Fotograficamente parlando. Emerging European Talents. Roma-Europa

Marius Schultz, Lill Ladies in the water dalla serie First there there was nothing

Quattro fotografi (Adam Panczuk, Marius Schulz, Carlotta Cardana e Alex Cretey Systermans) per Emerging European Talents. La fotografia emergente è di scena ad Officine Fotografiche inserita all’interno della XIII edizione di Fotografia – Festival Internazionale di Roma, a cura di Arianna Catania e Sarah Carlet.

A fare da conduttore della mostra il focus tematico scelto quest’anno da Marco Delogu: il ritratto. Il ritratto, quel genere fotografico che trova le sue origini proprio nella sua valenza sociale e contemporaneamente di indagine antropologica, quegli usi, costumi e tradizioni che sono pedine culturali di una nazione.

La Polonia, la Norvegia, l’Inghilterra e la Francia raccontano attraverso il portrait alcuni loro micro-mondi, realtà personali che si uniscono insieme per dare luogo a vere e proprie tradizioni sociali e culturali. Uno zoom su spaccati di vita di diverso genere: dalle più particolari e specifiche dinamiche familiari (Marius Schulz e Alex Cretey Systermans) a quelle che invece riguardano più direttamente un concetto di “identità sociale” acquisita da una comunità di persone (Carlotta Cardana e Adam Panczuk).

Carlotta Cardana, fotografa di Verbania residente a Londra, con Mod Couples documenta uno stile di vita: la cultura Mod degli anni ’60/’70 adottata ancora oggi in Inghilterra. Un voler rimanere ancorati ad un passato che faceva della musica e del look i propri cavalli di battaglia. Una documentazione, quella della fotografa italiana radicata ormai nel Regno Unito, che arriva all’occhio con le sue tinte leggere e un lieve senso di ironia, scaturito dall’insieme di quei dettagli che, come allora anche adesso, hanno fatto dei Mod una vera tendenza, e non un semplice “capriccio modaiolo”.

Per Adam Panczuk l’analisi approfondita della parte est della sua Polonia e nello specifico della sua popolazione, gli Zarczebs, viene puntellata da ritratti in b/n che ne fanno emergere l’attaccamento alla terra madre. Una comunità che fa della terra la pedina fondamentale della propria sussistenza e che contestualizza ogni singolo volto ritratto da Panczuk. Viscerale e materico, Zarczebs sta riscuotendo il meritato successo per la realizzazione di un progetto che affonda le radici in una profondità che trapela nei volti e nella natura che li accoglie.

Il progetto espositivo di Emerging European Talents fa emergere 4 mondi autonomi, i cui dettagli creano un privato vocabolario di sussistenza.

La realtà familiare viene mostrata da Marius Schultz e Alex Cretey Systermans con delicatezza ed affettività, uno sprigionarsi di sentimenti che appartiene alla storia di tutti.
Per Schultz il focus è puntato sulla storia di due sorelle dai capelli rossi, sulla loro crescita in un periodo, la pubertà, partenza di grandi cambiamenti ed evoluzioni; il francese invece approfondisce ciò che accade in una famiglia intera, all’interno della sua famiglia. La crescita delle due bambine di First there was nothing è fatta procedere in parallelo dal fotografo norvegese con l’andamento delle stagioni e tutto ciò che ne comporta: una natura che cambia nei colori e nella forma, nell’aspetto e nell’essenza. Una dolcezza e leggerezza dell’immagine paragonabile allo stile giapponese, in cui anche le foglie paiono avere respiro. In un periodo della vita in cui la trasformazione avviene come un fiore che sboccia, il fotografo norvegese è riuscito a dare forma ad un lavoro avvolgente come un manto di foglie d’autunno.

Infine, il francese Alex Cretey Systermans indaga su ciò che converge all’interno di un vero e proprio nucleo familiare. I ritratti che danno vita a “Familiar” non sono esclusivamente volti, ma anche oggetti, oggetti intrisi di memoria, perni necessari per punteggiare la storia di un’intera famiglia.

Info

  • Emerging European Talents
  • Officine Fotografiche
  • Via Giuseppe Libetta, 1, 00154 Roma
  • Tel.: 06 9727 4721
  • www.officinefotografiche.org
  • dal 10 al 31 ottobre
  • a cura di Arianna Catania e Sarah Carlet
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Laureata in Lettere e Filosofia indirizzo giornalistico con una tesi sulla fotografia psichiatrica, con citazione di tale ricerca nella versione anastatica di “Morire di classe” (Einaudi, 1969), fotoreportage di Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin che nel 2009 Duemilauno-Agenzia Sociale ha ristampato, è giornalista pubblicista dal 2008. Dal 2010 lavora presso Palombi Editori in mansioni commerciali e di distribuzione. Ha scritto per numerose riviste d'arte e curato mostre seguendo autori che praticano il linguaggio fotografico e progetti di critica fotografica. Tale attività prosegue attualmente.

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