Skin&Food: la mostra su Pelle femminile e Cibo di Cristiano Maggi ora a Roma

Il Teatro Parioli Peppino De Filippo, storico teatro romano dedicato alla prosa, apre i cancelli all’arte ospitando nel suo foyer una serie di mostre, la prima delle quali è un’esposizione allestita in contemporanea all’Hotel Mélia di Milano nell’ambito di Expo 2015. Non è un caso che il cibo si riproponga nella sua essenza più intima e fragrante attraverso gli scatti della fotografia, ma se abbinata in contesti e associata a tematiche estranee dai suoi territori, l’argomentazione si fa più interessante. Contesti perché il lavoro di un fotografo pubblicitario della caratura di Cristiano Maggi trova spazio, come riferito, in un ambiente alieno dal contesto urbano della galleria d’arte; tematiche perché, collegata alla varietà di prodotti gastronomici prescelti e selezionati con attenzione, è la Pelle Femminile. Skin&Food, in programma fino al primo novembre a Roma nel teatro diretto dal figlio del grande De Filippo, è un’esposizione che ti cattura non solo per la scelta delle immagini, ma per il gioco di seduzione ed interpretazione che impone in maniera morbida ma inevitabile allo sguardo di un fruitore attento. In occasione dell’inaugurazione, all’interno di una serata di gala organizzata per le rappresentanze diplomatiche della Capitale, abbiamo incontrato Cristiano cercando di carpire insieme a lui il percorso che ha generato questo inconfondibile binomio visivo.

Da dove parte l’idea di unire Pelle femminile e Cibo?

“L’idea parte proprio dalla mia professione: facendo il fotografo pubblicitario di Cibo, sono quotidianamente orientato a soddisfare esigenze di altri per arrivare a realizzare specifiche campagne o ricette… In questo caso, dopo tanti scatti, avevo voglia di dedicarmi uno spazio personale sia per promuovere il mio mestiere sia per un discorso di creatività che potesse andare oltre la riproduzione nuda e cruda della realtà. Così, nel 2007 ho pensato a qualcosa di diverso, lavorando la fotografia non più nei modi classici ma decontestualizzandone l’oggetto mirato, in questo caso una serie di ingredienti alimentari naturali, e proiettandolo con eleganza fuori da ogni luogo tradizionale. Ho scelto, per questo nuova cornice, la Pelle della Donna, cercando di creare qualcosa di nuovo evitando il classico erotismo ma facendo trasparire ed esaltando sia il gusto delle cose da mangiare sia la sensualità elegante femminile.”

Nelle immagini sembra che la Donna, con la maiuscola, per quanto ritratta nella sua fisicità, non sia però il fulcro della fotografia…

“Per quanto mi riguarda, essa non è un oggetto da fotografare in tutta la sua bellezza fisica, ma una figura importante e ricca di semantiche inesplorate. In questo ambito ho pensato ad essa come alla figura che da ci nutre, ci coccola, ci cresce e ci accompagna nella vita di ogni giorno e per questo le portiamo un assoluto rispetto. Ho voluto quindi metterla su un piedistallo e non trattarla come un sex symbol. Per questo non acconsento mai a rappresentarla nella sua totale nudità ma in un modo velato e immaginario… I suoi attributi sono sempre coperti  e comunque mai espliciti, il che – ho pensato – mira ad esaltare la bellezza e allo stesso tempo lascia che il Cibo permanga il protagonista della fotografia.”

Come reagisce il pubblico – specialmente femminile – a questi ritratti?

“Inizialmente a Milano le visitatrici erano un po’ perplesse per questa vicinanza estrema stile “close up” a ortaggi o frutti che ne offuscavano la visione diretta e mi chiedevano “ma dov’è la Donna”? In realtà ritengo che tagliare un viso per spersonalizzare l’immagine femminile è un atto dovuto per non far identificare la protagonista in una Donna specifica ma per ritrarre una Donna qualunque alla pari di molte altre. E, viceversa, quando il viso si vede, il corpo è fuori gioco. Il tutto in funzione di questa specularità con il fattore gastronomico protagonista.”

Ogni ritratto fotografico è associato ad un titolo cinematografico, sviluppando un’interpretazione con chi lo osserva che non sempre è così scontata… Come mai e da dove nasce questa liaison con la settima arte?

“Non era un mio proposito iniziale quello di abbinare i film agli scatti che avevo prodotto – anzi pensavo di farci un semplice calendario – e ci ho pensato successivamente. Se dapprima c’era uno spirito, una voglia di creare una scenetta sui generis (ad esempio Eva con la mela in mano ritratta di schiena con un serpente tatuato o un gamberetto che si protende su un candido ombelico femminile), man mano che le fotografie si accumulavano, ho realizzato che la mia passione per il cinema poteva associarsi al mio lavoro sull’immagine attraverso un semplice gioco di sovrapposizione. Era un’intenzione semantica anche per capire se l’osservatore arrivava a capire questo abbinamento in maniera spontanea ed immediata  (nei casi menzionati Eva contro Eva e Sushi girl) o si poteva minimamente scervellare per carpirne l’assonanza. Ad esempio l’immagine col mazzo di carote nella foto “Amici, amanti e…” è riservato a chi – e non sono tanti della mia generazione – ha avuto modo di vedere quella pellicola per intero…”

Cinema o Tavola con protagonista pomodori, olive, zucche, basilico o melograni, la Donna, negli scatti di Cristiano Maggi, diventa una sorta di Dea del Cibo che ci accompagna alla scoperta di ogni recondita immagine in un gioco di allusioni che ritempra lo spirito e fomenta in maniera subliminale il nostro appetito culturale.

 

Skin&Food

  • Mostra fotografica di Cristiano Maggi
  • Teatro Parioli Peppino De Filippo, via Giosuè Borsi 20, 9 Ottobre – 10 Novembre
  • 2015. 068073040. Martedì-Sabato, 10-14, 15-19. Nei giorni di spettacolo fino alle 22.
  • Ingresso libero.
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Laureata in Lettere e dottoressa di ricerca in Storia, teoria e tecnica del teatro e dello spettacolo, è stata per diversi anni cultrice della materia nella cattedra di Metodologia e critica dello spettacolo all’Università La Sapienza di Roma. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come pubblicista, ha collaborato per molte riviste e web magazine e attualmente scrive di cultura per “Dazebao”, “Leggere: tutti” e “artapartofcul(ture)". Curatrice artistica di alcune manifestazioni e rassegne culturali, ha lavorato come promoter musicale per artisti, music club, festival ed etichette discografiche. Dal 2001 è titolare dell’agenzia a suo nome specializzata in promozione, ufficio stampa e pubbliche relazioni.

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