Libri come. Il giardiniere Gilles Clément ed il pedagogo Daniel Pennac

Gilles Clemént - ph. Piero Bonacci

Attraverso le parole di Gilles Clément sembrava di sentire il fruscio delle erbe naturali, il dialogo delle piante timide, il gorgoglio delle acque continue ed il calore delle zone desertiche abbandonate’. Ed in tutti questi messaggi della natura c’era la Vita. Quella vita che,  secondo Clément, nel territorio antropizzato e bistrattato rinasce continuamente dai nostri trattamenti spietati di sterilizzazione.
Il grande naturalista Gilles Clément, malgrado tutte le distruzioni, non dispera mai.

Un filosofo, un teorico, che ha scritto libri come Il giardino in movimento, Il giardino planetario, Il manifesto del terzo paesaggio Un progettista di famosi parchi e giardini (Parco Matisse a Lilla, La Defense, Parco André Citroen, ed il Giardino del Museo di Quai de Branly a Parigi, una delle nuove meraviglie di questa città illuminata e sempre illuminista).

Io sono un giardiniere – si è presentato con la sua lunga conversazione Gilles Clemént – ricordando le definizioni di paesaggio (tutto quello che è sotto i nostri occhi) di ambiente (quello che ognuno vede in maniera diversa) e giardino (quello che si progetta con forme che lascino messaggi di civiltà). Con l’acqua sempre come elemento centrale, per ricordare che siamo tutti nello stesso bagno d’acqua, in perenne riciclaggio fisico ed ambientale. E con la presenza della biodiversità dalla quale riceviamo la vita. Biodiversità da non esaurire con le nostre coltivazioni inquinanti (fertilizzanti, anticrittogamici, diserbanti, metalli pesanti, ecc.). La nostra fortuna è quella, dopo aver padroneggiato e maltrattato la natura, di vedere il suo miracolo di rimarginazione delle ferite e della rinascita di piante ed animali.

“La salvezza si trova quindi nel paesaggio terzo – ha continuato Clément – dove sui terreni abbandonati ritornano le foreste e tutte le erbe spontanee. Che non dovrebbero essere considerate inutili od infestanti ma gestite dall’uomo per una migliore utilizzazione naturale e produttiva. Quando le specie distrutte ma dormienti riescono a rinascere occorrerebbe tornare all’agricoltura eroica a basso inquinamento, con l’agricoltura biologica o la permacultura.  E attraverso la poliattività, contraria alla monocultura ed ai modelli imposti dalle programmazioni decise dai governi o dalle strategie sbagliate della CEE (Leggi Pac) ricominciare un nuovo ciclo produttivo ed economico”. “Ma come combattere le Banche private dei semi e l’indebitamento forzato degli agricoltori ?” Si è interrogato Gilles Clemént.Per lui purtroppo i politici sono ignoranti come tanta gente, perché non è stato mai loro insegnato che il pericolo di estinzione non riguarda le grandi colonie delle piante e delle erbe. Il mondo vegetale riesce a rinnovarsi anche dopo secoli di catastrofi immani, mentre il prezzo più grave lo pagano gli esseri umani.

Daniel Pennac - Ph Piero Bonacci

Daniel Pennac è conosciuto soprattutto per il ciclo di Malausséne, una serie di romanzi che parlano di Benjamin Malausséne capro espiatorio di professione, con la sua grande famiglia composta di fratellastri e sorellastre e di una madre sempre innamorata, un uomo normale pronto a risolvere delitti in una banlieue di Parigi, Belleville.

Il mio mestiere è insegnante di professione e pedagogo per ragazzi disadattati”, così si è definito Pennac  al pubblico dell’Auditorium, presentando il suo ultimo libro L’amico scrittore, una lunga intervista  conversazione con Fabio Gambaro presente con lui.
Il libro parla della sua storia. A cominciare dall’esperienza scolastica in cui la paura gli impediva di interessarsi allo studio, cercando come studente cattivo mille scuse e bugie. Poi a 15 anni un professore riuscì a fargli scrivere in un trimestre (20 pagine a settimana) un libro che gli cancellò l’inibizione a studiare. A questo punto Pennac trasformò la sua esperienza in sapere pedagogico e con quest’arte ha insegnato a tutti gli allievi inibiti a salvarsi dalle loro paure, da se stessi. Soprattutto a non rifiutare la conoscenza e ad uscire dall’ignoranza. Come deve fare un buon professore ha aiutato molti ragazzi ad evitare la violenza, a trovare la propria strada.

Purtroppo oggi – ha aggiunto Pennac – i giovani sono stati trasformati dalla pubblicità, dalla televisione e dagli altri media in iperconsumisti. I bambini scambiano i consumi immediati materiali per bisogni fondamentali. Per cui le esigenze di scrivere, leggere, ragionare, che daranno i frutti nel futuro non diventano più essenziali”. L’amico Fabio Gambaro ha chiesto poi a Pennac come si interfacci con la scrittura. “Prima di scrivere ho sempre dei dubbi – ha risposto Pennac – ma poi quando mi immergo nel plancton della scrittura (con una metafora come una balena), non ho più dubbi e provo un immenso piacere. Ho fatto esperienze diverse di scrittura, secondo i generi, ma una volta entrato nella lingua e nei meccanismi del genere, mi lascio trasportare. Ad esempio ho inserito storie di persone in articoli medici. Per i miei saggi sono ispirato da quello che vuole il lettore. Nel romanzo non vedo il lettore che deciderà lui stesso se gli è piaciuto quello che ho scritto”.

Alla domanda se nei suoi rapporti con gli altri scrittori ne venga ispirato, Pennac ha risposto che con Shakespeare si trova in difficoltà di assorbimento, così come con Céline che trova eccezionale. Melville lo recita a teatro. Degli italiani i grandi sono Gadda e Calvino, tra i moderni gli piacciono Paolo Giordano e Silvia Avallone, ed è entusiasta di Elena Ferrante. Alla domanda se abbia voglia di continuare il ciclo di Malausséne ha risposto che negli ultimi anni la società è molto cambiata e forse non riuscirebbe a far vivere i suoi personaggi nell’era dei telefonini supertecnologici.

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Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

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