CaLibro, festival di letture a Città di Castello. Le persone, la partecipazione, le storie

Locandina CaLibro2016
Locandina CaLibro2016

Da giovedì 31 marzo a domenica 3 aprile 2016 torna CaLibro – Festival di letture a Città di Castello organizzato dall’Associazione culturale “Il Fondino”, grazie anche al sostegno e al patrocinio del Comune di Città di Castello e della Regione Umbria.

CaLibro (pronuncia: càlibro), per quei pochi che ancora non lo sapessero o non lo intuissero, si chiama così perché fonde il nome della città che lo ospita (Città di Castello) con l’oggetto intorno al quale si sviluppano le sue narrazioni (il libro). E arriva quest’anno alla sua quarta edizione.

Tra una chiacchierata al telefono e qualche e-mail, Saverio Verini (curatore d’arte e tra gli organizzatori del festival) mi ha raccontato la bella realtà di CaLibro. Un festival letterario che ha molto a che fare con le persone, la partecipazione e le storie. Ma davvero eh.

Saverio, di festival letterari in Italia se ne organizzano molti e tutti diversi, non solo per tematiche ma anche per location. Com’è nata quindi l’idea di CaLibro e perché?

L’Associazione culturale che organizza CaLibro, “Il Fondino”, è stata fondata nel 2005 da un gruppo di giovani tifernati. Organizzavamo concerti, spettacoli teatrali e varie iniziative culturali. Quattro anni fa però abbiamo sentito l’esigenza di radunare le nostre forze intorno a un evento più compatto e complesso: così è nato CaLibro. Con questo festival vogliamo creare un momento di incontro e confronto sulla letteratura e ciò che le ruota attorno, a partire dai libri e dagli autori che più ci piacciono.

L’idea, poi, di realizzare tutto ciò nel luogo dove siamo nati e cresciuti – Città di Castello, comune di 40.000 abitanti in provincia di Perugia, ma in “odor” di Toscana – ci ha dato una spinta e una motivazione ulteriori.

Come organizzatori cerchiamo di dividerci i compiti in base alle competenze specifiche e alle attitudini (di fatto agiamo tutti come volontari e la formazione di ognuno è molto diversificata): in questo modo la costruzione del Festival riesce ad essere meno faticosa e più in linea con gli interessi individuali (ad esempio, per formazione personale, seguo e ammiro il lavoro di Riccardo Falcinelli, uno dei maggiori visual designer italiani, che in questa edizione di CaLibro ci dirà perché scegliamo i libri dalla copertina). Il risultato crediamo sia buono: non lo diciamo noi, ma la partecipazione sempre più alta di pubblico e, cosa che non guasta, gli incoraggiamenti che riceviamo dai tanti ospiti.

Perciò, cosa (e chi) c’è da aspettarsi per questa quarta edizione del festival? Come avete scelto i protagonisti?

La selezione avviene sempre scambiandoci idee e confrontandoci sulle pubblicazioni che più ci stimolano ed entusiasmano. Non individuiamo gli ospiti solo in base al “nome”, al prestigio delle case editrici o alle novità editoriali; sono parametri che ovviamente teniamo in considerazione, ma ci capita di intercettare figure più “laterali”, o di invitare autori che magari non pubblicano da diverso tempo.
Una parte fondamentale del programma è riservata anche a produzioni originali: si tratta di spettacoli, performance, progetti espositivi (e anche feste!) che nascono da nostre idee e che, prendendo spunto dall’ambito letterario, si contaminano con altri ambiti disciplinari, testimoniando come la lettura e i libri possano trovare un’estensione “fisica”.
Insomma, si tratta di un tentativo di far “uscire dalla pagina” i contenuti e le ispirazioni libresche: quest’anno, per esempio, ospiteremo una performance di Michele Mari in collaborazione con una tipografia storica di Città di Castello, la Grifani-Donati, e creeremo un circuito di reading poetici all’interno di abitazioni sfitte del centro storico.

