Festivaletteratura di Mantova. Evento 67. Teatro Ariston. Con la testa e con il cuore con Lella Costa, Alessandra Schiavon e Elisabetta Bucciarelli

199_2015_09_10_067-057Quattro donne speciali scovate nell’archivio di Stato a Venezia, tra le trenta raccontate da Alessandra Schiavon in occasione di una mostra a Ca’ Pesaro a Venezia.
Quattro donne vissute tra il 1300 e il 1600, paradigmatiche di situazioni tragiche che arrivano fino ai nostri giorni.
Alessandra Schiavon, archivista e docente di Paleografia, Elisabetta Bucciarelli, scrittrice e docente di corsi di scrittura, e Lella Costa, attrice e autrice, con una alternanza di voci perfette, e con una perfetta sintesi ci portano alla scoperta di quattro donne che nel bene e nel male sono entrate nella storia.
Abbiamo dunque Biancofiore, di cui si conosce solo il nome, ma che, picchiata e maltrattata dal marito, abbandona il tetto coniugale, ritorna a Treviso dal padre e costringe il marito a far redigere da un notaio un documento eccezionale, in cui si promette che la donna non verrà più picchiata (almeno non in maniera così violenta), verrà trattata sempre in modo conveniente e, cosa importantissima e che rappresenta un unicum tra i documenti archivistici, le verrà corrisposta una importante cifra in denaro qualora il marito la picchi nuovamente. Donna davvero eccezionale, Biancofiore, paladina dei diritti della donna in un’epoca in cui le donne erano relegate all’interno delle case.
Con un salto temporale andiamo a conoscere Veronica Franco, celebre cortigiana veneziana, vissuta a metà del 1500, notissima in ogni ambiente colto, laico ed ecclesiastico, poetessa, colta, arguta. Veronica viene accusata di stregoneria e chiamata dal tribunale dell’inquisizione, che, ricordiamo, a Venezia era gestito dai patrizi e non dagli ecclesiastici. Chiamata a rispondere di accuse gravi non si perde d’animo e fornisce spiegazioni piene di ironia e di arguzia: ha sì mangiato carne di venerdì, ma perché i suoi sei parti sono sempre capitati di venerdì! E, guarda caso, è stata a lungo malata, sempre capitando le sue malattie in giorni in cui era proibita mangiare la carne. Veronica viene descritta come donna bellissima, intelligente, in cui il suo essere cortigiana e ospitare nel suo letto tanti uomini era funzionale a un profondo desiderio di libertà.
Fantina Polo era la figlia del celeberrimo Marco Polo, morto lasciando la sua ricchissima eredità alle tre figlie. Ma il marito di Fantina, avido e gretto personaggio, le vuole portare via tutta la dote. Un documento testimonia la lotta in tribunale di Fantina per riavere la sua eredità, descrivendo minuziosamente l’incredibile tesoro raccolto da Marco Polo, dallo zio Matteo e dal nonno paterno nei loro viaggi.
Infine Arcangela, monaca per costrizione, che a 16 anni fu rinchiusa in un convento fuori dalle mura di Venezia, in un posto malsano e lugubre. Ma la sua voce si levò forte e chiara, riuscendo a pubblicare un libro intenso e duro, intitolato L’inferno monacale, in cui con linguaggio senza sconti e senza alcun tipo di giro di parole condanna la clausura in cui è costretta.
Una serata eccezionale che ha letteralmente tenuto incollato alle poltrone il pubblico presente (500 persone, forse?), testimoniando come anche dal passato remoto possono continuare ad arrivare forti e chiare le voci di donne!
Parola d’ordine della serata: resilienza al femminile.
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Angela Catrani vive a Bologna e si occupa di libri da quando aveva sei anni. Alla classica domanda su quale lavoro avrebbe fatto da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l'editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico, che tra le altre sue attività produce libri per bambini per conto di Bacchilega editore di Imola.

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