Audioghost68 a Gibellina di Robert Del Naja e Giancarlo Neri. Cretto, Luci e Suoni. Intervista con Giancarlo Neri dopo

AudioGhost68, Gibellina -una delle 250 radio per colonna sonora - ph. Stefano Esposito

Ci siamo lasciati sabato mentre eri intento a completare l’allestimento delle radio. Racconta com’è andata…

“È andata in una maniera straordinaria. All’inizio temevamo di non raggiungere il numero di mille partecipanti. Ma non solo lo abbiamo raggiunto già con le prenotazioni on line, ma alla fine si sono presentate quasi tremila persone. Poi, nonostante il brutto tempo dei giorni precedenti, faceva caldo, non c’era vento e perciò era un’atmosfera fantastica! C’era un tizio che vendeva i panini che in poco tempo ha terminato tutto quello che aveva preparato, perché le persone hanno cominciato a venire molto prima dell’appuntamento.

Mi è stato raccontato che, lungo la strada, molte macchine si sono fermate per ammirare da fuori lo spettacolo. Quindi un numero molto grande di persone ha assistito, non solo dall’interno, ma anche dall’esterno. Perciò un grande riconoscimento da parte di molte persone. Che è quello che poi, per me, dovrebbe essere l’arte: non solo emozioni ma anche una maggiore partecipazione emotiva.”

E le persone in più, sprovviste di torcia, sono rimaste fuori?

“Il progetto originario prevedeva l’ingresso solo di mille partecipanti/attori, ma l’affluenza è stata talmente grande e sentita, che ho preferito far entrare tutti lo stesso.”

I partecipanti/attori sono arrivati tutti da fuori Gibellina oppure erano presenti anche dei gibellinesi? Che tipologia di pubblico si è presentato?

“Noi pensavamo che una metà fosse stato quello dell’arte e un’altra metà quello affezionato ai Massive Attack (il grandioso evento coinvolge, oltre a Giancarlo Neri, anche Robert Del Naja dei Massive Attack, e vede la partecipazione di Percussion Voyager e Max Passante, n.d.R.). Invece si sono presentati anche molti paesani, anziani, che con le torce camminavano commossi per le strade del Cretto, e si raccontavano la loro quotidianità prima del sisma: “qui andavo dal barbiere”; “qui c’era casa mia”. Perciò un pubblico molto eterogeneo: da bambini di quattro anni ad anziani. Pensavo anche che le persone non si sarebbero sparse per ogni parte del Cretto, che alcune zone sarebbero rimaste al buio, invece si sono mossi su tutto il Cretto, raggiungendo anche le zone alte, un po’ più impervie, trascinando addirittura i passeggini con bimbi piccoli. In questo modo si è raggiunto il miglior risultato, perché è stato illuminato tutto.”

E tu, cosa hai provato?

“Io ero ancora più entusiasta del loro entusiasmo! È stato molto forte. Di grande impatto emotivo e visivo. Non potevo sapere con sicurezza come sarebbe stato, non ero certo di cosa aspettarmi. Ed è stato molto bello, molto oltre le mie aspettative. Tutto straordinario. Sorprendente è stata anche la macchina organizzativa, il rapporto con le istituzioni. Nel mio lavoro, spesso, il punto debole è proprio l’amministrazione e la macchina burocratica, invece qui tutti hanno lavorato con passione e risolto qualsiasi tipo di difficoltà in brevissimo tempo, come lo spalare il fango dalle strade dopo il nubifragio.”

Prima dell’inizio, hai dato delle indicazioni di massima, tra cui quella del silenzio: sono riusciti a rispettarla?

“No.”

Ma la trasmissione è andata bene?

“Sì, è andata benissimo, si sentiva perfettamente da tutte le parti del Cretto, ma non sono riuscito ad ottenere il silenzio, quindi non sempre era perfettamente udibile. Ma ho accettato di buon grado la situazione per quello che era.

Dopo i cinquanta minuti, cos’è successo?

“Hanno iniziato a defluire lentamente e molti sono andati verso il palco, per assistere allo spettacolo musicale, mentre altri, anziani o famiglie con bimbi piccoli, sono rientrati nelle loro case.”

Fino a che ora siete rimasti?

“Fino all’una di notte…”

Qual è stato il feedback dei partecipanti?

“Dovunque è stata una grandissima emozione. Oggi ho incontrato molte persone, dai vigili urbani all’impiegata comunale al comune paesano, che mi hanno fermato per ringraziarmi e per dirmi che hanno provato una grandissima emozione e che è stato bellissimo.”

È stata una festa?

“Sì, perché volevo che lo fosse, perché doveva essere un grande omaggio. Anche se dopo si è svolto lo spettacolo musicale, e quindi c’è stato un gran divertimento, anche l’intervento col mio progetto, è stato un momento di grande gioia.”

Ed ora, hai già altre imprese in calendario?

“A febbraio sarò a Rio e poi ho altri progetti in trattativa…”

Bene. Sono felice. Grazie.

“Grazie a te.”

# 1 (http://www.artapartofculture.net/2015/10/18/gibellina-burri-e-il-grande-cretto-audioghost68-di-robert-del-naja-e-giancarlo-neri-intervista-con-giancarlo-neri-prima/)

 

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Daniela Trincia nasce e vive a Roma. Dopo gli studi in storia dell’arte medievale si lascia conquistare dall’arte contemporanea. Cura mostre e collabora con alcune gallerie d’arte. Scrive, online e offline, su delle riviste di arte contemporanea e, dal 2011, collabora con "art a part of cult(ure)". Ama raccontare le periferie romane in bianco e nero, preferibilmente in 35mm.

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