I Delitti della Primavera. Stella Stollo e la simbologia segreta di Botticelli.

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I delitti della Primavera – Cover

Entrare nel cuore di un’epoca, nei colori e nei tratti di un dipinto, nell’intrigo di una storia che potrebbe essere piena di verità e nelle strade di una città ancora non mutate dal tempo è un’esperienza che solo un libro può dare.

Un libro appassionante, dalla scrittura fluida, dai segni inconfondibili come I Delitti della Primavera  di Stella Stollo, edito da Graphofeel che ci conduce nella Firenze di Sandro Botticelli e di un giovane Leonardo nella magnificenza della corte di Lorenzo De’ Medici.

Narratore d’eccezione è Filippino Lippi  ancora giovane allievo di Botticelli che impara, sperimenta e sa ascoltare.

Con una timidezza colma di devozione verso il suo maestro ed un candido stupore, il giovane pittore ci racconta dei delitti della Primavera, ovvero degli assassinii di donne giovani e nobili che stanno sconvolgendo Firenze negli anni in cui, in gran segreto, Botticelli sta lavorando all’Allegoria della Primavera.

Chi sarà l’assassino e quali i suoi moventi? Con infinito stupore Botticelli, Lippi, Leonardo, il giovane Amerigo Vespucci e l’intero gruppo di artisti ed intellettuali che si riunisce nella Confraternita del Giglio, scopriranno che ogni delitto è “firmato” con un simbolo che riporta a persone ed oggetti rappresentati nel quadro ancora misterioso e segreto.

Gli omicidi continueranno finchè non saranno esauriti i personaggi del quadro, in una gara inespressa fra l’artefice ella bellezza e quello della morte.

Le ipotesi di lettura dell’ Allegoria che l’autrice ci offre sono entusiasmanti.
Oltre quelle più note ed altre che sono state avanzate nel corso dei secoli, Stella Stollo ne racconta una che si lega al progetto di viaggio di Amerigo Vespucci. La Primavera come la nuova terra al di là degli oceani, il Mondo Nuovo dove realizzare la società ideale o,come dice lo stesso Vespucci, sognatore di mari e di acque, “completare la mappa dei cieli”.

Ma non solo di delitti, di filosofia e di intrighi ci parla il libro. Ci sono le donne, altre donne oltre le vittime. Donne speciali, come Simonetta Vespucci, modella di Botticelli, che qui ci viene raccontata come un suo amore mai svelato, la curatrice Ginevra le cui erbe potenti saranno rappresentate, una ad una, nel giardino che fa da sfondo alla Primavera. E poi c’è l’amore, carnale ed ideale, etero od omosessuale, ma sempre forte inattaccabile come solo gli amori veri possono essere.

Scritto con una passione che ha portato l’autrice ad una ricerca minuziosa, questo giallo storico va oltre il semplice intreccio di genere e si inoltra per i sentieri di una narrazione letteraria che fa di ogni personaggio un racconto a sé, pronto per essere protagonista di una nuova storia.

Anche il linguaggio è frutto di un’attenzione speciale. Pur non essendo, probabilmente, la lingua che si parlava a Firenze nella seconda metà del 1400, sicuramente suggerisce al nostro immaginario un parlare capace di riportarci immediatamente in quel contesto, di vestire quegli abiti, di camminare per quelle strade ascoltando e comprendendo ogni cosa, quasi ci fossimo sempre vissuti.

L’intreccio dei punti di vista e il ruolo da direttore d’orchestra del narratore, aggiungono energia e potenza all’intero racconto e questo, infine, è quello che conta quando si chiude un romanzo che ci ha aperto nuovi mondi: che la forza che ne abbiamo ricavato ci accompagni lungo la strada e, a lungo, ci consenta di esserne ricolmi.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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