Margaret Atwood, tra fantascienza e realtà. A Roma ho incontrato la leggenda

Di ogni arte si può parlare usando il linguaggio di un’altra arte”.

E voglio partire da qui per raccontare lo straordinario incontro con Margaret Atwood che si è svolto il 17 settembre sera, al Teatro Argentina di Roma, quale evento conclusivo del Festival delle Letterature 2014.

Parlare di Margaret Atwood significa affrontare un mito, e questo incute soggezione.  Ci sono volute quattro scrittrici e giornaliste, Maria Rosa Cutrufelli, Lia Migale, Bia Sarasini, Giorgia Serughetti, per raccontare una tale scrittrice, i suoi libri, il suo impegno sociale. Ognuna di loro ha posto domande articolate, profonde e lei non si è risparmiata. Margaret Atwood è una donna simpaticissima, con un profondo senso dell’ironia e uno humor niente affatto anglosassone. Ma in fondo è canadese, e forse il suo spirito le viene proprio da quella terra di emigranti e coloni, uno dei luoghi più multietnici del pianeta. Dalla mescolanza e dalle diversità viene l’arricchimento interiore.

Ma cosa significa la frase con cui ho introdotto il mio scrivere? La domanda centrale che le è stata posta riguardava la “condizione dello scrittore”.
Dice la Atwood: “La richiesta che continuamente fanno a me e agli scrittori in genere è “Perché lo fai?”. In realtà questa è una domanda insensata e fallimentare. La domanda giusta dovrebbe essere: Che effetto fa entrare in un romanzo? Beh, nessuno è in grado di rispondere, ma alla fine tutti concordano col dire che scrivere è come trovare una luce che definisce i contorni di ciò che si percepisce al buio. Quindi entrare in un romanzo è rendere visibile qualcosa su un foglio bianco. La scrittura in questo modo diventa una metafora visiva. Ma lo stesso vale per la musica, per la pittura. Si scrive sempre qualcosa, con linguaggi diversi. Ecco perché l’arte si può raccontare col linguaggio di un’altra arte.

Affascina questa donna elegante, dall’incedere leggero, la voce profonda, la risata contagiosa. Le viene chiesto come mai nei suoi libri c’è sempre tanta violenza e anche tanto sesso. Nel primo caso, dice la Atwood, io potrei quasi sembrare una romanticona se paragonata a tutta la violenza che da sempre c’è nella letteratura, nella mitologia, nella Bibbia addirittura. La storia dell’uomo è permeata di violenza. Possono cambiare i parametri, i motivi delle nostre lotte, ma la violenza c’è sempre e comunque, anche quando si persegue la pace. Pensiamo alle giovani donne fino agli anni 70. Reduci dalle violenze delle guerre, loro lottavano per il diritto al voto, per un lavoro ben retribuito. Oggi le giovani donne discutono di stupri e femminicidi. Il sesso? Il sesso fa parte della vita, a qualunque età lo si sperimenti. Nei libri della trilogia dell’Adamo Pazzo (editi da Ponte alle Grazie e che l’autrice sta portando in tour in Italia) la sessualità viene esaminata ed esplicata per ciò che concerne il controllo. Si racconta una sessualità epurata da tutte quelle implicazioni diverse dal semplice esercizio fisico. Eppure i personaggi femminili continuano a percepire una sessualità dominata dal desiderio. Questa è una storia lunga quanto quella dell’uomo, cioè più o meno da quando l’uomo ha scoperto da dove vengono i bambini.

Ascoltandola mentre si svela a noi quasi si dimentica che la Atwood è forse la più grande scrittrice vivente. Non si pensa a tutti i premi che ha vinto, al suo impegno sociale contro il degrado del nostro ecosistema, alle sue lotte femministe. La sua stessa vita è fonte d’ispirazione dei suoi romanzi di fantascienza, dei suoi racconti, o viceversa, senza soluzione di continuità.

Tra reading e domande alle quali non si è mai sottratta, l’incontro con Margaret Atwood è giunto al termine. Voglio però chiudere con una curiosità: pare che lei ami particolarmente le uova perché, dice, l’affascina la forma e, soprattutto, l’idea che l’uovo possa essere un mondo racchiuso in sé stesso.

Non mi dilungo oltre. Devo leggere l’ultimo capitolo della trilogia dell’Adamo Pazzo.

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Cetta De Luca, scrittrice, editor e blogger vive a Roma. Ha al suo attivo sei pubblicazioni tra romanzi e raccolte poetiche. Lavora nel campo dell'editing come free lance per la narrativa e collabora alla revisione di pubblicazioni di didattica nell'ambito letterario. Cura un blog personale http://www.cettadeluca.wordpress.com e spesso è ospite dei blog Inoltre e Svolgimento.
Nel poco tempo libero che le rimane tra lavoro e figli si impegna nell'organizzazione di eventi per il mondo letterario e, nello specifico, per gli scrittori.

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