Focus Point sullo European Heritage Label. Marchio di Patrimonio Europeo della Cultura

Corrado Giaquinto , Allegoria dell'Europa, c.a. 1744-1746
Corrado Giaquinto , Allegoria dell’Europa, c.a. 1744-1746

E’ stato lanciato appena qualche giorno fa il Focus Point sullo European Heritage Label, l’agenzia nazionale italiana presso il MIbact per il conferimento del Marchio di Patrimonio Europeo della Cultura.

Nonostante l’Europa sembri attraversata da una crisi irreversibile – il referendum sulla Brexit, la messa in discussione di Schengen, l’avanzata dell’ultradestra in Germania e precedentemente in Francia -, nonostante, soprattutto, l’eclatante incapacità a risolvere in un fronte comune la prima grande sfida politica che l’Unione si è ritrovata sul suo cammino, dal dopoguerra in poi, ovvero la catastrofe umanitaria e le drammatiche traversate dei migranti a seguito dei conflitti siriano e libico; nonostante, infine, lo scetticismo nella riuscita del progetto di una Europa Unita, in una sorta di dimensione parallela, quasi surreale, ebbene: proseguono i programmi di integrazione politica su base comunitaria. Sembra aprirsi, così, un sottile spiraglio di normalità, quasi potesse diventare, proprio questo, il margine da cui un sogno europeo può continuare il suo percorso e avere vita.

L’Agenda Europea della Cultura rilancia in questi giorni l’iniziativa intergovernativa nata nel 2006, il Marchio di Patrimonio Europeo. Qui i dettagli tecnici e le modalità di partecipazione.

1624604_10208682836533526_1693305171_nDopo le Giornate Europee del Patrimonio, Le Capitali Europee della Cultura, si orienta lo sforzo di coesione, attraverso la rinnovata programmazione dello European Heritage Label. Questo si pone come un marchio di qualità che si differenzia dai siti Unesco, da conferire a quei territori naturali, archeologici, industriali, monumenti, luoghi storici o contemporanei, ma che abbiano avuto o si candidino a voler avere un ruolo di indiscutibile valore per la costituzione della cultura Europea, della Comunità e della stessa Unione Europea. Per l’Italia sono già selezionati per entrare nel Patrimonio Europeo: il Campidoglio a Roma, le case dei musicisti Puccini, Rossi, Verdi; la casa Natale di Alcide De Gasperi a Pieve Tesino, quindi l’isola di Ventotene. Ma la cosa interessante è che un sito non deve essere necessariamente un monumento con carattere storico; si può decidere di agire in sinergia con altri siti dislocati in differenti nazioni, purché uniti da un obbiettivo transnazionale e comune, convergendo su un unico tema che abbia un alto valore simbolico e che attesti il suo significato culturale per la formazione di uno stesso patrimonio di ideali: gli ideali del sogno europeo. E se l’Europa compie il suo cammino soprattutto nella condivisione di uno stesso principio di democrazia, baluardo in difesa della pace e dei diritti umani, e se è vero che il cammino di un’intera generazione si sta compiendo sui passi dei più deboli, esattamente a Claiais e Idomeni, ebbene: perché proprio queste terre non possono divenire il confine esatto da cui L’Europa e il suo sogno possono ripartire, invece che il simbolo del suo fallimento?

Sarebbe un grande riscatto umano, culturale e politico, se Idomeni e Calais diventassero il luogo dove converge la volontà di una intera generazione che lotta per una Europa Unita, solidale e accogliente. Sarebbe un sogno, se da qui a breve queste terre di emarginazione, dove si confinano i migranti e si erigono barriere, si meritassero proprio il Marchio del Patrimonio Europeo, per i motivi che ci rendono orgogliosi di essere una Europa Unita.

Il focus info Point Italiano. Per l’assistenza tecnica ai responsabili dei siti candidati.

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Vive a Roma, specialista in Storia e Arte Contemporanea presso la Sapienza di Roma, ha conseguito un master e attualmente si occupa di progettazione europea nell’ambito del sottoprogramma cultura, con specifiche competenze nel programma “Creative Europe”. Ha collaborato ad alcune riviste culturali, scritto saltuariamente di politica per alcune testate on line.

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