 Scorrendo il programma, ho notato anche un appuntamento dedicato ai più piccoli diverso dal solito…

Con Libri in fuga! abbiamo voluto riprodurre la situazione di un campo profughi: in uno spazio espositivo di Città di Castello saranno allestite delle tende e ogni tenda al suo interno avrà favole e racconti che appartengono alla tradizione di Iran, Siria, Kurdistan, Eritrea e Senegal (i paesi di origine dei migranti di oggi).
Quello che speriamo di riuscire a realizzare con questo progetto è di restituire, almeno in parte, il senso di precarietà di coloro che scappano dalla propria terra – afflitta da guerra, fame, povertà – per venire a rifugiarsi in Europa, ma anche di creare un momento di intimità e coinvolgimento con quelle vite, attraverso uno strumento semplice e potente come possono esserlo le fiabe.
Non vogliamo certo trasformarci in esperti di pedagogia, ma crediamo che possa essere importante avvicinare al contempo i bambini alla lettura e alle vite degli altri.

CaLibro, abbiamo capito, ha al suo interno tante ispirazioni ed esperienze diverse. Qual è allora il filo rosso della manifestazione?

In realtà non c’è un vero e proprio legame a tenere strette le singole iniziative. Credo si possa parlare piuttosto di un’attitudine, che è quella di coinvolgere il contesto (capita spesso, come quest’anno con Michela Murgia, che a conversare con gli autori siano dei gruppi di cittadini – lettori, anche forti, ma soprattutto appassionati – affinché l’universo dei libri non rimanga un discorso solo tra addetti ai lavori) e far percepire la lettura (e la letteratura) come qualcosa di vitale e tutt’altro che polveroso. Ecco, credo sia questo il vero leitmotiv di CaLibro.

Se dovessi fare un bilancio del festival, fino ad oggi, come sarebbe?

Direi positivo. Siamo molto soddisfatti del riscontro di pubblico e degli attestati di stima che riceviamo dagli ospiti. Anche la stampa nazionale si sta accorgendo di noi.
CaLibro è un’occasione di crescita anche per noi stessi, avendo modo di entrare in contatto con scrittori che, oltre a essere grandi autori (dai “Premio Strega” Nicola Lagioia e Walter Siti fino agli emergenti), sono pure testimoni del tempo che viviamo.
Certo, non è facile portare avanti una manifestazione del genere con le poche risorse a disposizione e questo aspetto rappresenta un piccolo limite sul quale dovremo lavorare.

La quarta edizione del Festival è ormai alle porte… Che aspettative avete per il futuro?

L’aspettativa è quella di crescere, aggiungendo sempre nuovi contenuti e spunti. Quest’anno, per dire, avremo l’onore della presenza del primo ospite internazionale, Mathias Énard (insignito recentemente del Premio Goncourt, il più importante premio letterario francese): l’accoglienza di un autore del suo calibro rappresenta per noi una bella sfida, inedita ma stimolante.
Siamo noi stessi i primi a cercare, edizione dopo edizione, di alzare l’asticella, cercando di migliorare e offrire proposte nuove, originali e, speriamo, di qualità.

CaLibro – Festival di letture a Città di Castello vi aspetta dal 31 marzo al 3 aprile 2016. Qui il programma completo.

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Giornalista pubblicista dal 2012, scrive da quando, bambina, le è stato regalato il suo primo diario. Ha scritto a lungo su InStoria.it e ha aiutato manoscritti a diventare libri lavorando in una casa editrice romana, esperienza che ha definito i contorni dei suoi interessi influendo, inevitabilmente, sul suo percorso nel giornalismo. Nel 2013 ha collaborato con il mensile Leggere:tutti ma è scrivendo per art a part of cult(ure) che ha potuto trovare il suo posto fra libri, festival e arti. Essere nata nel 1989 le ha sempre dato la strana sensazione di essere “in tempo”, chissà poi per cosa...

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