Grand Tour dall’Ermitage e paesaggi Apuani da collezioni Italiane a Carrara

La storia di un paese è, in qualche modo, anche la storia di coloro che lo hanno visitato e descritto attraverso immagini e parole, tanto più se le immagini sono, oltre che testimonianze artistiche di alto valore estetico,  anche  documenti di stili di vita, di percezione visiva di un popolo e del suo paesaggio e di variazioni del gusto. E’ questa l’impressione che si ricava vistando la mostra Città del Grand Tour dall’Ermitage e paesaggi Apuani da collezioni Italiane, a cura di Sergej Androsov e Massimo Bertozzi,  ospitata fino al 23 ottobre a Carrara nell’ottocentesco Palazzo Cucchiari, sede della Fondazione Giorgio Conti.

In esposizione  una serie di dipinti, provenienti dall’Ermitage, dedicati alle mete preferite dai viaggiatori stranieri che  intraprendevano, come un pellegrinaggio, il viaggio in Italia.

Testimonianza di quel particolare periodo distinto con il nome di Grand Tour, i dipinti in mostra a Carrara raccontano le condizioni mentali di artisti e viaggiatori: i primi pronti a soddisfare, attraverso tele e pennelli, le aspettative di una schiera di nobili e ricchi borghesi, rampolli della nobiltà europea con precettori al seguito, teste coronate in viaggio sotto falso nome,  che nell’Italia cercavano non solo le vestigia dell’antichità ma anche un’atmosfera, un luminoso altrove, un paese “indicibilmente bello”.

La mostra di Palazzo Cucchiari segue un rigoroso ordine cronologico. Nelle prime sale si incontrano opere non ascrivibili alla periodizzazione classica del Grand Tour (circoscritto tra il Trattato di Aquisgrana del 1748 e la fine del XIX secolo, con una battuta d’arresto durante le guerre napoleoniche) ma che danno conto del precoce interesse degli artisti nordici verso il nostro paese, come i fiamminghi Jan Miel e Hendrik Frans van Lint, l’olandese Johannes Lingelbach.

Un racconto per immagini che, pur facendo parte della così detta pittura di genere in voga nella Roma post-caravaggesca, se ne smarca per la totale mancanza di elementi grotteschi: Il Ciarlatano di Miel non narra solo le strane abitudini di un popolo ma documenta l’attenzione per l’Italia culla del teatro e della Commedia dell’Arte. A questi dipinti pionieristici fanno seguito le vedute classiche del Grand Tour: Roma principalmente, luogo della classicità e della cristianità, e poi Napoli, Venezia, Firenze.

Giovanni Paolo Panini, uno degli artisti più amati tra i grand touristes ambienta tra maestose rovine classiche la predica di San Paolo, sintetizzando in un unico dipinto i sentimenti di molti viaggiatori. Di Hubert Robert, che nel suo lungo soggiorno italiano trasse ispirazione dalle scenografiche composizioni del Panini e del Piranesi, si può ammirare in mostra una Veduta del Colosseo , espressione di quell’aspetto visionario che caratterizzò gran parte della produzione dell’artista francese.

Degna di nota la bella veduta del Golfo di Baia, del poco noto Carlo Bonavia, a documentare un itinerario che cercava nel Sud, a Napoli e nelle riscoperte città sepolte di Ercolano e Pompei, nuove suggestioni. E il Sud è presente nell’opera del tedesco Hackert, pittore di Corte a Napoli, che dipinse non solo la capitale e le dimore reali, ma  anche numerose vedute dei paesi della Campania, qui in mostra con una Veduta di Montesarchio.

Nella tradizione del gruppo di famiglia, si colloca il curioso Ritratto della famiglia Tolstoj a Venezia di Giulio Carlini, mentre gli acquerelli fiorentini dello svizzero Moriz anticipano di qualche decennio i viaggi pianificati sul “Baedeker”di Miss Lucy Honeychurch, la protagonista di Camera con vista.

Ed è la Milano amata da Stendhal, capitale dei teatri e dei salotti, quella raffigurata da Angelo Inganni verso il 1840, che sulla scia dei memoires dello scrittore francese diventa un must del viaggio in Italia.

Conclude il percorso espositivo una sezione sulla “scoperta” del paesaggio apuano, con opere dal Museo Civico di Reggio Emilia, dall’Archivio di Stato di Massa, dalla Provincia di Massa-Carrara e da collezioni private, in cui spiccano le vedute di Giovanni Fontanesi e del massese Saverio Salvioni. Il catalogo, corredato dai saggi dei curatori e di Elisabetta Farioli, è edito da Pacini.

  • Città del Grand Tour dall’Ermitage e paesaggi Apuani da collezioni Italiane
  • a cura di Sergej Androsov e Massimo Bertozzi
  • dal 9 luglio al 23 ottobre 2016
  • Palazzo Cucchiari- Fondazione Giorgio Conti
  •  Via Cucchiari 1. Carrara
  •  da martedì a giovedì: 10:00 – 12:00 / 17:00 – 22:00; venerdì, sabato e domenica: 10:00 – 12:00 / 17:00 – 23:30 – Lunedi chiuso
  • Info: 0585 72355
  • www.grandtourcarrara.it;
  • www.palazzocucchiari.it
  • www.fondazionegiorgioconti.it
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