Hanami all’orto botanico di Roma

Orchidee nella serra tropicale. Foto di Anna Jo'

Sono stati molti i visitatori che hanno percorso i viali dell’Orto Botanico di Roma in occasione delle giornate dedicate all’Hanami, l’annuale fioritura del ciliegio nel giardino giapponese. Attività per bambini, cerimonie del tè e una mostra di Ikebana: queste le offerte per il pubblico nel corso del tradizionale appuntamento, insieme a una serie di visite guidate  per ricordare che i circa 12 ettari dell’orto botanico riservano aspetti interessantissimi anche nel resto dell’anno.

Gestito dal Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Roma La Sapienza, questo pregevolissimo spazio verde, nel rione di Trastevere, conserva strutture rilevanti dal punto di vista architettonico, come la Serra Monumentale realizzata nel 1877 dalla ditta Mathian di Lione e la Scalinata settecentesca degli 11 zampilli, progettata da Ferdinando Fuga; ma le scenografie e gli scorci da ammirare sono soprattutto quelli che, oltre alla firma degli esseri umani, recano anche quella di madre natura. Dalla valletta delle felci al viale di palme, dai bambù al bosco mediterraneo, dall’orto delle piante officinali al roseto, dagli alberi secolari alle piante della serra tropicale: tutto contribuisce a ricondurci in un’epoca nella quale i ricchi committenti acquistavano o commissionavano opere d’arte e decidevano, nel contempo, di far piantare, in parchi e giardini di loro proprietà, specie arboree rare, pregiate o di provenienza esotica. Un grosso impegno quello di irrigare, potare, curare le innumerevoli specie presenti; in particolare, estremamente delicato l’onere di preservare da malattie alberi centenari, o quello di apporre le opportune misure anche all’interno delle serre affinché le specie tropicali abbiano luce e clima adatti alla loro sopravvivenza. Pur essendo un luogo dove si fa ricerca e dove si studiano le strategie che le piante stesse adottano per poter sopravvivere, gli operatori non arrivano dappertutto: alcune aree si trovano in condizioni non proprio apprezzabili, qua e là si individua un po’ di incuria, dovuta con tutta probabilità alla consueta carenza di mezzi e di personale.
Tuttavia l’Orto Botanico si inserisce nelle vicende urbanistiche della città antica e ne costituisce un tassello di notevole interesse, nella sua posizione privilegiata presso il palazzo Riario Corsini, di cui costituisce il parco, modulando in parte le caratteristiche suddivisioni del giardino all’italiana, disteso armoniosamente ai piedi del Gianicolo.

Il giardino giapponese si trova sulla sommità del quadrante sud occidentale ed è stato realizzato da Ken Nakajima. Caratterizzato dalla presenza di ponticelli, di piccole cascate, di laghetti, si apre in piccoli angoli tranquilli, disposti su più piani lungo il pendio e circondati da siepi e piante molto curate, tra cui i Sakura, i celebri ciliegi, ben diversi dai nostri alberi da frutto, in quanto secoli di innesti ne privilegiano unicamente la destinazione ornamentale. I Sakura in questo periodo mostrano la loro splendida fioritura, ingentilita dalla presenza di versi Haiku appesi tra i rami; gli spazi, seppure ridotti, risultano appartati e questa scansione armonica induce irresistibilmente a diminuire il ritmo della passeggiata fino a fermarsi per cercare di trarre il maggior beneficio dall’energia che gli stessi elementi naturali circostanti ispirano e infondono.
Le giornate dell’Hanami all’Orto Botanico sono state patrocinate dalla Fondazione Italia Giappone, dall’Istituto Giapponese di Cultura e da associazioni dedite alla promozione del Bonsai e delle arti floreali, tra cui  spicca l’Ikebana. Inizialmente riservata ai monaci, in quanto in origine si trattava di offerte votive, è un’antica arte che riguarda la disposizione dei fiori recisi e di altri elementi rigorosamente naturali, secondo regole stabilite. La scuola Ohara dello Studio Arti Floreali, diretto da Silvana Mattei, ha presentato in mostra, in una delle serre, alcuni elaborati di grande raffinatezza, illustrati ai visitatori con estrema pazienza e competenza da Isabella Varsano. Ispirati ai paesaggi, alle pitture di Ogata Kōrin, all’osservazione di ciò che i fenomeni naturali ci suggeriscono, le composizioni aiutano a recepire quello spirito contemplativo orientale, che vuole invitarci semplicemente a godere la natura, ad ammirarla. In fondo proprio questo è l’Hanami, un esercizio insolito per le nostre vite frenetiche: ha lo scopo di lasciare fluire liberamente i pensieri nella natura, ascoltando il suono dell’acqua e del vento, assaporandone unicamente essenza e profumi, oppure cercandone una sintesi di ricordi e sensazioni da racchiudere in un Haiku.

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Maria Arcidiacono Archeologa e storica dell'arte, collabora con quotidiani e riviste. Attualmente si occupa, presso una casa editrice, di un progetto editoriale riguardante il patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno.

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