Nonostante tutto resta poco o niente.

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nonostante tutto, cover

Lo dico subito: commentare Nonostante Tutto di Francesca Vignali Albergotti  (Fazi Editore) è imbarazzate nella maniera più assoluta per due motivi: primo, ci si trova davanti a una sequela di luoghi comuni talmente comuni da lasciare perplessi; secondo, io questo libro me lo sono proprio divorato, pappandomelo anche con un certo gusto, esattamente come si mangia una qualsiasi roba grassa e ipercalorica quando si è seriamente deciso di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata; e, a libro concluso, la sensazione è stata quella di aver ingerito, per proseguire con la metafora alimentare,  soltanto calorie vuote.
Si tratta, in soldoni, di sapori che lì per lì soddisfano, e anche in fretta, ma che altrettanto in fretta svaniscono, senza lasciare neanche un minimo di retrogusto; e forse, ripensandoci, tanto valeva strafogarsi di quella torta al cioccolato e pere (o qualunque sia il vostro dolce preferito) che avevi visto in pasticceria, che era grassa uguale, ma sicuramente più appagante e più gustosa.

Insomma, ci si sente un po’ fregati.

Scritto non male ma lontanissimo da ogni bisogno di comunicare una qualsiasi visione del mondo e della vita, Nonostante Tutto sarebbe potuto essere uno di quei guilty pleasures capaci di agguantarti per i bassi istinti (parlando onestamente, quale lettore non ha il suo stereotipo preferito? Il mio è quello del depresso in terapia vita natural durante, e meglio se omosessuale, come in questo caso) se non fosse per una seconda parte che distrugge quel poco di buono costruito in precedenza, ovvero l’illusione di spiare dei tizi dal buco della serratura e di spettegolare su di loro; e tale distruzione avviene mediante un mini-romanzo in cui la rettitudine e la virtù trionfano e il vizio soccombe, e dove  la voce narrante da malignetta diventa querula, giudicante e predicatoria.

Sul serio, il piacere che si prova  a leggere Nonostante Tutto è esclusivamente quello del gossip, dello sparlare di una persona alle sue spalle, ignorando (o banalizzando) le ragioni che possono aver spinto quella data persona a essere quello che è, facendo di lui/lei, insomma, un oggetto di ludibrio e critica, o comunque un mezzo per sentirsi superiori; un piacere in fondo sgradevole, che ci sminuisce e non ci fa sentire bene con noi stessi.

Perché una chiacchiera, una maldicenza, un qualcosa del tipo “se lo è andato a cercare/come sono cattive e stupide le persone/in che mondo ci tocca vivere” lo si ascolta anche con curiosità, ma quando il pettegolo malmostoso e saccente riprende la sua strada a noi non è che manca, anzi.

Esattamente come non ci mancherà questo libro subito dopo averlo chiuso.

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Sono toscana, ed ho sempre letto molto da quando ho imparato a farlo, ovvero a quattro anni. Oltre alla lettura ho una passione per gli sport da combattimento e le arti marziali, per il cinema e la birra.
L'indirizzo del mio blog è www.winteraubergine.it.
Il mio nick è, ovviamente, Winter Aubergine.

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