Rosso Vivo. Il contemporaneo della deposizione a Volterra

Rosso Vivo l'allestimento

Partendo dall’incontestabile valore pittorico della Deposizione di Cristo di Rosso Fiorentino (Giovan Battista di Jacopo di Gasparre), forse la più intensa rappresentazione della deposizione dalla Croce nella storia dell’Arte, la cittadina di Volterra ha organizzato una serie di esposizioni ed iniziative collaterali, dislocate in spazi molto prestigiosi nello splendido borgo toscano. L’evento è promosso dal Comune, in collaborazione con la Diocesi e Arthemisia Group, per la cura di Vittorio Sgarbi.

In questa sede noi ci occupiamo delle ispirazioni contemporanee suggerite dal tema della “deposizione”, recensendo Rosso Vivo la collettiva di artisti moderni, ospitata nel Palazzo dei Priori. Nel salone principale, molto efficace con le sue penombre e le suggestive illuminazioni (in toni di rosso) che Alberto Bartalini ha curato in sinergia con Sgarbi, a dominare la scena c’è il polittico a forma di grande croce di Francesco Federighi. Anche stavolta l’artista lucchese (che viene dall’illustrazione) sottolinea, con una serie di scene e di dettagli espressivi, le drammaticità del quotidiano. Tragicità, disagio e sofferenza sono le tematiche che accomunano gli acrilici di questo pittore alla deposizione del Fiorentino. Personalmente ho poi molto apprezzato anche la grande pala di Renzo Galardini, i cui personaggi sono curiose miniature di marionette, vestite in mise fiabesche e grottesche. Un artista, il Galardini, che, con il suo classicismo rinascimentale, filtrato dalle bizzarrie di Dalì e De Chirico, conferisce un quid di originalità molto surreale alle miniature di vecchi giocattoli e bambolotti, senza per questo mai perdere di vista l’azione e il significante scenico. Da segnalare anche la grande pala di riciclo Redwaste di Maurizio Giani e del gruppo SCART, realizzata interamente con rifiuti manifatturieri e prodotti di scarto. Un’interpretazione simpatica e personale del tema della deposizione, che ruota attorno alla trash art e che dà spazio al recycling italiano. Di sicuro effetto, ma un po’ scontata, la riproduzione del Rosso Fiorentino in toni di grigio, con tanto di macchia esplosa rosso sangue al centro, del genovese Julian Tiscione, con la sua impact-art. A completare il salone d’ingresso, più che i peperoncini (Capsica) di Giuseppe Carta, che fanno molto design ma che poco c’entrano con il tema della mostra, segnalo l’installazione sospesa con la sagoma della deposizione, una realizzazione d’effetto, efficace nel suo genere, molto curata nelle ombre proiettate sullo sfondo.

Nella seconda sala a dominare il tutto c’è Renato Frosali, artista quasi-volterraneo (è di Pomarance), originale e suggestivo, la cui pittura è fatta di tonalità intense, ma cupe e sovrapposte e ha radici antiche, che si ispirano addirittura alla tradizione funeraria etrusca, quando si “posava da vivi” per un “ritratto che serviva dopo morti”, evidenziando così una profonda preparazione al passaggio nell’aldilà. Emozionante anche la grande tela cristica, in toni di grigio con il corpo centrale in contorsione, derivata dalla sua personale ricerca nella plasticità della figura umana portata ai suoi estremi. Completano ed integrano, senza sfigurare, l’esposizione collettiva, anche le dominanti alate di Mario Mulas con Stefano Tonelli, e poi Ali Hassoun e i “madonnari” (tali si definiscono) Giovanni Perico e Paola Ghisleni.

Il risultato è una collettiva originale e di sicuro impatto visivo che potrebbe far discutere, ma che sicuramente conferisce contemporaneità e vivacità alla più spettacolare esposizione mai dedicata a Rosso Fiorentino.

Info mostra

  • Fino al 31 Dicembre 2015
  • Volterra | Pisa
  • Luogo: Palazzo dei Priori
  • Curatori: Vittorio Sgarbi
  • Telefono per informazioni: +39 06 8030 693
  • E-Mail info: am@arthemisia.it
  • Sito ufficiale: rossofiorentinovolterra.it
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Studia Giurisprudenza e si diploma in Criminologia Generale. Collabora con quotidiani, riviste e portali pubblicando numerosi articoli per riviste come Mystero,Giornale dei Misteri, FENIX e X-TIMES. Come soggettista e sceneggiatore esordisce con fumetti storici e poi con il pluripremiato film di Carmine Amoroso “COVER BOY” con Luca Lionello, Chiara Caselli e Luciana Littizzetto. Ha pubblicato la piece teatrale "E.A. POE: IL TEATRO DELLA FOLLIA" e con S. Ratti il romanzo epico/fantasy “GILGAMESH: due parti dagli dei e una dall’uomo”, Zona editrice. Come copywriter e art-director della 7Hart di Milano, ha realizzato il pre-quel a fumetti dell'horror film "SHADOW", diretto da Federico Zampaglione e “IL MANUALE DEL CACCIATORE DI FANTASMI”, Mursia editore.

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