Christo ci fa camminare sulle acque. Sul Lago d’Iseo

Il progetto: The Floating Piers, 2015 Christo

“È la dimensione della scoperta ciò che in ogni nostro progetto viviamo. Più che un viaggio è una vera e propria esplorazione, perché è quando si esplora che s’incontra inevitabilmente sempre qualcosa di non conosciuto”: questo sostiene l’artista bulgaro-newyorkese Vladimirov Yavachev Christo, in arte Christo. Ha ragione da vendere. E proprio la vendita a collezionisti, a gallerie, musei e aste dei suoi disegni, schizzi dei Floating Piers e di alcuni modellini ha permesso la realizzazione di un altro progetto suggestivo completamente autofinanziato (più di 10 milioni di dollari) e consegnato ai cittadini di ogni dove perché ne possano fruire gratuitamente. Grandioso esempio di indipendenza creativa e libertà realizzativa, da sempre perseguiti da Jeanne-Claude e Christo, che ha fatto loro pensare opere incredibili e mettendole su: impacchettando monumenti e paesaggi, collegando territori, colorandoli, celando o riattivando, sventolando panni/stendardi in capo al mondo e, insomma, connettendo Natura e Cultura senza atteggiamenti predatori; dando modo, così, di percepire diversamente (e nuovamente) la realtà spesso data per scontata da chi vi si confronta e la vive nel quotidiano e, una volta fatto ciò, resa un’utopia realizzabile, lasciando tutto come era stato trovato. Aumentato, potenzialmente, di esperienza, poiché moltissima di questa produzione è anche evento ovvero si carica di poetica con l’uso che il pubblico ne fa: qui camminandovi e partecipando a un rito collettivo.

Un altro anziano (ha più di 80 anni) non rottamabile, con la forza creativa e la vitalità di un leone e, soprattutto, con entusiasmo, lucidità, consapevolezza, pazienza e coerenza esemplari, racchiusi in install/azioni di contaminazione linguistica e tecnica, ovvero di collaborazione tra arte, architettura, urbanistica, ingegneria e geologia, e di correlazione con lo spazio e con chi lo abita; sono, tali opere “dei” Christo, incubatrici di intenso pensiero estetico-etico-politico, quasi ecosofico (Gregory Bateson, Félix Guattari, Arne Naess, Raimon Panikkar) con un afflato poetico e immaginifico personalissimi. Così è anche The Floating Piers, nuova opera (ma pensata con lei nel ’70) dopo la morte, nel 2009, dell’adorata Jeanne-Claude, partner del duo artistico. Si tratta di una sorta di ponte sulle acqua del lago d’Iseo che, per soli 16 giorni, dal 18 giugno al 3 luglio 2016 unisce l’isoletta di Monte Isola, raggiungibile esclusivamente via mare o cielo, per la prima volta in assoluto alla sponda bresciana di Sulzano. Tre chilometri o poco più di camminamento giallo-caldo che coniuga labilità e permanenza (a tempo: poi sarà smontata e dismessa con criteri di eco-riciclaggio), morbidezza e solidità: 70 mila metri quadri di tessuto dispiegati su cubi galleggianti (200 mila), in polietilene ad alta densità che li sorreggono accogliendo il passaggio pedonale di quanti avranno il privilegio di interagire con quest’opera e farne esperienza. Un percorso circolare che toccherà anche l’isola di San Paolo salendo per un breve tratto sulla terraferma tra Sulzano e Peschiera Maraglio.

Per una volta siamo stati fortunati poiché prima di noi rifiutarono un simile progetto i giapponesi di Tokyo (il porto era la location individuata) e gli argentini di Rio della Plata, e l’amore dei Christo per l’Italia e i suoi laghi del Nord, così come la produzione istituzionale dei permessi necessari ha fatto il miracolo. Raddoppiato, dato che conferma come con l’arte e la cultura possano portare danaro, più turismo e visibilità a interi territori e paesi. Senza impattare sul suolo e sull’ecosistema in modo perentorio; e aperto come opera che oltre ad essere Land Art è dispositivo di relazione ed esperienziale: che indichi una delle strade possibili – pardon, una ponte – per riformulare lo stare al mondo e nel mondo dell’essere umano…

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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