Tra terra e mare. Le mille vite di Pozzuoli in una mostra multimediale

thermopolium

Nel cuore dei Campi Flegrei, dopo 6 anni di lavori, ha visto la luce (da ottobre dello scorso anno) il progetto Tra Terra e Mare – Alle origini del gusto, promosso dalla Sopraintendenza Archeologica della Campania in partenariato con il Comune di Pozzuoli e finanziato dalla Regione Campania, che sarà visitabile fino all’ultimo weekend di marzo.

La mostra permette di scoprire la storia dei Campi Flegrei attraverso il tema del cibo: dai prodotti che qui arrivavano con le navi in età romana quando era il porto della Roma Imperiale, alle tabernae dove si mangiava il pesce o il garum ai locali utilizzati per conservare il grano o per lavorarlo alla macina.

Un percorso della durata di circa 60 minuti con otto stazioni, ad ognuna delle quali è stato assegnato un nome in base alle installazioni multimediali utilizzate ed alle voci che è possibile ascoltare in sottofondo, come un ritorno alla vita, un origliare  tra le mura dell’antica Puteoli, che fu  porto principale della Roma imperiale e il cui nome significa piccoli pozzi, probabilmente grazie alle numerose sorgenti di acque termominerali che ancora vi si trovano.

Si inizia da Il mare, il porto di Pozzuoli, la vita stessa dell’antica Puteoli. Qui approdavano e salpavano le navi provenienti dall’Oriente e da tutto il Mediterraneo i cui traffici e commerci contribuivano a rendere la città antagonista del porto di Delo.

La seconda tappa è, invece, La città, che presentava una struttura greca con al centro il decumano maggiore – tracciato dall’àugure, come tradizione voleva –  che incrociava i decumani minori con alcuni criptoportici ad archi senza legno come era uso costruire in epoca post Nerone. Una città che brulicava di gente poliglotta, dove  convivevano – in pianta stabile o solamente di passaggio – Greci, Tiri, Ebrei e Cristiani, ma anche genti diverse come schiavi, facchini, commercianti di aziende e trasporti. Tutti frequentavano i thermopolium, luoghi di ristoro dove era possibile acquistare cibi caldi e pronti per il consumo, come nei moderni fast food
A raccontarci della ricchezza di acqua corrente nelle case e botteghe, troviamo una fistula in piombo, mentre non lontano è possibile imbattersi in quella che doveva essere una necropoli infantile, segno di una vita mutata e delle molte difficoltà sopraggiunte a Pozzuoli nel corso dei secoli dopo la caduta dell’Impero Romano.
Nel IV sec. d.C  inizia infatti la decadenza della città fino al bradisismo che dà, poi, il colpo finale…

I pesci rappresentano una successiva stazione: nelle botteghe e taverne dell’antica città (diventate poi le cisterne dei palazzi del 1600, quando la città si ripopola ricostruendosi sulla Pozzuoli delle origini) si vedono fluttuare, in maniera virtuale, pesci di ogni  specie, identificati con i loro nomi  in latino. Erano un vero tesoro, costituivano alimento e oggetto di commercio essenziale unitamente ai prodotti agricoli provenienti dal retroterra campano

Si passa dunque a visitare Le stratificazioni. Della città di Dicearchia (città del giusto governo) fondata dai profughi di Samo intorno al 531 a.C. e che giace al di sotto degli scavi di Puteoli non esiste altra traccia, se non quella scritta. Certamente il bradisismo (fenomeno vulcanico con periodici abbassamenti ed innalzamenti del livello del suolo) è stato all’origine della sua scomparsa ed è sui resti di questa città che sorse l’antica Puteoli sulla cui struttura, ancora,  sono stati costruiti i palazzi seicenteschi adeguando gli spazi antichi alle nuove necessità.

Saturnalia: io Saturnalia era l’augurio che ci si scambiava insieme a piccoli doni durante la festa dedicata a Saturno, consacrata alle campagne, ai raccolti, allo scorrere del tempo.  Si gozzovigliava e ci si divertiva con travestimenti, quasi un nostro Carnevale, nel periodo era tra il 17 ed il 23 dicembre.

La stazione dedicata a Le merci trasporta il visitatore nella realtà fatta di voci e passi di gente al lavoro… granai (horrea) zeppi di grano, spezie, argenti, miele, olio, prugne dalla Siria, vetro e profumi. Chi andava via portava con se dei souvenir di terracotta: piccole anforette con sabbia di Cuma e Literno. Qui si ascolta e si immagina il lavoro dei saccari che accumulavano merci  con il trasporto dei sacchi  in botteghe e magazzini. Puteoli con il commercio del grano ne controllava anche il prezzo…

Gli Scavi, al momento del ritrovamento sono iniziati in un ambiente che era quasi una discarica, dove sono stati trovati persino dei pezzi di pregio, tra cui  la testa di una statua di Fidia, mescolati ad ogni genere di rifiuto.

L’itinerario si conclude con Il pistrinium, ovvero la panetteria della città, dove immaginiamo e vediamo la macina che gira incessantemente, mentre Aulus, il panettiere, continua ad infornare pani di ogni specie: alle olive, alle noci, pizze, focacce…

Terminato il percorso la visita può essere arricchita con una passeggiata tra i vicoli del Rione Terra ed una visita alla basilica minore dei SS. Procolo e Gennaro che è essa stessa mostra un “perfetto riepilogo” della storia di Pozzuoli, dalla sua fondazione nel 194 a.C fino ai giorni nostri, passando dal Medioevo al Rinascimento ed al rifacimento barocco.
Il Rione Terra, antica rocca della città, è, a sua volta, in attesa dei finanziamenti che consentano di portare a compimento l’opera di ristrutturazione, già in fase avanzata, per il recupero definitivo, ma anche la sola parte già realizzata e portata a compimento, emana momenti di fascino e grande coinvolgimento emotivo.

La mostra, ideata da Adele Campanelli con la curatela scientifica di Costanza Gialanella, con gli allestimenti e le installazioni multimediali di Francesco Capotorto rappresenta un viaggio avvincente nella storia dell’antica città, un andare sospeso fra l’immaginario ed il reale, reso particolarmente efficace dall’incredibile stato di conservazione degli edifici che sono visibili sotto i palazzi seicenteschi.

Attraverso la tecnologia e il virtual mapping che rende più profonda la conoscenza di questi luoghi, al visitatore viene offerta un’esperienza immersiva e multisensoriale, che facilitano la lettura delle complesse stratificazioni e delle tracce lasciate dall’uomo e dal tempo.

Il grande successo di questa mostra itinerante si misura con il sold out delle prenotazioni, già da qualche mese. Ci si può comunque inserire nella waiting list contattando l’ufficio prenotazioni. Le visite termineranno con l’ ultimo week-end di marzo, ma è lecito sperare che la chiusura venga procrastinata come è già accaduto.

Ulteriori informazioni circa la fruizione del percorso, oltre tale data, saranno comunicate non appena possibile. Le potrete trovare qui. Vale la pena di restare in attesa.

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Napoletana verace, molto impegnata sul proprio territorio come cittadina attiva, studi classici, veterinaria mancata per vicissitudini familiari... mamma, moglie, innamoratissima dei cani e sempre a coltivare, ancora ora, la sua passione adolescenziale per l'Inter.

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