della Pineta di Villa Massimo, Roma

Art a part of cult(ure) ha già raccontato, circa un anno fa, dello scempio tentato nella bella area verde di Villa Massimo a Roma, titolando l’articolo “Le ruspe sulla città” (http://www.artapartofculture.net/2013/02/05/le-ruspe-sulla-citta-roma-e-la-pineta-di-villa-massimo/) alludendo, piuttosto chiaramente, al magnifico e durissimo film di Francesco Rosi Le mani sulla città. La pellicola, datata 196, che denunciava la spietata speculazione edilizia dell’Italia degli anni Sessanta, reca una didascalia che sembra buona per tutti i tempi e le situazione italiane, anche più attuali:

«I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce.»

Ecco una premessa da cui riprendere l’approfondimento su una questione aperta che, grazie ad un nucleo di volenterosi cittadini, ha preso una piega positiva piuttosto che la solita virata verso un burrone che sta precipitando gli italici Beni pubblici verso l’abbandono, l’incuria, la cartolarizzazione selvaggia e l’auso e abuso di interessi privati sulle cose collettive.

Dunque i (mis)fatti riguardano una delle maggiori ville suburbane situate lungo la via Nomentana a Roma; la tenuta si estendeva per oltre venticinque ettari ed era compresa tra la Villa Torlonia e l’attuale Piazza Bologna. Oggi le aree che mostrano l’aspetto originario dei luoghi sono il parco dell’Accademia Tedesca, il casino nobile e la pineta pubblica del viale di Villa Massimo. E’ evidente come questo territorio rappresenti un vitale polmone verde per la Capitale assediata da traffico, smog e palazzinari. Villa Massimo è una pineta molto importante e grande (7.300 mq) che era seriamente minacciata dalle ruspe e da un ripristino anomalo che non ne tutelava né la storia né l’integrità.

Per recuperarla alla giusta fruizione ed evitarne lo scempio, si è mossa la gente che si è affiancata in maniera virtuosa e competente riuscendo (almeno sin qui) ad averla vinta, e a ragione: segno che “l’unione fa la forza”, se questa è a fin di bene, e riesce a fare come Davide con Golia fronteggiando persino la mala-istituzione. Un po’ quello che stanno dimostrando altri Comitati cittadini e i nuclei dei Retake  RetakeRoma (o staccato: Retake Roma) primo tra tutti: (http://www.artapartofculture.net/2014/09/04/pionieri-13-retakeroma-cose-questonda-che-sta-travolgendo-in-positivo-la-citta-con-breve-intervista-a-rebecca-spitzmiller/ – che si battono per arginare degrado e abusi pungolando – o andando anche contro, se necessario – le istituzioni che dovrebbero garantire, invece, difesa e valorizzazione culturale, pubblica e urbana nonché la legalità.

Così, un Comitato per la difesa della pineta di Villa Massimo, ben organizzato, documentato e agguerrito, ha denunciato un “ennesimo atto di arroganza del potere e dalle miserie di una politica (…) che disattende le necessità dei suoi cittadini” e portando chi di dovere al rispetto di alcune regole basilari che hanno permesso di vedere (si spera prestissimo) restituita questa meraviglia alla città e a chi la vive e la abita.

Nell’ormai lontano 2001 il Comune di Roma diede in gestione la pineta di Villa Massimo a due concessionari privati; nel 2010 uno dei due acquisì l’intera quota di concessione e presentò un progetto di riqualificazione; dal 14 gennaio 2013 le ruspe si erano messe al lavoro – come raccontavamo – “per modificare profondamente tale realtà verde con la costruzione al suo centro di un eco-mostro commerciale di 400 mq, che si aggiunge ad un altro monumentale ristorante di più di 500 mq e senza una progettazione estetica rilevante”, mentre gli abitanti denunciavano ampliamenti e abusi.

Dopo una prima petizione, che abbiamo contribuito a comunicare, e sostanziali movimentazioni e azioni del Comitato, il Consiglio di Stato ha annullando la sentenza del TAR, che aveva dato torto al Comitato ma che questi aveva impugnato, annullando anche tutti gli atti di manomissione e privatizzazione della pineta prodotti dal Servizio Giardini del Comune di Roma dal 2009 condannando Comune di Roma e Concessionario privato con sentenza pubblicata (9 settembre 2014).

Come ci dicono dal Comitato, e come la sentenza evidenzia:

“in attesa dell’applicazione della sentenza, si ricordano alcuni elementi su cui il Consiglio di Stato non è stato chiamato a pronunciarsi e su cui Municipio Roma 2 e Comune di Roma fino ad oggi hanno evitato di intervenire:

La pineta di villa Massimo è area di proprietà comunale ubicata tra viale di Villa Massimo e via Ravenna nel territorio del Municipio Roma 2 ed è area sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della Dichiarazione Ministeriale del 23 febbraio 1927.
Il comandante del Nucleo Emergenze della Polizia Municipale ha inoltrato in data 28 agosto 2013 (prot. 164281) alla Polizia Municipale e all’U.O. Tecnica del Municipio ex 3 la relazione dell’arch. De Marchis, ausiliario di P.G., da cui si evince, che tutte le costruzioni realizzate ante e post la convenzione-concessione in atto nel Punto verde Qualità 3.2 V.le di villa Massimo sono state realizzate senza concessione edilizia.
Nella Convenzione-Concessione in vigore, Punto Verde Infanzia 3.2 Viale di Villa Massimo, ci sono abusi di ogni tipo e in particolare:
– il previsto bagno pubblico, è stato privatizzato dal concessionario;
– si ha un’occupazione abusiva di suolo pubblico che ha pressoché raddoppiato l’area concessa;
– l’orario di apertura e chiusura del parco è difforme dall’orario previsto per i parchi e giardini comunali protraendosi fino alle 2 di notte per il punto di ristoro.”

E Municipio e Comune come hanno risposto?

“L’inerzia del Municipio Roma 2 e del Comune di Roma si è protratta nonostante che:
Italia Nostra Sezione di Roma ha inviato la nota Prot.6307/2013 del 05.12.2013 avente per oggetto Pineta di Villa Massimo – Richiesta di attivazione dell’autotutela sugli atti di modificazione dell’area intervenuti negli anni; 
il Presidente del Municipio con nota Prot. CB31624 del 25.03.2014 scriveva:

“Segnalo inoltre che l’esecutivo, all’unanimità, ritiene opportuno verificare, allo stato attuale e tramite gli uffici competenti in indirizzo, il rispetto della convenzione/concessione da parte del concessionario, con particolare riferimento ai manufatti realizzati dal punto di ristoro,agli orari di apertura e chiusura, alla relativa occupazione di suolo pubblico ed al pieno utilizzo dei servizi igienici da parte di tutta la cittadinanza”.

Sulle stesse problematiche è la nota Prot. 227 del 09.04.2014 del Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale on . Athos De Luca.”

Che dire di più? Sin qui tutto bene…

Nell’articolo che art a part of cult(ure) pubblicò si concludeva in maniera speranzosa indicando il potere positivo che poteva avere un’unione di persone affiancate tra loro per una causa comune: ribadiamo il concetto, vedendone qualche frutto. Sì: il peso dell’azione coesa non è ininfluente e rappresenta una – oggi sempre più necessaria – rimodulazione civica, culturale e politica (nel senso nobile del termine) che è anche esistenziale.

Qualche altra info:

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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