Cronache dal Salone del Libro di Torino. Un solo grande amore per i libri

Salone del Libro Torino
Salone del Libro Torino
Salone del Libro Torino

Stanca da due intense giornate lavorative al Salone Internazionale del Libro di Torino, decido di attendere il mio treno in stazione e di rinunciare a una ultima mattina al Lingotto. Mi fermo dunque nell’atrio della Stazione Porta Nuova, pulitissima, accogliente, e con un bel pianoforte per rallegrare i passeggeri in transito.
Anche la voce che annuncia i treni sembra fermarsi quando suona qualcuno.

Mentre sorrido delle tante persone che si fermano a suonare, alcuni bravi, altri solo per divertirsi (ma la musica non è soprattutto divertimento e piacere?) la mia mente ritorna al Salone, ai suoi immensi padiglioni, alla gente e soprattutto ai libri.
Le novità e il catalogo.

Alcuni stand sono sfacciati: esposti al pubblico senza filtri, i libri si mostrano senza pudore, in tutta la loro bellezza, o bruttezza, o sfacciataggine, o umiltà.
Altri stand sono chiusi, teche protette, che accolgono il visitatore e lo invitano a guardare e a leggere con calma e con riflessione per scegliere il libro adatto.

L’amore per i libri è fatto, per me, anche di silenzio, di un ambiente raccolto, di odori buoni, di pace: esattamente quello che non c’è al Salone del libro, che, necessariamente, è un grande mercato, una grande festa, che mal si concilia con la lettura.

Entro nello stand Adelphi, mondo a parte, intimo e raccolto. Ho la possibilità di avere sotto lo sguardo tutto intero il Catalogo, con i libri che più ho amato. Penso che leggere mi ha regalato uno sguardo sull’altrove che niente mai potrà eguagliare. Penso che un progetto culturale debba potersi sostenere economicamente ma che non dovrebbe essere un mercato. Guardo i libri, sono attirata potentemente dai libri, ma vedo anche chi frequenta lo stand Adelphi: sono volti e voci note della cultura italiana. Persone che seguo, stimo e apprezzo da molti anni. Sono attratti come me, con lo sguardo che si posa dove si è appena posato il mio, leggo il medesimo piacere mio, nei loro occhi.

È una esperienza estetica gratificante, esco dal Salone con un sorriso.

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Angela Catrani vive a Bologna e si occupa di libri da quando aveva sei anni. Alla classica domanda su quale lavoro avrebbe fatto da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l'editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico, che tra le altre sue attività produce libri per bambini per conto di Bacchilega editore di Imola.

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