Bordeaux Edizioni: il colore, la lettura, l’intervista.

Ciro

In questo uggioso giovedì di fine novembre l’appuntamento è con Bordeaux Edizioni, casa editrice romana nata nel 2011. La conosciamo meglio parlandone con il responsabile, Dario Cimaglia.

Iniziamo dal nome. Perché Bordeaux?

Cercavamo un nome facile da ricordare, ma dai molteplici significati. Bordeaux è un colore classico ed anche una città francese ricca di cultura (dove nacque Montaigne) che dà il nome a un ottimo vino. In altre parole… Bordeaux perché Frascati non è un colore!

Il logo, invece?

Il logo rappresenta una poltrona classica con accanto una lampada da terra. È il nostro personale invito alla lettura: una lettura comoda ma non troppo perché ci teniamo che sia attenta e consapevole. È stato realizzato dall’amico Fabrizio Perilli di Pera&Mela – idee per comunicare.

Questa idea di lettura che vogliamo trasmettere con il logo la traduciamo anche nella scelta delle copertine. I nostri libri sono perlopiù bianchi, dove predomina il lettering: i classici hanno una banda color rosso bordeaux ad evidenziare l’autore; la narrativa si accompagna a un’immagine mentre la saggistica ne è priva. Si è proprio costretti alla lettura, ed è un bene.

Su questo almeno siamo sobri!

Veniamo alle collane… Scorrendo il vostro sito web notavo che in realtà non ne avete. La vostra produzione sembra divisa in filoni tematici.

Esatto. È stata una scelta ragionata: siamo editori generalisti. Abbiamo iniziato con i classici e poi ci siamo rivolti alla saggistica politica e storica nonché alla narrativa contemporanea. Pubblichiamo anche libri legati all’arte, come Forza tutt* che è il catalogo del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia. È l’unico museo abitato al mondo, in continuo divenire, fra opere che entrano e opere che stanno un po’ e poi escono. Per questo il libro rappresenta un documento importante! Ancora legato all’arte è Exploit, un librone di più di mille pagine che raccoglie le riflessioni di 125 autori (italiani e non) sul rapporto tra arte, politica, movimento, territorio…

Però a dire il vero una collana ce l’abbiamo: “Tocco, gioco e leggo”. È un progetto al quale teniamo molto, dedicato ai bambini sordi e non solo. Si tratta di libri di stoffa realizzati artigianalmente dalla Cooperativa Zajedno. Il titolo di ogni libro rappresenta un gesto comunicativo degli udenti e un segno della lingua italiana dei segni: in questo modo si crea un contatto, un dialogo che include tutti. Non a caso, poi, abbiamo pubblicato anche Il manuale dell’abate Silvestri. Le origini dell’educazione dei sordi in Italia

Insomma, per farla breve pubblichiamo solo libri che ci piacciono, che consideriamo utili e belli.

Chi è la Bordeaux Edizioni?

La Bordeaux è composta da me, Luca Todarello e Giulia Capotorto (e Ciro – «Woff!» – il vero direttore editoriale!). Ma anche da decine di preziosi “collaboratori esterni”. Ho sempre creduto che il valore di una casa editrice sia essere punto di riferimento per autori e collaboratori. Per questo ad esempio è bello vedere che a seguire la presentazione di un libro ci siano anche gli autori degli altri libri da noi pubblicati! La loro partecipazione costante, i loro consigli, le opinioni che condividono con noi non sono cose comuni e siamo felici che ciò avvenga. Alla fine è questa la soddisfazione, la fonte del nostro entusiasmo, non certo il ritorno economico (che comunque, diciamolo, non c’è).

In questi giorni Umberto Eco – che con Elisabetta Sgarbi e altri fonderà una nuova casa editrice, La Nave di Teseo, in risposta alla fusione di Mondadori e Rizzoli – ha appunto dichiarato che “l’editoria infatti è il modo più elegante per dissipare i propri risparmi, magari in modo lento, ma sicuro”. Eco lo fa “perché si deve” e con un capitale iniziale di 5-6 milioni di euro. Tu?

