Capri # 2. All’improvviso Andy Warhol. Con Marilyn, il Barone Von Gloeden e il fantasma buono di Lucio Amelio

Andy Warhol-Summer Pop Capri, mostra AICA Andrea Ingenito, 2016 - Villa LYSIS, Capri

Il luogo è di quelli meravigliosi, una casa antica, con le tracce della sua storia, e un affaccio con un terrazzo sui vicoli di Capri e con il cielo come soffitto. L’isola nella quale – come scrisse Raffaele La Capria (“Corriere della sera”, 25 luglio 1996) – si percepisce “la dimensione del mito”, di mito ne accoglie, ancora per qualche giorno, un altro, ovvero un americano che più americano non si può (pur avendo origini cecoslovacche) e contemporaneo probabilmente per sempre: Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987). Lo incontriamo grazie a un’eccellente scelta di opere nella galleria AICA di Andrea Ingenito, che, già con sedi a Napoli e Milano, e non nuova a incursioni negli anni ’60, ha aperto da pochi mesi anche a Capri, dove, dopo la potente personale di Giosetta Fioroni (in cui si sono distinti per bellezza alcuni argenti storici e dei teatrini in ceramica), ha battezzato questa Summer Pop Capri.

Vi sono esposte anche rarità – molto più di memorabilia! – tra le quali il primo numero di “Interview”, il magazine fondato nel 1969 da Andy Warhol. Lui, uno e trino – anzi di più: tutto – guardava lontano, fiutava il futuro ma sapeva restare ben saldo nel suo tempo fatto di un florilegio esplosivo di immagini, linguaggi, media e rivoluzioni culturali e dei costumi a cui ha fortemente contribuito…

La selezione delle opere – tutte firmate o archiviate: comunque, passate al vaglio dalla warholfoundation.org, e oggi è bene sottolinearlo – è eccellente: si va da This is not by me, la più essenziale delle Marilyn, quella in bianco e nero, 1985, a quella Camouflage dello stesso anno; Norma Jean già trasformata in mito, eternata nelle migliaia e migliaia di foto-ricordo pubblicitarie tra le quali Warhol scelse la più standardizzata, quindi adatta a una divulgazione efficace e diretta; l’artista la preleva e la riporta, con un minimo scarto, come fosse un reportage della vita del suo tempo, impostata sull’apparenza, sullo spettacolo, sulle merci e il consumo, su “In the future everyone will be world-famous for 15 minutes”. Marilyn (come Elvis, Liz e tanti altri) immagine, dell’immagine, dell’immagine…

Ecco allestito in mostra anche una Campbell’s Soup 1970, un Uncle Sam, 1981, e Vesuvius. Questo è diventato simbolo partenopeo tanto quanto il vulcano originale riprodotto all’infinito nei film, nel merchandising, nelle cartoline etc; ha una sua festosità e fastosità comunicativa, ma è quasi un’ideale risposta – costruttiva, propositiva, ottimistica – al drammatico terremoto che tre anni prima (23 novembre 1980) devastò l’Irpinia, scosse Napoli, la Basilicata e fece duemilanovecentoquattordici vittime. La storia è nota: per portare una testimonianza estetica a questa immane tragedia, l’illuminato Lucio Amelio, che aveva già un sodalizio con Warhol – del quale il 1 aprile 1980 aveva curato a Napoli la mostra con Joseph Beuys, quest’ultimo già di casa in città e anche a Capri –, coinvolse molti artisti a cui chiese di creare opere ad hoc, di fatto predisponendo quella che sarà la Collezione Terrae Motus. Warhol aderì realizzando, nel dicembre 1982, il trittico in nero, bianco e grigio serigrafico che replicava la prima pagina de “Il Mattino di Napoli” dal menabò del giornalista Roberto Ciuni; si trratta di quel Fate presto! dall’artista reso monumentale e richiamando la serie anni ’60 dei suoi Disaster. Poi, nel 1985 il padre americano della Pop Art fece una serie di tele e lavori grafici che immortalavano il Vesuvio nella sua moltiplicazione fotografica mediale, popolare – appunto – stereotipata, da post-card, che egli rese esemplarmente un Vesuium retinico, pieno di vibrante energia, quasi a darsi come una sorta di risarcimento collettivo per l’accadimento distruttivo e funesto precedente.

Un altro legame stretto con il territorio campano, con l’isola in particolare e con alcuni protagonisti partenopei si palesa, in mostra ma nell’atrio della magnifica Villa Lysis: è un disegno a carboncino firmato e datato 1978. Raffigura un nudo maschile languidamente nella posa tipica delle foto ‘800-‘900esche del Barone Wilhelm von Gloeden (1856-1931), quel tedesco geniale, sperimentatore della fotografica artistica, pioniere della citazione arcadica in chiave erotica e della ricostruzione – compresa di corpi con pochi veli e tanti travestimenti – delle atmosfere di un certo mondo classico intriso di stereotipizzazione. Soprattutto per questo non poteva passare inosservato a Warhol.

Von Gloeden apprezzava tanto l’Italia (Taormina fu la sua terra d’elezione) e fu a più riprese a Napoli e a Capri, qui ospite proprio nella grande dimora d’inizio Novecento (1905) sul monte Tiberio che fu voluta dall’eccentrico scrittore e poeta francese, dandy riparato a Capri anche perché omosessuale militante e travolto da scandali [Roger Peyrefitte, L’exilé de Capri (Esule di Capri), 1959;  ried. ediz. la Conchiglia, Capri, 2003]: il barone Jacques d’Adelswärd-Fersen (o Jacques Fersen). Questi, attratto dai tableaux vivant e del suo giovane tuttofare romano Nino Cesarini, devoto Antinoo – ma dalla vita lunga, lui – e modello di tante foto dell’amico Von Gloeden e del di lui cugino Von Plushow, pure grandissimo fotografo di simile inclinazione estetica, rese la sua casa un salotto culturale, un tempio della bellezza e dell’erotismo. Qui i legami si intrecciano, come le affinità elettive: Lucio Amelio, che era talmente innamorato di Villa Lysis da averne sostenuto il restauro, a Von Gloeden dedicò nel 1978, nella sua galleria a Napoli, un’importante mostra con la supervisione critica di Roland Barthes e la collaborazione di artisti contemporanei tra i quali Beuys e Warhol. Noi, come certamente Amelio, non possiamo non accogliere con favore la replica ridefinita nel linguaggio Pop proprio della foto di Von Gloeden realizzata da Warhol. Grazie a Ingenito, in quella hall della svettante Villa a picco sul mare (che, dopo decenni di scandaloso abbandono è stata affidata in gestione dal Comune all’Associazione culturale Apeiron) è tutto lì, insieme: personaggi, secoli, storie, destini, codici espressivi e opere.

Info

  • Andy Warhol | Summer Pop Capri
  • sino al 10 settembre 2016
  • AICA, – Andrea Ingenito Contemporary Art
  • Via le Botteghe 56, Capri (Na)
  • 081 1852 9647

 

Capri # 1: http://www.artapartofculture.net/2016/09/02/capri-1-nellisola-dei-baci-si-riflette-su-paesaggio-e-territorio-con-stefano-arienti-liliana-moro-e-luigi-ghirri/

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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