A Più libri più liberi le donne si ritrovano, come nelle sere d’estate, e ci raccontano la loro “Gita al Faro”

Lipperini, Rasy, Venezia, Lattanzi

Il Caffè Letterario di Più Libri Più Liberi è un luogo di incontri spesso piacevoli, altre volte un po’ noiosi, diciamolo, ma sempre e comunque interessanti. Sabato 6 dicembre ho partecipato a un incontro felice, come fare quattro chiacchiere tra donne, magari amiche, magari complici… E le chiacchiere mi hanno condotta in mezzo al mare.

Ventotene non è un’isola famosissima, non è una meta turistica particolarmente ambita, e forse qualcuno non sa neppure bene dove sia. Ventotene è un granello di roccia portato dal vento davanti alla costa laziale, un luogo la cui anima respira Natura e Storia e che incanta chi ha la ventura di raggiungerla, almeno una volta nella vita.

Ma cosa c’entra Ventotene con Più Libri Più Liberi? C’entra, perché in questo luogo magico e incantevole ogni anno si radunano scrittori, come druidi per un rito propiziatorio. In realtà vengono “sequestrati” per sei giorni, attratti dall’idea di fare una Gita al Faro chi non ha mai subito il fascino di un faro almeno una volta nella vita?- e poi invitati a conoscere l’isola, a percorrerla, a guardarla. E a raccontarla.

Scrittrici e scrittori confinati per sei giorni sull’isola di Ventotene, a scontare il loro privilegio: essere scrittrici, essere scrittori.  Condannati a esercitare il dono supremo dello sguardo,  quell’attenzione mirata che genera storie…” 

A Più Libri Più Liberi Loredana Lipperini, direttore artistico per l’edizione 2014 del Festival Letterario Gita al Faro di Ventotene, ci racconta questa avventura estiva (la terza settimana di giugno) presentando la raccolta dei racconti che i nove scrittori quest’anno hanno prodotto: L’isola delle storie. Le sue ospiti, le scrittrici Elisabetta Rasy e Mariolina Venezia, e Antonella Lattanzi per l’Associazione Tùrbìne, ci hanno raccontato gioie e dolori, perplessità e stupore, e tutte le suggestioni del ritrovarsi al confino per recuperare una sorta di fratellanza letteraria.

L’isola delle storie è dunque un racconto collettivo, ma racchiude in sé ogni sfumatura, ogni emozione individuale che gli autori hanno saputo cogliere nel loro peregrinare, restituendo così all’isola ciò che da essa hanno ricevuto. Per quattro giorni hanno passeggiato, esplorato, goduto di ogni scorcio naturale, conosciuto la gente, indagato i luoghi storici, e hanno meditato.
Sì, perché ciò che differenzia Gita al Faro dagli altri festival letterari è che si basa sull’interiorità, dove lo scrittore è obbligato prima a un dialogo con sé stesso, e poi a comunicare.
I racconti che scaturiscono, inediti, veri, da questa profonda introspezione, sono poi condivisi col pubblico e tra gli autori stessi nelle due serate finali, sotto al Faro di Ventotene appunto, in mezzo ai boschi e, quando c’è, in compagnia della luce della luna. Si condivide il mestiere solitario della scrittura, e questo ossimoro a Ventotene pare funzioni benissimo.

Una particolarità: nel 2015 Gita al Faro si gemellerà con un altro Festival Letterario, che si svolge a Gavoi, in Sardegna, e che si intitola L’isola delle storie, come il libro che è stato presentato a Più Libri Più Liberi. Non è certo un caso…

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Cetta De Luca, scrittrice, editor e blogger vive a Roma. Ha al suo attivo sei pubblicazioni tra romanzi e raccolte poetiche. Lavora nel campo dell'editing come free lance per la narrativa e collabora alla revisione di pubblicazioni di didattica nell'ambito letterario. Cura un blog personale http://www.cettadeluca.wordpress.com e spesso è ospite dei blog Inoltre e Svolgimento.
Nel poco tempo libero che le rimane tra lavoro e figli si impegna nell'organizzazione di eventi per il mondo letterario e, nello specifico, per gli scrittori.

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