Per me non è un dovere, ma un piacere… d’altronde “Bordeaux” a cosa può rimandare se non al piacere? Per quanto riguarda il capitale, l’unico che abbia un valore – e lo dico seriamente – è il lavoro. Abbiamo fondato la casa editrice nel 2011, in piena crisi economica e il contesto storico e politico in cui è nata non può non riflettersi nelle tematiche che affrontiamo fra le pagine dei nostri libri. È il nostro tempo: migrazioni, debito pubblico, lavoro, politiche economiche, memoria.

Invece la passione per l’editoria come e quando è nata?

Erano i tempi dell’università e con un amico ci presentammo dagli Editori Riuniti per lavorare come correttori di bozze (e io all’epoca non sapevo nemmeno cosa fosse una bozza! Ma mi incuriosiva la macchina editoriale). Ci fecero fare una prova e dopo 15 giorni arrivò a casa un telegramma di convocazione. Fu una bella emozione, ma non ti dico la gavetta… all’epoca le prime bozze si correggevano in due: uno leggeva e l’altro seguiva sul manoscritto. Poi dopo anni si veniva “promossi” alla correzione delle seconde bozze. E infine si arrivava all’editing: era un vero e proprio lavoro artigianale perché non si doveva solo intervenire sul contenuto, ma anche immaginare il libro già finito, indicando quindi ai tipografi i caratteri, i corpi, le giustezze, i mozzi e così via… Un altro mondo.

Tornando alla Bordeaux… Un aspetto che non avete sottovalutato nel vostro progetto editoriale è quello del digitale, che non sembra avere pace: doveva seppellire il libro cartaceo, ora invece si dice sia in arresto…

Quasi tutti i nostri libri sono disponibili anche in e-book, sia in versione EPUB che MOBI: i primi si possono acquistare sulle maggiori piattaforme online (Bookrepublic ad esempio), i secondi su Amazon. Non so quanto l’e-book possa rappresentare il futuro dell’editoria (il libro cartaceo è tutt’altro che morto, a dispetto, appunto, di certi pronostici), ma sicuramente è una risorsa che dovrebbe essere sostenuta, ad esempio attraverso l’adozione (capillare) della rete Wi-Fi. A mancare sono anche politiche serie per implementare l’abitudine alla lettura, impegno ad oggi lasciato più che altro alla buona volontà di insegnanti e genitori. L’e-book, ad ogni modo, è una possibilità che va offerta ai propri lettori. Che in Italia però sono sempre meno…

Vero. Ma quei pochi che restano per fortuna partecipano a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria. Voi ci sarete al Palazzo dei Congressi dell’EUR?

Certo! Dal 4 all’8 dicembre ci troverete allo stand T34, primo piano. Presenteremo anche tre nostri titoli: si inizia venerdì in Sala Corallo alle ore 17 con Il giubileo del debito a cura di Antonio De Lellis con Rossano Pazzagli e Daniela Binello; si prosegue sabato in Sala Turchese alle ore 16 con la tavola rotonda Le migrazioni del XXI secolo sotto la lente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” con Antonio Iodice, Giuseppe Acocella, Simonetta Bisi, Paolo De Nardis; e si finisce domenica in Sala Smeraldo alle ore 16 con A fattor comune di Massimiliano Smeriglio con la giornalista Daniela Preziosi. Abbiamo in serbo anche speciali gadget, e ovviamente non mancherà il brindisi!

Un’ultima domanda, a proposito di brindisi… con cosa abbineresti i libri Bordeaux?

Beh, ça va sans dire… con un Bordeaux d’annata!

Si ringraziano Dario Cimaglia, Luca Todarello e Giulia Capotorto per la simpatica accoglienza e la lunga chiacchierata oltre l’intervista.

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Giornalista pubblicista dal 2012, scrive da quando, bambina, le è stato regalato il suo primo diario. Ha scritto a lungo su InStoria.it e ha aiutato manoscritti a diventare libri lavorando in una casa editrice romana, esperienza che ha definito i contorni dei suoi interessi influendo, inevitabilmente, sul suo percorso nel giornalismo. Nel 2013 ha collaborato con il mensile Leggere:tutti ma è scrivendo per art a part of cult(ure) che ha potuto trovare il suo posto fra libri, festival e arti. Essere nata nel 1989 le ha sempre dato la strana sensazione di essere “in tempo”, chissà poi per cosa...

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