Mercoledì 10 giugno, Rai Letteratura ha trasmesso in diretta streaming lo spoglio, tenuto da Francesco Piccolo (vincitore lo scorso anno), della cinquina del LXIX Premio Strega, avvenuta a Roma in Casa Bellonci, che è risultata essere la seguente:
- Nicola Lagioia con La ferocia (Einaudi), 182 voti;
- Mauro Covacich con La sposa (Bompiani), 157 voti;
- Elena Ferrante con Storia della bambina perduta (edizioni e/o), 140 voti;
- Fabio Genovesi con Chi manda le onde (Mondadori), 123 voti;
- Marco Santagata con Come donna innamorata (Guanda), 119 voti.
Gli altri piazzamenti:
- Clara Sereni con Via Ripetta 155 (Giunti), 104 voti;
- Wanda Marasco con Il genio dell’abbandono (Neri Pozza), 93 voti;
- Zerocalcare con Dimentica il mio nome (BAO Publishing), 70 voti;
- Marina Mizzau con Se mi cerchi non ci sono (Manni), 66 voti;
- Vinicio Capossela con Il paese dei coppoloni (Feltrinelli), 59 voti;
- Paolo Zardi con XXI Secolo (NEO Edizioni), 50 voti;
- Vins Gallico con Final Cut (Fandango), 43 voti.
I risultati della premiazione di mercoledì lasciano un’eredità importante per il Premio Strega. Un medio editore è entrato nella cinquina, e non ha dovuto elemosinare quel posto: si è piazzato, monolitico, in un bel terzo posto, con 140 voti. Se ciò non fosse accaduto, sarebbe subentrata una nuova regola di quest’anno: «Se nella Cinquina non sarà compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo, si procederà all’inclusione di quel libro – o, in caso di ex aequo, quei libri – che avrà ottenuto il maggior numero di voti, determinando così una finale a sei o più candidati».
Non è disdicevole né impossibile che grandi editori come Feltrinelli rimangano fuori (e di molto) dalla finale e che al loro posto campeggino realtà più piccole, ma con storie (e autori) comunque grandi. Etichette e nomi non contano: conta solo che le candidature del premio letterario più importante d’Italia rappresentino le migliori opere in circolazione (e mi sembra che la Fondazione Bellonci stia facendo il possibile affinché ciò avvenga con sempre maggior trasparenza). Perché altrimenti che senso ha?
Ieri mattina Neri Pozza twittava così: «#PremioStrega le regole vanno cambiate profondamente. Bisognerebbe stabilire che i gruppi editoriali partecipino con una sola opera». Non mi sembra che l’esclusione faccia parte della filosofia dello Strega che, anzi, per giustificare il nuovo regolamento affermava che: «pluralità, bibliodiversità e accoglienza sono le parole che riassumono lo spirito delle norme introdotte dal Comitato direttivo». Staremo a vedere.
Sempre su Twitter c’è stato un affettuoso plebiscito per Paolo Zardi, il suo XXI Secolo e la NEO Edizioni: si è tifato appassionatamente per la loro inclusione in cinquina. Non è accaduto. Speriamo allora che questo penultimo posto (lontanissimo dal valore di Zardi, del suo romanzo e dei suoi editori ma comunque incredibile) porti bene come fu per un certo Vasco…
La proclamazione del vincitore del LXIX Premio Strega si terrà come sempre a Roma presso il Ninfeo di Villa Giulia, nella serata del 2 luglio 2015. Nell’occasione verrà premiato anche Fabio Genovesi, vincitore della seconda edizione del Premio Strega Giovani, fortemente voluto anche dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, della quale potete leggere qui il discorso tenuto l’8 giugno a Palazzo Montecitorio.
Giornalista pubblicista dal 2012, scrive da quando, bambina, le è stato regalato il suo primo diario. Ha scritto a lungo su InStoria.it e ha aiutato manoscritti a diventare libri lavorando in una casa editrice romana, esperienza che ha definito i contorni dei suoi interessi influendo, inevitabilmente, sul suo percorso nel giornalismo. Nel 2013 ha collaborato con il mensile Leggere:tutti ma è scrivendo per art a part of cult(ure) che ha potuto trovare il suo posto fra libri, festival e arti. Essere nata nel 1989 le ha sempre dato la strana sensazione di essere “in tempo”, chissà poi per cosa...
