Pablo Echaurren. Contaminazione e contropittura

Contropittura-Pablo Echaurren, GNAM - ph. Paolo Di Pasquale

Non è così strano se l’impressione più immediata sull’ultima esposizione di Pablo Echaurren alla Gnam – Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma (www.gnam.beniculturali.it) sia quella di un’architettura; un organismo squadernato in una superficie, come da un plotter. Ritmato, da quello stesso spazio che lo contiene. E non è forse un caso, se questo si lega alla passione dell’artista per la musica e che tutti questi aspetti, biografici e ambientali, finiscono per integrarsi in una specie di totalità autosufficiente.

Pablo Echaurren è in mostra fino al 3 aprile prossimo in un’esposizione curata da Angelandreina Rorro e titolata: Contropittura. Un’esposizione corposa, tematica, che include anche l’ultima produzione, le grandi tele, la “pittura da muro”. Ma che procede per fasi, centrate sugli anni dell’impegno politico e sociale nel movimento del ’77, di cui Indiani Metropolitani rappresenterà l’ala più creativa; con quel compito predittivo di denunciare, in un linguaggio ironico e leggero, il mondo illusionistico dei media e i meccanismi indotti del consenso; da quegli anni, una serie di disegni e collages che vengono esposti qui per la prima volta.

Nonostante l’estrema eterogeneità dei mezzi e dei linguaggi che ha sempre caratterizzato il lavoro di Echaurren – dai dipinti, ai poster, alle copertine di libri e agli immancabili fumetti, alle sculture parodie del DaDa -, i suoi oggetti pittorici restano tutti sottesi da questa idea costruttrice, quella dell’artista come artefice, cuore della sua poetica, che entra nello spazio con una evidente portata emozionale.

Una pittura inevitabilmente dettata dal segno, che diventa unità minima di un complesso sistema di scrittura. Un alfabeto. A volte impetuoso, a volte ragionato. Tanto che tutto l’esplodere di quel lessico dirompente, che sembra affondare a piene mani in quella fonte primaria chiamata Primitivismo – e che darà vita dagli anni trenta, da Georges Bataille in poi, a molta fondamentale avanguardia –, si mischia, in Echaurren, a ogni possibile sintesi di registri. Alti e bassi.

In un linguaggio pittorico che privilegia la superficie, fatto di cromie acide, di colori fluorescenti e di grafemi violentemente vergati, in una sovrascrittura dal segno furioso, di lettere, fino a vere e proprie parole scritte, cancellate o ripassate più volte, come gesti insistiti e incorniciati da sgocciolature o automatismi alla De Kooning, come fossero, ancora, la classificazione di citazioni e incredibili autocitazioni della propria stessa produzione e vita, incredibilmente spessa per chi la conosce. Così, passando dal minimalismo dei disegni più analitici, fino alle esuberanze espressioniste, dalla Eccentric Abstraction alla Pop Art, incluse di tutte le derive processuali da un lato, e massmediatiche e concettuali dall’altro. Ma da cui, Pablo Echaurren, attinge con un costante senso di gioco e una incredibile disinvoltura; e tenendoci lì, perennemente in bilico, in un lieve concorso di forze, che a volte cedono e a volte si impongono. In un ritmo che sa risolvere ogni apparente divergenza o contraddizione, anche la più irriducibile. Contenendo cubismo, futurismo e Dada, accanto a scritte pubblicitarie e personaggi dei fumetti, quadrettature geometrizzanti e segni ripetuti. Tanto che lo stesso luogo, la Galleria di Valle Giulia, un edificio primo novecento in puro stile eclettico, pervaso di classicismi, di retorica del maestoso, finisce per integrarsi nel discorso pittorico di Echaurren, e lo fa contenedo meglio di qualunque altro, con il suo stile, l’opera dell’artista. Le pitture di ogni possibile decennio scorrono in fasi tematiche di ogni dimensione, dal foglio con le immancabili quadrettature, alle grandi pitture da muro, inquadrate dai portali di accesso alle sale, dai corridoi, in infilate prospettiche e altezze che prendono il loro posto, come vere e proprie pause a sostegno dell’opera.

Una mostra strutturata quella di Echaurren, che è stato pittore, scrittore, fumettista, saggista; di una vita costruita dalle diverse traiettorie della Storia dell’arte che attraversa e del paese la cui vita culturale ha contribuito a definire e ancora definisce, l’Italia.

Promo video:

Info mostra

  • Pablo Echaurren. Contropittura
  • 20 novembre, 2015 – 3 aprile, 2016
  • orari: 8.30 – 19.30 (ultimo ingresso: 45 minuti prima della chiusura)
  • Chiuso lunedì
  • Gnam – Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
  • viale delle Belle Arti 131, Roma
  • telefono:06 322981
+ ARTICOLI

Vive a Roma, specialista in Storia e Arte Contemporanea presso la Sapienza di Roma, ha conseguito un master e attualmente si occupa di progettazione europea nell’ambito del sottoprogramma cultura, con specifiche competenze nel programma “Creative Europe”. Ha collaborato ad alcune riviste culturali, scritto saltuariamente di politica per alcune testate on line.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.