Claudio Orlandi. Frammenti Urbani e Metropolis o Europa visionaria. Preview

10Claudio Orlandi si mostra con una serie di opere nuove dal titolo eloquente:  Frammenti Urbani. L’insieme fotografico – esposto per la prima volta nella personale alla ART G.A.P. – consta di panoramiche di paesaggi di città costruite ad hoc e rese in immagini ognuna dai molteplici punti di vista il cui effetto finale è straniante e suggestivo. Sviluppati con un lungo taglio orizzontale, questi paesaggi sono fatti dalla giustapposizione di dettagli di architetture e arredi urbani ripresi da più angolazioni, uniti in sequenza come dei frammenti di memoria; sono concepiti con l’intento di restituire un mondo immaginario interpretato dall’accordo tra memoria e visione, ovvero: attraverso il ricordo di tutto ciò che gli occhi hanno registrato, ricostruito sull’onda dell’emozione. Questo procedere, lontanissimo dalla Straight Photography, è più vicino a una prassi pitto-digitale e personalmente mi richiama alla mente le ricostruzioni di Paul Citroen, dal corrosivo linguaggio dadaista orientatosi più dolcemente verso funambolici fotomontaggi surrealisti e visionari concentrati, anche lui, sulla città e chiamati Metropolis; con corrispondenze con le sperimentazioni di Raoul Hausmann.
Invito mostra personale di Claudio Orlandi
Invito mostra personale di Claudio Orlandi

Abbiamo messo Orlandi in buona compagnia, con il più lontano collega che tra l’altro stimolò Thea von Harbou e Fritz Lang – moglie e marito – e le creazioni scenografico-illustrative di Otto Hunte, Karl Vollbrecht e Erich Kettelhut. Il fare del nostro autore più contemporaneo, però, va verso direzioni ovviamente altre, personalissime, con un’apertura su orizzonti larghi – in tutti i sensi -, tecnologici, con un’attenzione all’universo mediale, ai suoi contenuti e alla produzione, anche, di immagini, e immagini, e immagini…

Dalla galleria sottolineano:
“In una società basata sulla comunicazione visiva, in costante ricerca del fotorealismo e della perfezione formale, questi frammenti urbani costituiscono l’imprevedibile, la voglia di perdersi e immaginare nuovi mondi o, più semplicemente, un altro modo di percepire la realtà.”
Ordine e Caos si rincorrono ma è il secondo a farla da padrone:
“Questi paesaggi rappresentano con ironia quel labirinto, talvolta indecifrabile, costituito dalla vita di tutti i giorni.”
Palesano, quasi, sensazioni da una parte di frastornamento, dall’altra di effetto-déjà vu:
“quella sensazione di essere passati un milione di volte nello stesso luogo, magari una piazza o un crocevia, e di essersi accorti solo in quel momento di quanto quel luogo fosse attraente.”
Claudio Orlandi definisce questo suo lavoro – più lavorato rispetto a un altro corpus fotografico –fantasie”. Gli chiediamo come sono nate, queste “fantasie”; ci dice:
“Sono generate da un impulso creativo fortissimo e rese grazie a un uso non convenzionale di un obiettivo portatile; sono poi manipolate e hanno, mantengono e dichiarano come base costitutiva una ricerca prospettica fatta di molteplici punti di fuga.”
Metropoli(s), dunque, fantastica che pare voler mettere pace (pace?) tra desiderio di ricordare, esortazione a farlo –memento – con chiarezza e la resa di fronte all’impossibilità – liberatoria quando voluta – di riuscirci; indirettamente, questo accordo non belligerante sembra rivolto simbolicamente alle
città Europee – che sono il soggetto di partenza delle sue foto – quasi a dire che l’unità è possibile nella diversità se esaltando proprio le “fantasie”. Al potere?
  • La mostra si inaugura alle ore 18,30 di sabato 28 marzo all’ART G.A.P. Gallery, in Via San Francesco a Ripa 105/a; contatti: tel. 06.9360201; email: gap@artgap.it.

 

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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