Prof. Bad Trip. Un lungo viaggio e tappa a Carrara

Prof. Bad Trip

Ho conosciuto Gianluca Lerici, noto come Prof. Bad Trip, poco più di una ventina di anni fa e fu subito innamoramento professionale. Ho apprezzato immediatamente la sua schiettezza ironica, visibile anche nelle sue composizioni, e il suo segno sinuoso ed efficace, pungente, la sua ruvidezza, la sua carica eversiva visiva e poetica e il suo originale linguaggio fatto di contaminazioni assolutamente distanti, però, da quell’attitudine mescolatoria alla moda – sto parlando dei lontani anni Novanta – tipica di molta produzione dell’arte (ma anche della letteratura) allora nuova ma risolta con piacevole leggerezza, finto pionierismo, e, in sostanza, in puro pittoricismo retinico, per dirla alla Duchamp.

Il Prof. si è mosso con disinvoltura tra arte, grafica, musica miscelando tutto in visioni convincenti e mature, degne di stare in ogni museo del mondo.

Abbiamo lavorato insieme fino a quel maledetto sabato 25 novembre 2006, quando, senza preavviso, se ne è andato all’età di 43 anni.

Nato nel 1963 a La Spezia, è nel movimento punk giovanissimo (negli anni ’80 era noto come Gianluca Punk) e ha esperienze come dee-jay in radio indipendenti (Radio Popolare Alternativa), è editore della fanzine “Anarchy” e autore di un gran numero di grafiche di controcultura, disegni per punkzine e volantini per concerti alternativi. Il suo rapporto con la musica è stretto e si esprime anche con la produzione di bellissime copertine di bootleg (di Jimi Hendrix, Grateful Dead, The Who, Yes, Frank Zappa, Santana, Velvet Underground, Led Zeppelin), con la fondazione di una sua etichetta (la Bad Trip Record, con la quale incidono anche gli Angry Samoans), con un gruppo (hardcore;  he Holocaust)  con la produzione di  vinili e la realizzazione di concerti, alcuni davvero memorabili.

Fa circolare i suoi lavori di grafica e arte visiva nel network della mail-art e della stampa indipendente: i suoi disegni appaiono su riviste di movimento (“Amen”, “Decoder”), musicali (“Rockerilla”, “Rumore”) e di fumetti (“Frigidaire”, “Tempi Supplementari”) e alcuni tra i suoi primi dipinti sono collocati in permanenza all’interno di un Centro sociale di La Spezia (oggi distrutto) e poi esposti in mostre collettive e personali. Produce come incisore xilografie, serigrafie e soprattutto t-shirts illustrate; collabora con varie case editrici tra le quali Primo Carnera, Stampa Alternativa, Shake, Comicland, Derive/Approdi, Castelvecchi, Nautilus, AAA, Costa&Nolan, Blue, Cyberzone e Mondadori, per la quale realizza anche numerose copertine. Pubblica inoltre i libri di comix, di raffinatissima fattura e altissimo livello, Il pasto nudo (Shake) e Almanacco Apocalittico (Mondadori) che è più volte rieditato. I suoi fumetti sono tradotti e pubblicati in Gran Bretagna, USA, Germania, Olanda, Spagna, Grecia, Finlandia…
La sua prima mostra in uno spazio espositivo regolare risale al 1995, nella galleria d’arte romana Mascherino che lo ha sempre seguito ed esposto negli anni, rispettandone l’originalità e il carattere. Dal 1997 concentra le sue attività sulla pittura, esponendo in numerose mostre in spazi pubblici e privati – e nel mio piccolo a ciò ho immodestamente contribuito – producendo sculture colorate eseguite in coppia con la scultrice americana (e sua preziosa compagna) Jenamarie Filaccio, vincendo nel 1995 il Premio Tenco e realizzando il suo ultimo lavoro, Greetings from Hell, poderoso album-calendario.

Molte le esposizioni, i libri e le iniziative a lui dedicate, anche post-mortem. La più recente è l’antologica A Saucerful of colours a Carrara (11 giugno – 30 luglio 2016) da Tabularasa Teké Gallery, negli spazi della galleria (Via Santa Maria 13/d) e in altri fondi affittati dalla galleria durante la kermesse cittadina Carrara Marble Weeks. Esposte, all’interno di questa transumanza nella poetica e nella visione di Bad Trip – e in una città che egli amava frequentare, dove si era diplomato all’Accademia di Belle Arti –, un vasto corpus di opere pittoriche, e serigrafie, tre prodotte dalla stessa galleria a edizione limitata e numerata, e magliette, libri, sculture, collages, mobili, memorabilia e un nuovo catalogo editato ad hoc (a cura di Stefano Dazzi e Marco Cirillo Pedri e contenente gli occhialini 3D anaglifi per la visione delle opere pittoriche una serigrafia come detto, e con apparato fotografico, testi di Matteo Guarnaccia e la versione integrale e inedita dell’intervista Apocalittica di Vittore Baroni al Prof. Bad Trip, una cui parte fu pubblicata  nell’Almanacco Apocalittico di Mondadori). In attesa di uno “sbarco”  a Roma e non solo…

Artista completo, versatile, intellettualmente onesto, Bad Trip – nik name eloquente e ironico – è diventato, forse anche suo malgrado, punto di riferimento di varie generazioni di fumettisti e di artisti nonostante si sia sempre inserito trasversalmente nel mondo dell’arte ufficiale, refrattario come è sempre stato alle regole del gioco di quel sistema.

Il suo stile è essenziale, ruvido, senza compiacimenti e mediazioni, capace di una figurazione – se così possiamo chiamarla – modernissima, visionaria e allo stesso tempo plausibile, resa con l’uso di un segno netto, calcato, insolente. Egli procede per contaminazione linguistica; questa non si limita a investire un unico linguaggio – quello del fumetto – e a usarlo, come a una prima superficiale valutazione potrebbe sembrare, ma prendendo la tecnica del disegno fumettistico e importandola nel quadro, di fatto ricontestualizzandola e adoperandola con un diverso significato; reinterpreta, quindi, tutti i linguaggi e li usa nelle sue opere che vivono di produzione underground e musica – ovviamente –  e anche di Cinema, atmosfere psichedeliche (con uso di effetti 3D percepibili con gli speciali occhialetti), hard-core, graffiti, muralismo, secessionismo storico, arte tribale, contesti mediatici e tecnologici… Proprio quest’ambito è analizzato talmente lucidamente dal Professore, da fargli raggiungere una precoce nuova consapevolezza tecnologica che lo nomina come uno tra i primi artisti a dipingere quadri con ambientazioni cyber: caricate da un suo personalissimo impegno ideologico e sociale: per questo si deve considerare un importante precedente, seppure sui generis, per la più specifica, cosiddetta Arte digitale che usa tecnica e linguaggio tecnologico o rivela in qualche modo la propria appartenenza all’era tecnologico-mediale.

La Storia dell’Arte contemporanea più acclarata non può, per questo, (più) sottovalutarlo, o considerarlo autore estraneo al suo ambito – come da tempo avevano ben chiaro i suoi estimatori e il contesti off – ed egli è ora nel circuito dell’Arte con la maiuscola: anche se, conoscendolo, delle maiuscole il Professore ha sempre, fieramente fatto a meno.

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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