Un Centro commerciale a Roma si riapre all’Arte

EUROMA2, Centro Commerciale a Roma
EUROMA2, Centro Commerciale a Roma
EUROMA2, Centro Commerciale a Roma

Dopo una prima esperienza simile lo scorso anno, il Centro Commerciale Euroma2 torna a presentare e accogliere, in collaborazione con l’attivissimo Centro Culturale Elsa Morante, la seconda edizione di Mass Art, un progetto che ha l’obiettivo di portare l’Arte in luoghi alternativi alla sua consueta fruizione, mirando a rendere l’Arte accessibile al grande il pubblico e a ingresso gratuito.

Come sempre, le Avanguardie hanno fatto scuola, così come gli anni Sessanta: pensiamo alle mostre organizzate nei saloni automobilistici, per esempio, nelle autoscuole, indossate e nei supermercati… In Mass Art lo spirito è simile e sembrerebbe intensificare una stagione di tentativi da parte dell’Arte di accettare la sfida: non a “popolarizzarsi” ma di scegliere un luogo più “popolare” per mostrarsi. Nessun abbassamento, dunque, in questa iniziativa, ma generoso sforzo di giungere a più fruizione possibile nella speranza di ingenerare curiosità intellettuale, o di confermarla con ulteriori stimoli creativi e poetici, e di dar vita a qualche buon cortocircuito dei sensi…

Se ciò sarà fattibile davvero, quindi se si conquisteranno nuove persone all’Arte e si costruiranno nuovi collezionisti dipenderà da tante variabili ma lo spirito che muove il tutto è lodevole. In quasi un mese – dal 21 marzo, giorno dell’inaugurazione, al 12 aprile, quindi con la Pasqua compresa! – uno dei Centri Commerciali tra i più grandi e iconici a Roma – architettonicamente discutibile e discusso, ma in questo discorso poco importa – si trasformerà un pochino per abbracciare l’Arte. Ecco presenti Emilio Conciatori, un grande senior che molti conoscono anche per la sua collaborazione con Stanley Kubrick, che gli commissionò la famosissima locandina italiana del cult 2001 Odissea nello Spazio; molta figurazione, e tra questa linguaggio pop: ovviamente, arrivano più facilmente: Esteban Villalta Marzi, Giampaolo Atzeni, Sabrina Barbagallo, Elena Boccoli, Paul Critchley, Daniele Contavalli, Fernando Di Nucci, Lucio Fabale, Gabriele Giardini, Roberta Gulotta.

C’è anche tanta Fotografia: Michelangelo Arizzi , Fabio Gasparri, Guido Laudani, Gilberto Maltinti, Pasquale Modica, Claudio Orlandi, Roberto Petitti, Eva Tomei e Giovanna Zinghi analizzano, chi in modo palesemente pop chi in maniera sofisticata, il tema dell’icona.

Mass Art, infatti, quest’anno è diventa IKON perché il tema dominante – su sollecitazione dell’ideatore Pier Luigi Manieri – vuole rappresentare un’indagine sulle nuove icone contemporanee e sul confronto con le precedenti immagini simboliche di un’epoca. Il tema nasce da un interrogativo: “chi e cosa diventa culto, e perché?”. Qual è, se ancora c’è, la pervasività delle figure delle varie “piccole divinità parlanti” (secondo la definizione di Peter Brown)?

Barbara Martusciello, nel testo critico sull’argomento cita, oltre a Brown e Debord, non a caso il filosofo Michel Maffesoli  fondatore della sociologia del quotidiano e teorico del neotribalismo – e il suo Iconologies. Nos idol@tries postmodernes (Paris, Albin Michel, 2008):

“i miti, cristallizzazione dei sogni collettivi, permettono a una società di essere quel che è”.

Se ne deve prendere atto senza troppo snobismo. Come fanno anche gli artisti.

In questa mostra essi si confrontano sul piano della suggestione visiva, trasfigurano il contemporaneo e l’universale attraverso personaggi, simboli e contenuti. Dal soggettivo all’oggettivo – passaggio che, appunto, trasforma cose e persone in immagini mitiche ecco, quindi, una selezione di personaggi, luoghi, invenzioni che sono struttura stessa dell’immaginario collettivo, esaltati dal talento e la sensibilità di 20 artisti contemporanei.

Così Pier Luigi Manieri:

“questa iniziativa pone per un tempo definito Euroma2 nell’agone del Sistema dell’Arte, ma alternativo, altro; diventa un’enorme galleria d’arte, forse la più grande del mondo, dove artisti, siano essi fotografi, pittori e scultori, si mettono in gioco proponendo il loro lavoro nelle vetrine dei negozi, all’interno degli Show-rooms…”

Dal non luogo e tempio del consumismo a nuova piazza culturale?

