Festivaletteratura di Mantova. Si può fare diversamente con Massimo Cirri, John Foot e Franco Rotelli, Teatro Bibiena

337_2015_09_12_157-020Siamo nel teatro più bello di Mantova e uno dei più bei teatri musicali  italiani. La caratteristica di questo meraviglioso teatro, realizzato nel 1767-69 da Antonio Bibbiena, è che è esclusivamente musicale, non è un teatro per prosa o lirico, tanto che i palchi proseguono anche dietro al palco, circondando di fatto il musicista impegnato. Un posto magico, intenso, dove parlare dei “matti” italiani assume anche un effetto catartico.

Cosa era il manicomio prima della Legge Basaglia?
Il manicomio era molto organizzato, certo, come potrebbe essere un campo di concentramento.
A Castiglione delle Stiviere, ci ricordava Franco Rotelli, c’è un ospedale psichiatrico criminale. Era un grande contenitore, 400 persone tra “matti normali”, “matti tbc”, alcolisti e “matti criminali”. Franco Rotelli ricorda la sua esperienza come psichiatra in questa struttura, e anche ora ci sono 250 persone provenienti da tutta la Lombardia.
In quegli anni famosi si riuscirono a creare situazioni alternative alla segregazione, testimonianza del fatto che ci può essere una società senza manicomi!
Basaglia viene buttato fuori dall’università nel 1961, ricorda John Foot, autore di La Repubblica dei matti, e arriva come direttore in un manicomio a Gorizia ma è completamente da solo; in realtà si rende conto che solo in gruppo avrebbe potuto realizzare le sue idee innovativi e comincia a chiamare persone che la pensavano come lui. Nel 1967 ha intorno a sé un gruppo di militanti capaci di rovesciare da dentro questa istituzione.
Il libro di Franco Rotelli, psichiatra, direttore di varie aziende sanitarie locali, collaboratore per anni di Basaglia, racconta nel suo libro fotografico L’istituzione inventata” gli anni dell’esperienza di Basaglia a Trieste dal 1971 al 2010.

Come è cambiato il mondo della psichiatria rispetto alla legge 180 Basaglia del 1978?
La dialettica tra istituzioni chiuse e aperte è sempre molto attuale, anche rispetto alle necessità dei migranti. Dobbiamo inventare istituzioni diverse, dobbiamo assumerci delle responsabilità.
Basaglia si sentiva responsabile e invitava anche gli altri a esserlo altrettanto.
Il ruolo della politica fu importantissimo all’epoca. Basaglia ha capito bene questa cosa e cerca appoggio nei politici. Basaglia non ha pregiudizi sui diversi colori politici, cercava alleanza con chiunque. Voleva solo tirare fuori le persone dai manicomi, riconsiderare i matti delle persone, ridare loro tutti i diritti da liberi cittadini.
Nel 1968 esce il libro di Basaglia che vende 50.000 copie: lo psichiatra e la sua equipe vogliono raccontare quello che sta succedendo a Gorizia e a Trieste. Vogliono portare le persone a visitare il loro manicomio.
È un libro militante, di discussione, uscito proprio nel momento giusto.
C’è una lotta quotidiana interna narrata.
Nel mondo, ricorda infine lo storico inglese, l’esperienza di Basaglia ha avuto un grandissimo successo, che non ha perso la sua forza e continua a scuotere l’opinione pubblica.

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Angela Catrani vive a Bologna e si occupa di libri da quando aveva sei anni. Alla classica domanda su quale lavoro avrebbe fatto da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l'editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico, che tra le altre sue attività produce libri per bambini per conto di Bacchilega editore di Imola.

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