Melting pot nella piazza del villaggio

unnamedGli otto arrondissements di Marsiglia ne fanno 8 città, o meglio 16, o meglio 32, in una sola. La ville phocéenne é fatta di quartieri diversi, disparati, unici, sporchi, belli, chic.

Quartieri bohémiens come il Cours Julien, quartieri di mercati (la Pleine), di uffici (le Prado), quartieri di negozi (rue St.Férreol, rue Paradis), quartieri (Nord) dove neanche i flics hanno voglia di entrare, i quartier generali degli avvocati (rue Sainte, Pierre Puget) e dei medici (St. Barnabé), quelli finto-popolari (Panier) e il triangolo business (Joliette, Terrasses du Port, Docks).

Le zone sul mare (la Corniche, la Pointe rouge), quelle a ridosso delle colline (Allauch, Plan de Cuques), i quartieri bene (Monticelli), quelli meno bene (St.Charles), anzi proprio male (Belle de Mai), insieme al nuovo distretto, la zona dei musei, fra il Vecchio Porto e il mare:  ogni perimetro formatosi nel tempo ha le proprie leggi, i propri divieti, i propri codici, la propria bellezza.
E basta voltare l’angolo per ritrovarsi in un altro micro mondo con nuovi colori, altri effluvi provenienti dai bistrots, altre facce, nuovi e vecchi sguardi.

Ma c’è un  quartiere di Marsiglia davvero particolare, un villaggio dentro la città.

Notre Dame du Mont.  Una piazzetta ricamata da piccoli bar e ristorantini, sormontati da monolocali o garçonnières dalle piccole finestre romantiche. E’ vero, c’è di tutto qui: negozietti, ristorantini, appartamentini che affacciano i loro balconcini sulla piazza a guardare cosa succede. Sì, è vero, sembra tutto in miniatura qui, proprio per rappresentare, nel minimo volume, il massimo di vita e di colori possibile.

Una chiesetta all’angolo di rue de Lodi. Fondata nel 1586, Notre Dame du Mont de Rome, accoglieva i marinai scampati alle tempeste che venivano a deporre i loro ex-voto davanti all’altare. Venduta ad un privato nel 1791, venne riacquistata dal Comune nel 1821.
Chopin vi suonò nel 1839 per il funerale dell’amico, cantante, Nourrit.

Cerco per curiosità su Internet, ormai anche le chiese hanno i loro siti web e su quello di Notre Dame du Mont i miei occhi vanno subito alla frase Dieu était là et je ne le savais pas.
Vado in piazza e mi viene da pensare: la vita era, è qui, e non lo sapevo…

Il campione umano è rappresentato nella sua intera bellezza e verità: clochards, venditrici di fiori, business-men dell’immobiliare, li riconosci perchè camminano mediamente più in fretta degli altri, ubriachi, jazzisti abbronzati, magri magri e (ma?) sorridenti che mettono l’anima al quartiere, studenti, belles filles à la mode, mamme di famiglia col trolley della spesa, avventurieri, felici e meno felici. E poi commercianti ebrei, armeni, magrebini, italiani, ognuno con la propria impronta affidata al business di spezie, alimentari, vestitini, scarpe, coltelli, dolci, delizioso pane, libri vecchi e nuovi, antiquités.

Notre Dame du Mont continua sul Cours Julien, zona pedonale circondata da bistrot e da bar (ma a Marsiglia non si fa altro?), dove a tutte le ore del giorno e della notte ci si siede e si ordina un caffè, una birra, un menu, leggendo, lavorando, scrivendo, pensando e sognando sotto le macchie verdi e viola degli alberi e sopra le note di chi fa musica e balla in piazza.

Più giù verso il Vecchio Porto, il quartiere arabo di Noailles.

Soprattutto bazar e negozi di alimentari. Entro in uno dei bazar, coloratissimo già all’entrata: non capisco cosa vendono, ma poi capisco, vendono di tutto. A niente. Con un euro compri un mega pacchetto di chips – patatine – che nei negozi “normali” è venduto almeno a 4 o 5 euro. Spezie, frutta secca, creme, vasellame orientale, oli esotici ed henné per capelli, ciabatte, profumi (orientali) , incenso, candele (orientali), farine di cocco, mandorla, riso; sembra, no, in effetti è, un altro mondo.

Il proprietario, magrebino, dispensa consigli a tutti, gli basta uno sguardo per capire il tuo karma, ti legge la mano, gli occhi e l’anima in due secondi. Anche io ho avuto la mia dose di predizione del destino…Ti trovi un po’ spiazzato ma ti trovi anche a casa perchè qui, in questo mondo, in questa strada, in questo negozietto in discesa, fra le spazzature all’aria e i cartoni che ingombrano la rue,  qui, in questo quartiere popolare, non esiste la barriera delle formalità e dei convenevoli sì, civili, ma a volte francamente inutili, solo filtro per l’umanità che abbiamo dentro e di cui abbiamo così bisogno da parte di chi incontriamo, anche in strada.

Ecco, questa è una parte di Marsiglia: una grande piazza, dove si vive fuori, dove la scena del teatro è aperta giorno e notte nella maniera più vera più cruda e più bella.

Ritorno a Notre Dame du Mont e mi accoglie il rintocco di bronzo delle campane della chiesa, sembrano cantare: adesso è davvero primavera, non si può più scherzare.

Dieu était là et je ne le savais pas.

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Simona Canzonieri siciliana, in Francia da dieci anni, 3 figli adolescenti, dopo una laurea in chimica ed un lavoro come ricercatrice in una multinazionale italiana, lavora oggi come insegnante di italiano nelle aziende della zona di Marsiglia; traduttrice free-lance, parla 4 lingue fra cui francese, inglese ed olandese; ha collaborato con la pagina letteraria del Corriere Nazionale. Amante di letteratura, yoga, trekking in montagna, Simona si interessa anche di filosofie e spiritualità orientali.

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