Festival Internazionale del Film di Roma 2014: As the Gods Will

Kamisama no iutoori_livello-MatrioskaIl regista giapponese Takashi Miike è tornato al Festival Internazionale del Film di Roma (16-25/10/2014) con un’altra delle sue straordinarie pellicole. Per chi conosce il suo stile eclettico, tragicomico e orrifico As the Gods Will (sezione Gala) è un’altra incredibile conferma del genio di un regista continuamente in evoluzione.

As the Gods Will (“Kamisama no iutoori”), tratto dal popolarissimo manga omonimo, ha come protagonisti degli studenti di un liceo giapponese improvvisamente intrappolati in una sorta di Hunger Games – che in questo caso ha l’aspetto di un cubo bianco sospeso in cielo – attivato forse dai desideri di Shun Takahata (Sota Fukushi), un adolescente annoiato e indolente. I giovani sono costretti a partecipare a giochi in cui la posta in gioco è la vita (partendo dal Daruma per arrivare alla Matrioska), e di loro sopravvivranno solo gli eletti, “i figli di Dio”. Non basteranno forza, intelligenza e immaginazione a trarli definitivamente in salvo: una quarta qualità, piccola e potente, determinerà la loro sorte.

La scenografia in buona parte ispirata a quella dei videogame rende ancora più (in)calzante e (in)credibile la trama e il divenire del film. Dei cinque livelli, ognuno dei quali vede man mano ridursi il numero degli studenti-giocatori, quello orchestrato meglio è quello dedicato al Maneki-neko, il simpatico “gatto della fortuna” giapponese che seppur qui appaia in una veste enorme, terrificante e spietata rimane pur sempre un gatto, che oltre a gradire i topi (aka gli studenti travestiti da topini grigi) non disdegna qualche grattino sulla schiena…

Il film, come piace a Miike, ha un finale aperto: gli Eletti escono sì dall’Hunger Games, ma l’apocalisse è appena cominciata.

Quest’anno, come è noto, Takashi Miike non è venuto al Festival di Roma solo per presentare un’altra meravigliosa opera cinematografica, ma anche per ritirare (finalmente) un meritato premio: il Maverick Director Award. Chissà se il voto del pubblico confermerà la scelta del Direttore artistico Marco Müller e del Cda o gli preferirà ad esempio Trash di Stephen Daldry, per ora uno dei candidati più papabili, dato anche l’ottimo afflusso in sala, per il Premio del Pubblico BNL | Gala.

 

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Giornalista pubblicista dal 2012, scrive da quando, bambina, le è stato regalato il suo primo diario. Ha scritto a lungo su InStoria.it e ha aiutato manoscritti a diventare libri lavorando in una casa editrice romana, esperienza che ha definito i contorni dei suoi interessi influendo, inevitabilmente, sul suo percorso nel giornalismo. Nel 2013 ha collaborato con il mensile Leggere:tutti ma è scrivendo per art a part of cult(ure) che ha potuto trovare il suo posto fra libri, festival e arti. Essere nata nel 1989 le ha sempre dato la strana sensazione di essere “in tempo”, chissà poi per cosa...

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