Tartarughe illuminate e felici grazie a Giovanni Albanese

Giovanni Albanese, Tartarughe felici, 2015, istallazione ambientale (particolare) cera, ferro e luci, foto Claudio Abate

Risale alle vacanze estive nella campagna foggiana il primo incontro di Giovanni Albanese con le tartarughe; deliziosi animali dall’aspetto preistorico che hanno poi viaggiato fino a Roma, seguite da una scia luminosa di felicità, per incontrare quelle scolpite nella celebre fontana seicentesca di piazza Mattei.
Inaugurata nel giorno del sessantesimo compleanno dell’artista nella galleria Pio Monti di Roma,  la mostra presenta un nuovo lavoro dal titolo Tartarughe Felici, nel quale l’artista pugliese si è voluto misurare per la prima volta con la cera, materiale delicatissimo.

Realizzate in collaborazione con gli allievi del Laboratorio di Fonderia diretto da Manuela Traini dell’Accademia di Belle Arti di Roma (dove Albanese insegna Decorazione e Scenografia), le ventidue tartarughe, in cera microcristallina bianca, sono state fuse utilizzando matrici di terracotta.

Il coinvolgimento è molto apprezzabile dal punto di vista didattico, perché ha dato modo agli allievi dell’Accademia di seguire passo dopo passo l’artista nel suo percorso, dall’elaborazione del progetto, la realizzazione e l’allestimento, fino al giorno dell’inaugurazione.

Animali curiosi, le tartarughe, anche dal punto di vista simbolico: con il loro scudo piatto verso la terra, quello superiore, a forma di cupola, corrispondente al cielo, e l’animale stesso, tra i due scudi, a rappresentare l’essere umano tra cielo e terra. Per restare sul concreto, chi le conosce sa che le tartarughe non sono poi così lente, anche se a quelle di Albanese pare che manchi solo di spiccare il volo, intente come sono a invadere lo spazio espositivo, arrampicandosi persino sulle pareti della galleria. Non basta: quasi si fingono lucciole, con la loro appendice luminosa che evoca feste patronali e gioiose luminarie. C’è anche un emblematico cuore delineato a metà, con le luci collegate a una bicicletta che si può eventualmente inforcare e pedalare, riflettendo sul falso conflitto tra velocità e lentezza.
L’approccio ludico di Albanese, la sua poetica infantile, disarmante e, nel contempo, serissima, non deve trarre in inganno, l’arte per lui è come il gioco per i bambini: una forma superiore di sintesi. Inoltre, rarissima dote, è presente e vicino alle tematiche del suo tempo, lo ha dimostrato anche di recente all’ormai popolarissimo Maam (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz) donando agli abitanti della città meticcia i suoi celebri canestri luminosi (in realtà, per occhi come i suoi, che sanno vedere con le lenti del candore o della fantasia, si tratta di sfarzosi lampadari con gocce di cristallo).

La mostra, accompagnata da un divertente e affettuoso testo critico di Gianluca Marziani, chiude la stagione estiva della galleria di Pio Monti, dopo un’intensa attività espositiva ricca di appuntamenti interessanti (dalla collettiva Oltre la siepe, con opere dedicate a Giacomo Leopardi, alla Cucina dei De Dominicis, passando per le installazioni di Alessio Ancillai).

Le Tartarughe Felici e il cuore dimezzato meritano una visita: osservare le opere di Giovanni Albanese vuol dire incontrare una dimensione giocosa fatta di regole non scritte, di quell’etica del sorriso, ironica, non pedante, che vorremmo più presente e diffusa nelle nostre giornate e nelle nostre vite.

Info mostra

  • Giovanni Albanese – Tartarughe felici
  • PIOMONTI arte contemporanea
  • Piazza Mattei, 18 – Roma
  • Lunedì 15,00-20,00; dal martedì al venerdì 11,00-20,00; sabato solo su appuntamento
  • Fino al 31 luglio
  • Contatti: tel: 06.68210744 permariemonti@gmail.com
  • www.piomonti.com
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Maria Arcidiacono Archeologa e storica dell'arte, collabora con quotidiani e riviste. Attualmente si occupa, presso una casa editrice, di un progetto editoriale riguardante il patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno.

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