“Tutti qui stanno partecipando a una sorta di tentativo di riformulazione di quella che può diventare – sì, dici bene – anche una piazza culturale, luogo d’incontro e intrattenimento anche nel nome delle arti visive.”

Sono state pensate o sono nate particolari interazioni con lo spazio del Centro Commerciale?

“Diciamo che c’è un dialogo: le opere dialogano con gli interni del Centro e dei negozi, con l’arredamento d’interni, con i tessuti… Sono appese, mostrate perché la meccanica è duplice: da un lato, l’arte si espone, dall’altra, interagisce a suo modo per esempio con la moda che è negli show-room: questa, così, si certifica come linguaggio culturale.”

Questo dialogo ha avuto molti precursori: i Futuristi, Bauhaus… (l’argomento è stato trattato dal nostro webmagazine già in: http://www.artapartofculture.net/2013/09/15/arte-e-moda-1-contaminazioni-crossover-e-storia-di-una-relazione-non-sempre-dangerous/)

“Oh, certo; e basti osservare come Andy Warhol ritraeva Yves Saint Laurent che a sua volta trasferiva Mondrian dalla tela al tessuto.”

Qui Manieri fa l’esempio di grandi icone: l’una del Fashion, l’altra dell’Arte e personalità che ha fatto dell’uso della cultura visiva popolare il suo protagonista… Ma, ci chiediamo, accanto a questi cortocircuiti – come abbiamo detto – ne nascono altri? Con nuovi collezionisti, per esempio…; e con i linguaggi, come sembra qui sia apprezzato…

“L’esperimento Mass Art segna l’affermazione di un neo mecenatismo, laddove il capitale si pone come elemento propulsivo di valorizzazione e, insieme, di riscoperta della piazza. Superato il concetto di Non-luogo, come dicevi poco prima – ma direi che di per sé tale concetto è poco attinente alla realtà, dato che ogni luogo lo è per definizione -, l’arte si riappropria del contatto con il pubblico in una moltiplicazione virtuosa di possibilità.  Del resto, se la moda vanta da sempre un rapporto privilegiato col cinema e la musica,  Giorgio Armani vestiva Gli Intoccabili di De Palma e Jean Paul Gaultier esaltava le suggestioni post moderne e neo barocche del Quinto Elemento. Paco Rabanne disegnò gli abiti futuristici di Jane Fonda in Barbarella,  la vita di Coco Chanel è stata trasposta in film, i Depeche Mode devono il loro nome ad una rivista di moda e i Sex Pistols  nacquero nella boutique di Vivienne Westwood, non si comprende come questi connubi debbano e possano essere ancora un limite concettualmente invalicabile.”

Progetto ambizioso, dunque; come lo è il ricco programma di tutto l’evento nel suo insieme: dalle icone di culto del cinema a quelle dell’automobilismo, dai monumenti ai personaggi intramontabili, la grande esposizione IKON proporrà queste icone nelle opere accostando alla mostra eventi collaterali quali proiezioni e concerti. L’inaugurazione di sabato 21 marzo (nelle ore di massima concentrazione dei fruitori abituali: le 18:00) coinvolge numerosi artisti, tra cui performer, musicisti e funamboli che già dal primo pomeriggio animano la galleria in un appassionante happening artistico: Miz Kiara, Violet Monkey e Kick Milady (Female Cut), dj Sergio C, Fernanda Renzi-Ferdj, gli aeroacrobati Solipsus e Daniel San, gli strumentisti Giusy Petti, violino e Marcello Salvatori, violoncello…  parallelamente, il Centro Culturale Elsa Morante il 25 marzo dalle 21,00 prevede le proiezioni de L’UOMO VOLANTE, cortometraggio diretto e interpretato da Adelmo Togliani con Bianca Guaccero e seguire l’interessantissimo FERNANDO DI LEO, UN PUGLIESE A ROMA, documentario scritto e diretto da M. Deborah Farina, e il 26 marzo alle 21,30 Carlo Contocalakis nel concerto Non aver paura tour.

 

Info

  • Euroma2
  • www.euroma2.it/
  • Via Cristoforo Colombo, 710, 00144 Roma
  • Mass ART – IKONS: 25 e 26 ingresso libero fino ad esaurimento posti
  •  Centro Culturale Elsa Morante
  • Piazzale Elsa Morante
  • www.centriculturali.roma.it/elsa-morante/
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Luca Barberini Boffi, ex imprenditore nel mondo della carta stampata.
Esperto di comunicazione e di arti visive, vive tra Milano, Roma e Strasburgo, dove risiede. Organizza convegni internazionali su Beni Culturali e collezionismo, scrive su testate di settore. Viaggia molto all’estero per lavoro e per passione. Collabora saltuariamente come consulente artistico nel Maine, U.S.A.

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