Stile. Il paradosso dell’originalità

Piet Mondriaan, 1939-1942. Composition 10
Piet Mondriaan, 1939-1942. Composition 10
Piet Mondriaan, 1939-1942. Composition 10

Se capita spesso di dover chiarire il significato di molte parole che hanno una lunga storia sia nell’estetica che nel discorso quotidiano, forzando così i limiti di entrambi gli ambiti, per la parola “Stile” ci troviamo di fronte a qualcosa di addirittura paradossale per molti aspetti.

Da un lato lo stile è l’insieme dei tratti evidenti e salienti che uniscono, alla percezione, al gusto o allo studio intellettuale, tante opere anche di natura diversa insieme. Stilistici sono anche i caratteri che individuano e permettono di riconoscere un singolo autore; e stile è anche il nome che diamo a un particolare comportamento umano, distinguibile infallibilmente tra gli infiniti altri.

Inoltre, la parola ha un uso sia descrittivo che valutativo, complicando ulteriormente le cose. Perché se uno stile ha delle misure, delle regole e delle caratteristiche da seguire, è anche vero che “avere uno stile” significa in genere trasgredire quelle regole, più o meno apertamente, cioè essere originali; con la conseguenza paradossale che avere uno stile può significare non averne evidentemente nessuno, mentre invece non avere stile potrebbe identificarsi col seguirne pedissequamente uno. In questo uso il concetto di stile si mostra molto adoperabile a seconda del tempo sul quale lo si vuole far inerire, tanto da farlo apparire a volte un sinonimo di “moda”.

Potrebbe essere utile sforzarsi, quando è il caso, di non usare la parola stile ma sostituirla con un sinonimo più appropriato al caso: gusto, maniera, espressione, orientamento, scuola, forma, tendenza. Il che non semplifica certo le cose, ma almeno costringe a non adoperare un termine ormai un po’ ambiguo. Gli studi linguistici raccontano che inizialmente lo stile era la caratteristica dell’individuale artistico, e solo dopo la seconda metà dell’800 – quando cioè la critica e la storia dell’arte hanno cominciato a sistematizzarsi – lo stile è diventato “lo stile di un’epoca”.

Un’altra particolarità introdotta dagli studi storici e critici dell’arte, una volta assurti a discipline indipendenti, è stata la loro capacità d’individuare le ascendenze stilistiche negli artisti, che raramente ne fanno di spontanee e consapevoli. Lo stile quindi, in un certo senso, è anche il prodotto di una storia dell’arte che si vuole capace di raccontare linearmente l’arte, tanto da farla apparire come una successione di stili – cosa che, nella coscienza degli artisti, non è mai stata.

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Lorenzo Gasparrini Dottore di ricerca in Estetica, dopo anni di attività universitaria a Roma, Ascoli, Narni in filosofia, scienze della formazione, informatica, ora è editor per un editore scientifico internazionale. Attivista antisessista, blogger compulsivo, ciclista assiduo, interessato a tutti gli usi e costumi del linguaggio.

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