La mostra dedicata a Sigmar Polke (1941-2010) a Palazzo Grassi che segna il 75esimo anniversario dalla nascita dell’artista e 30 anni dal Leone d’oro, evidenzia quanto almeno due generazioni di artisti siano stati ispirati da lui. Da Martin Kippenberger a Carsten Höller per l’ironia a volte acida che investe i loro lavori, alla radicalità da enfant terrible di Jonathan Meeze su per la sagacità di Via Levandowsky, eppure nonostante la ragguardevole quantità di opere il percorso antologico risulta sterilizzato dalla reverenziale scelta estetica consona a un 5 stelle-Lusso.
Fabio Pinelli è laureato in semiologia dell’arte contemporanea con una tesi sulla prassi archivistica nella storia dell’arte tedesca da Aby Warburg a Gerhard Richter. Dal 2001 si occupa di visite culturali nei musei e gallerie di Roma nonché della stesura di contributi critici per periodici specializzati e alcune mostre di artisti contemporanei. Tra le più recenti: “Fuoriluogo” appuntamenti fuori dall’(h)-abitato.
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